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Articolo 21 - Editoriali
Le mani del crimine sul Molise
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di Paolo De Chiara

Probabilmente i segnali di questi anni non preoccupano i politici di questa Regione. Nessuno spende una parola sul pericolo che il Molise sta correndo. Le ramificazioni delle organizzazioni criminali che hanno esteso i propri tentacoli nella nostra Regione non fanno temere il peggio. Ma cosa deve accadere in questa terra per far gridare allo scandalo e per far scattare quell’orgoglio perduto da troppi anni? La campagna elettorale è terminata. Vincitori e vinti sono stati individuati grazie al consenso dei cittadini. Ma quello che deve far riflettere è che in tanti giorni di comizi ed incontri nessuno abbia trattato in maniera approfondita la ‘questione Camorra’. Il Molise è a forte rischio. Magistrati, scrittori, giornalisti sono interventi da tempo sul pericolo della criminalità organizzata. La politica, però, è troppo impegnata a creare consenso. A promettere di tutto durante le tante e inutili campagne elettorali. Cosa otterranno i molisani con la criminalità organizzata? Anche il silenzio dei rappresentanti delle Istituzioni, dei dirigenti politici contribuisce a far operare con tranquillità questi personaggi, definiti semplicemente camorristi, ma che operano, ormai, come veri e propri imprenditori. Investono in territori puliti e tranquilli per aumentare il proprio potere, per opprimere con la violenza le persone che hanno una spina dorsale. Operano, grazie all’apporto dei colletti bianchi, in settori strategici per aumentare la propria potenza economica. Per rafforzarla con il traffico di armi e sostanze stupefacenti, con il pizzo, con i ricatti, con il mercato della prostituzione, con la monnezza, con l’appalto. Con il sangue di chi non ci sta ad accettare le imposizioni di uomini presuntuosi e sanguinari. Ma è proprio un caso che i beni, per un valore di due milioni di euro, siano stati sequestrati a Cantalupo del Sannio, dove c’è in progettazione la costruzione di un aereoporto? Dove operano questi soggetti pericolosi? Chi ha approfondito la questione Cantalupo? Che legami ha, con il nostro territorio, il boss di Sant’Anastasia, che si è spinto con i suoi affari in questa Regione? Sono domande a cui pochi saprebbero rispondere. Per una questione molto semplice. Questi problemi seri, per alcuni, sono dei concetti astratti. Tanto fino a quando non si toccano i propri interessi perché interessarsi dei problemi altrui? Forse una cosa fondamentale non è stata valutata. Il problema della criminalità organizzata non riguarda solo i territori dove queste bande di teppisti operano. Riguarda tutti noi. Sarebbe un errore gravissimo, dopo le tante denunce e i tanti campanelli di allarme, lasciare tutto nello stato attuale e far finta di niente. E’ dovere della classe politica di questa Regione cominciare a ragionare come bloccare questi soggetti. A parte l’impegno quotidiano delle forze dell’ordine, sarà compito dei cittadini e delle Istituzioni vigilare costantemente su questi pericoli. Cominciamo a capire che le persone oneste sono numericamente superiori a questi pochi, ma pericolosi, soggetti. Solo con un’azione unitaria vera e decisa, da parte di tutti, si potranno intimorire questi assassini. Noi molisani la camorra non la vogliamo. Perché la camorra, come tutte le mafie, è un cancro da debellare. Da annientare.


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Il Blog di Paolo De Chiara
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