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Articolo 21 - Editoriali
Navi veleni: in una lettera i dubbi del WWF
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di redazione*

Il WWF ha inviato questa mattina una lettera al Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e al
procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso. Nel messaggio il Presidente del WWF Italia, Stefano Leoni,
ha ribadito l’urgenza di una perizia pubblica comparata che possa fugare ogni dubbio e accertare appieno la
verità sull’identità e il contenuto della nave affondata a Cetraro.
Nella lettera il WWF segnala che da alcune verifiche compiute dall’associazione esisterebbero delle
incongruenze sui punti nave su cui hanno operato le due indagini filmate, ovvero, quello utilizzato dalla
‘Mare Oceano’ e quello su cui ha indagato la stessa Regione Calabria circa 1 mese fa. Secondo queste analisi
il punto su cui ha operato la ‘Mare Oceano’ sarebbe a tre miglia e mezzo (6,5 km circa di distanza) dal luogo
dove era stato individuato dalla Regione Calabria il relitto della sospetta nave dei veleni (le coordinate fornite
dalla Regione di quest’ultima sono: 39 gradi 28.50 primi nord, 15 gradi 41.57 primi est; mentre quelle della
nave mercantile Catania, come risulta da dati tratti dall’Ufficio idrografico del Regno Unito, sono: 39 gradi,
32 primi nord, 15 gradi, 42 primi est).
“Siamo stati i primi a gioire delle risposte rassicuranti da voi venute in occasione della conferenza stampa del
29 ottobre scorso, ma siamo convinti che l’unico modo per superare ogni equivoco sia quello di approfondire
nel modo più trasparente possibile le analisi dei relitti– dichiara il WWF nella lettera a Prestigiacomo e
Grasso – Per questo il WWF chiede una perizia pubblica comparata, a cui possano assistere esperti
nominati dalle associazioni ambientaliste, tra i due video girati dal ROV della nave ‘Coopernaut
Franca’ della società Nautilus cha ha agito su incarico della Regione Calabria e dell'Arpacal (Agenzia
regionale protezione ambiente) e dal ROV della nave ‘Mare Oceano’ della società Geolab incaricata dal
Ministero dell’ambiente nonché di tutte le informazioni riguardanti le zone di operazione (a partire
dalle coordinate) e le caratteristiche tecniche del naviglio rilevato.
Questo per proseguire nell’“Operazione Trasparenza” lanciata dal WWF il primo ottobre scorso anche
per superare quelle che in passato sono state segnalate come reticenze di Stato sui traffici illeciti
internazionali di rifiuti pericolosi e radioattivi, spesso coniugati con il traffico d’armi, e chiedere un’azione
adeguata, continuativa e coordinata del Governo, del Parlamento e della Magistratura su questo tema. Con la
richiesta di oggi il WWF ribadisce la sua proposta della nomina di un Commissario delegato alla
individuazione, messa in sicurezza, e la bonifica, laddove possibile, dei relitti delle “navi a perdere” e dei siti
di discarica a terra, con adeguate risorse economiche e tecniche.

*dal sito del WWF

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