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Siria: Il governo costretto al dialogo
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di Kiwan Kiwan

Siria: Il governo costretto al dialogo Si è aperto a Damasco  sotto la Presidenza del Vice Presidente siriano Faruk Ashara’a, la conferenza consultiva per il dialogo nazionale, alla presenza di circa 200 persone fra membri del partito Baath, personalità indipendenti e rappresentanti della società civile, compresi gruppi di scrittori e intellettuali. Shara’a ha detto all’inizio della riunione che il suo obiettivo è quello di preparare una conferenza nazionale su tutte le questioni più importanti oggi aperte. “Questo è l’inizio – ha detto – di un dialogo nazionale che ci auguriamo possa portare ad una conferenza per stabilire una nuova democrazia pluralista in cui tutti i cittadini avranno il diritto a partecipare alle decisione future per il paese”. Ha poi sottolineato che non c’è alternativa al dialogo, bisogna “voltare pagina sul passato e aprire una nuova pagina”.
I partecipanti discuteranno nel corso della riunione i temi all’ordine del giorno, vale a dire “il ruolo del dialogo nazionale per lo sviluppo politico, economico e sociale della crisi attuale e prospettive future”, e “modificare alcuni articoli della Costituzione, compreso l’articolo VIII (che stabilisce il dominio del partito unico Al Baath), che sarà presentato alla prima sessione del Consiglio del Popolo” e “senza escludere l’ipotesi di una nuova Costituzione per il paese”,  toccando temi come  elezioni, partiti politici informazione e media.

Tuttavia, personalità e gruppi dell’opposizione hanno deciso di boicottare l’incontro, ponendo come condizione della loro partecipazione a qualsiasi dialogo  “il ritiro delle forze siriane dalle città , il rilascio dei detenuti, il riconoscimento del diritto alle manifestazioni pacifiche e l’avvio delle indagini sui crimini commessi contro i dimostranti.
Il Vice Presidente ha annunciato che saranno tolti tutti gli ostacoli che impedivano di uscire dal Paese o di rientrarvi. Ha poi chiedendo a tutti “ di mostrare lo spirito di responsabilità storica”. Ancora in una velata minaccia ai manifestanti, che ricevono istruzioni dall’estero, ha detto: “gli arabi non raggiungeranno i loro obiettivi, se faranno affidamento a forze estere …le manifestazioni non autorizzate non giustificate degenerano in violenza e causano la caduta di vittime fra civili e soldati … il dialogo deve continuare e costituire  una svolta politica per una nuova pagina nella storia della Siria”.

Richieste di cambiamento
La TV siriana ha trasmesso in diretta la seduta dell’incontro, dove mai era accaduto di sentire la voce degli oppositori.
Nonostante l’assenza di figure di spicco dell’opposizione,molti dei partecipanti alla riunione hanno chiesto misure per il cambiamento e di porre fine alla repressione e la modifica dell’articolo VIII della Costituzione relativa al dominio del Partito Unico Al Baath nella vita politica e sociale della Siria.
Mohammed Habash, membro indipendente del Parlamento, ha detto che “la via d’uscita dal mio punto di vista è quello di finirla con lo stato di polizia … smetterla con l’uso delle pallottole e lavorare per uno Stato civile e democratico per la libertà dei partiti e non solo per l’unico partito di Stato”. Ha chiesto al presidente Assad, “di modifica la Costituzione”. Egli ha anche chiesto il rilascio immediato dei prigionieri politici e la cessazione delle violenze contro i cittadini che protestano nelle strade.
Nel corso della conferenza consultiva per il dialogo, è intervenuto il ricercatore e scrittore al Tizini vicino all’opposizione: “ancora oggi sentiamo – ha detto – i colpi di fuoco a Homs e Hama … spero che cessino quanto prima. … era necessario partire da queste cose . Vorrei che il Vice-presidente al-Shara discuta questo punto”. Quindi Tizini ha chiesto “lo smantellamento dello Stato di polizia… Questa è una condizione senza alternative …questo tipo di sicurezza rovina tutto … dovevano essere rilasciati i prigionieri rimasti rinchiusi nelle carceri e sono  migliaia. Questo poteva essere il più bel dono al popolo e al Congresso”. Infine ha concluso dicendo: “Spero che la conferenza sia un incontro nazionale storico che metta le fondamenta per una nazione che è stata sfiancata fino all’estremo”.
L’attivista curdo Omar Osei ha denunciato le condizioni alle quali sono stati sottoposti i curdi, denunciando in particolare l’emarginazione e la repressione durata 50 anni, ha rivendicato la rappresentanza del popolo curdo nel governo e nel Parlamento e nelle varie istituzioni, osservando: “non  crollerà il mondo, se ci saranno due curdi ministri nel prossimo governo o dieci deputati o 15 deputati curdi su un totale 250 deputati”
Tutti i relatori sono stati unanimi nel denunciare tutte le forme di ingerenza dall’estero e le sanzioni imposte dagli Stati Uniti e dell’Europa alla Siria.
L’attivista cristiano Padre Elias Zhlaoa, ha detto che “quanto è accaduto e sta accadendo è il risultato inevitabile e naturale di una Costituzione nelle mani del partito unico … l’eccessivo controllo da una parte e l’esclusione dell’altra parte . .. la confisca delle libertà di pensiero, di parola e di creatività, e l’isolamento di gran parte dei cervelli più preparati del Paese.

Gli ambasciatori Ford e Chevalier
Mentre il Congresso era in seduta, il ministero degli Esteri ha convocato gli ambasciatori degli Stati Uniti e delle Francia Robert Ford, e Eric Chevallier presentando una “forte protesta” per la loro visita avvenuta la settimana scorsa alla città di Hama “senza il consenso del ministero”. E’ stata una “violazione dell’articolo 41 dell’accordo di Vienna sulle relazioni diplomatiche, che comprende l’obbligo di non interferire negli affari interni dei Paesi dove si è accreditati, e che stabilisce di avere rapporti con gli uffici del ministero degli Affari Esteri”. Il ministero ha ritenuto che “la visita americana e francese a Hama costituisce un’interferenza chiara negli affari degli interni della Siria, e questo conferma l’esistenza della promozione e del supporto esterno per turbare la sicurezza e la stabilità nel Paese, mentre inizia un dialogo nazionale volto a costruire il futuro della Siria”.

Il Governatore di Hama
D’altra parte, segnala l’agenzia araba siriana “SANA”, il Presidente Assad ha nominato un nuovo Prefetto a Hama dopo aver dimesso l’ex Prefetto a causa delle manifestazioni contro il regime svoltesi nella città.
A Lattakia, i cittadini hanno alzato una bandiera nazionale,lunga 16 km e larga di 4,6 metri. come iniziativa popolare organizzata da giovani attivisti a sostegno del programma di riforma e del dialogo nazionale.


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