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Articolo 21 - Editoriali
Ampliamento canale Panama a Impregilo. L'impresa che non sbaglia mai
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di Nello Trocchia

Dalla conferenza stampa fiume del presidente del consiglio Silvio Berlusconi arriva un’altra buona notizia: un nuovo affidamento per la società milanese Impregilo. Già coinvolta in giudizio, i suoi ex manager, nel processo in corso a Napoli per le irregolarità nel ciclo dei rifiuti. Quella milanese è una di quelle aziende della nostra migliore Italia, secondo il primo ministro. Questa volta si è aggiudicata il raddoppio del canale di Panama. Esportiamo il meglio. Berlusconi si è vantato del risultato ottenuto in campo internazionale.

Ripercorriamo brevemente le ultime mirabolanti performance.

Rifiuti in volo: A Napoli all’inaugurazione dell’inceneritore di Acerra ( inaugurato a marzo ma ancora non funzionante a regime) Silvio Berlusconi volle precisare che nonostante il disastro sotto gli occhi di tutti quelli della Impregilo erano dei veri eroi. Berlusconi ha una percezione un po’ distorta del termine eroe, quanto meno idiosincratica rispetto all’Italia civile. Definisce eroi i mafiosi così gli imprenditori che hanno contribuito allo sfascio campano. In Impregilo ora ci sono i Gilberto Benetton, i Salvatore Ligresti ed i Marcellino Gavio attraverso la Igli Spa. E a loro Berlusconi si è rivolto per salvare l’Alitalia che affondava. I tre imprenditori fanno parte della Cai, la cordata che ha acquisito la compagnia di bandiera. Dopo il disastro rifiuti decollano. Tanto paga Pantalone. 

Ponte sullo stretto: In fondo Berlusconi ha più volte ribadito che le imprese italiane devono vincere a tutti i costi, alla faccia della concorrenza e del libero mercato, invocato a parole. In un comizio del novembre 2008 spiegò i mezzi usati perché Impregilo si aggiudicasse la costruzione del Ponte sullo stretto, ora nuovamente inserita tra le opere fondamentali e da realizzarsi. Dall’Abruzzo Berlusconi asseriva: “ Gianni mi ha pregato di ricordare il caso del Ponte. Volevamo fosse realizzata solo da imprese italiane, abbiamo fatto approvare il progetto. Abbiamo lavorato per mettere d’accordo gli imprenditori italiani perché non si presentassero divisi ma in una solo consorzio. Ho contattato molti miei colleghi pregandoli di intervenire affinché, promettendo che li avremmo ripagati in altro modo, non intervenissero nella gara d’appalto in modo aggressivo. E alla fine la cordata italiana ha vinto l’appalto, ma poi la sinistra ha bloccato tutto”. La trasparenza al governo. ( Ecco il comizio, da 48-00). Il Ponte nel portafoglio di Impregilo conta e tanto ma è un’ opera inutile che rilancia soltanto gli appetiti della mafia calabrese e siciliana già sotto processo a Roma con l’accusa di volersi inserire nella torta della gestione della tratta. Un mostro che dovrebbe esser pronto nel 2017 mentre le autostrade sono incomplete: Salerno-Reggio, Messina-Palermo e la rete ferroviaria è all’anno zero, a binario unico e senza prospettive. Un’opera che l’8 agosto porterà in piazza nuovamente il fronte del no in questi giorni minacciato dalle guardie della rivoluzione berlusconiana (alla faccia dell’articolo 21 della costituzione).

Terremoto: dalla Campania alla Sicilia passando per l’Abruzzo.

L’Impregilo ha anche preso in affidamento nel 1991 l’ospedale San Salvatore dell’Aquila che non ha retto al sisma che ha devastato l’Abruzzo, inagibile al 90%. L’impregilo vanta sul sito la costruzione dell’opera tra le sue attività di punta.

Ma non è finita perché il buon Gianni Chiodi ha deciso di nominare soggetto attuatore per le opere offerte dalla regione Lombardia tale Antonio Rognoni, attualmente indagato in una inchiesta partita da Potenza nelle mani inizialmente del pm Henry John Woodcock. In questo caso si vola in Lombardia per la costruzione della nuova sede della regione, anche in questo caso l’Impregilo ha messo mani e piedi. ( Ecco l’articolo che ricostruisce la vicenda).

Senza dimenticare autostrade e Tav ( con seguito di processo e condanna in primo grado per smaltimento illegale di fanghi) ora arriva il canale di Panama. Berlusconi ha dichiarato: “Nessun governo nella storia d'Italia ha sostenuto così il suo sistema produttivo". E poi ha glorificato le imprese italiane, torna in mente Dino Risi, il suo film ‘In Nome del popolo italiano’ e quel grido ‘Via Rivera, Viva il duce, viva l’Italia”. Povera patria…

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