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Giulia Bongiorno. Queste modifiche al Ddl intercettazioni sono i diktat di Berlusconi
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di Corradino Mineo

Giulia Bongiorno. Queste modifiche al Ddl intercettazioni sono i diktat di Berlusconi

Rainews - Corradino Mineo

Perchè ha lasciato ruolo di relatrice?
Mi sono sentita di lasciare in quanto il testo ha subito delle modifiche che rendono questo testo gravemente lesivo del diritto di cronaca. Per oltre due anni avevo fatto una serie di battaglie per riuscire a condividere con il Pdl un testo che comunque consentisse di fornire una informazione adeguata; si era trovato un accordo e il testo era arrivato in aula e io avevo già fatto una mediazione, questa violazione dell'accordo mi è sembrata anche politicamente grave. Perchè poco importa che io non faccia più parte della maggioranza. La sintesi era stata trovata.

Mi è dispiaciuto perchè tutto questo è conseguenza del fatto che improvvisamente il premier ha detto che il testo gli sembrava un po' annacquato, e coloro che avevano fatto con me l'accordo hanno improvvisamente voltato le spalle. Lei aveva avuto l’idea della udienza filtro.

Come avrebbe dovuto funzionare?
Prevedevo che l'udienza filtro fosse un'udienza che avrebbe consentito la possibilità di fare una cernita delle intercettazioni che poi potevano essere oggetto di pubblicazioni. Consentiva anche ai difensori di guardare queste intercettazioni, e quest'udienza filtro doveva servire per tutte le intercettazioni salvo quelle che vengono utilizzate in una fase preliminare. Per esempio nelle ordinanze di custodia cautelare o in altre occasioni. Con questa modifica tutte le intercettazioni che nel corso del tempo vengono anche conosciute dalla difesa, non solo non possono essere pubblicate nel testo e questo va bene, ma non se ne potrà nemmeno dare notizia.

Quindi se c'è un'ordinanza di custodia cautelare che può arrivare anche dopo un anno di indagini e in questa ordinanza ci sono delle intercettazioni che hanno magari rilievo, non solo non si può pubblicare il testo, ma proprio non si può dare notizia del fatto storico di queste intercettazioni. Ovviamente per voi giornalisti è una grave compressione perchè, a quel punto, di fatto, non si potrà dare contezza di alcuni fatti che possono essere assolutamente rilevanti. Ripeto, io ero contraria alla pubblicazione dei testi. Ma almeno la notizia, il contenuto, il riassunto, almeno questo bisognava consentirlo.

Lei crede che sostanzialmente il Pdl abbia deciso di indurire la posizione a cui è arrivato dopo una lunga trattativa quando lei faceva parte ancora della maggioranza per una richiesta esplicita di Berlusconi?
Si. Ma non è tanto una mia illazione perchè a me non piace fare illazioni. E' un dato oggettivo. Si era raggiunto un accordo che è documentato dal testo che era arrivato in aula. Il giorno che noi stavamo per votare questo testo ed io avevo già fatto la relazione, su tutti i giornali il premier ha detto che “l'accordo tra Alfano e Bongiorno mi sembra tiepido, dà troppi spazi alla stampa, è annacquato”.

Il Premier non mi pare sia un tecnico quindi non so bene sulla base di cosa aveva formulato questo giudizio. Comunque in base a questo input che era stato dato dal Premier, improvvisamente è stata paralizzata l'approvazione di quel testo. Siamo usciti dall'aula e non è stato più calendarizzato il Ddl. Adesso che è tornato in aula, l'hanno stravolto. Credo che non solo ci siano i presupposti per dare le dimissioni, ma anche per dire che effettivamente, a questo punto, quando si ha un confronto con il Pdl, bisogna poi guardarsi bene dal fatto che magari poi, subito dopo, cambiano idea. Lei pensa che il terzo polo di cui fa parte dovrebbe votare contro il Ddl intercettazioni? Cambia assolutamente la nostra prospettiva a questo punto proprio, perchè c'è stata questa profonda modifica.

Il Ddl intercettazioni era un testo concordato per anni, e la parte del diritto di cronaca in uno stato civile deve garantire la possibilità di pubblicare alcune notizie anche se bisognava limitare gli eccessi. Credo che si sia persa un'occasione perchè in questo modo, dando dei limiti così rigorosi, poi non saranno rispettati. Perchè non ci sono dubbi sul fatto che ora ci siano degli eccessi. Si pubblica di tutto, si pubblicano gossip. Ma quando si danno dei divieti eccessivi e rigorosi, l'esperienza insegna che non vengono nemmeno rispettati.

Quindi volendo fare troppo non si ottiene nulla. Perchè allora il terzo polo non ha presentato una mozione di incostituzionalità in Commissione. Si è ritratta da questo scontro...
Proprio perchè fino a ieri, insieme al terzo polo avevamo voluto dare un preciso segno di apertura: “attestiamoci sulle posizioni concordate che sono un punto di equilibrio. Non fatevi incantare dalle sirene che dicono che dobbiamo ulteriormente limitare il diritto di pubblicazione”. Questa modifica avrà come conseguenza che non saranno rispettati questi limiti così rigorosi. Quando si mettono dei paletti così duri, non si ottiene niente. E' questo il problema. Che si fanno spesso leggi che poi non servono a nulla.

L'accordo che è stato raggiunto oggi invece lo considera un buon accordo? Quello che prevede il diritto di rettifica solamente per le testate internet che sono registrate? Assolutamente. La parte sui blog ha avuto non solo la mia approvazione ma ho sollecitato affinchè si arrivasse a questo accordo. Adesso l'obbligo di rettifica è a carico soltanto di quei siti che sono in condizione di poter ottemperare a quest'obbligo e quindi quelli registrati. Il singolo sito amatoriale ovviamente non può essere sottoposto a quel tipo di accordo. Quindi su questo non c'è stato solo il mio consenso ma un auspicio affinchè si trovasse un accordo e l'accordo è stato trovato. Purtroppo come al solito le parti in cui non si trovano gli accordi sono quelle che sono dettate da Berlusconi.

Aveva detto che il testo è annacquato e guarda caso è stato cambiato. Il governo porrà la fiducia su questo provvedimento?
Non glielo so dire. Reputo comunque la scelta di cambiare il testo in assoluto la più grave che si poteva fare.


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