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di Giorgio Santelli
“Le parole possono non bastare, ormai. E’ necessario fare di più. Ad esempio, organizzando a Budapest una manifestazione contro chi vuole rubare ai cittadini il diritto alla verità. Sarebbe bellissimo vedere giornalisti di tutt’Europa circondare con una pacifica catena umana la sede dell’autorità di controllo”.
Con queste parole il presidente dell'Ordine dei Giornalisti italiani Enzo Iacopino risponde all'appello lanciato da Articolo 21. Ed è una proposta importante, che l'associazione non solo sente di fare propria, ma di estenderla agli organismi sindacali della professione, alle associazioni per il rispetto dei diritti di espressione. Ci piacerebbe che la proposta del nostro Presidente entrasse nel dibattito, insieme all'appello, che si aprirà a Bergamo la prossima settimana, al 28° Congresso della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, affinchè sia chiaro a tutti che la libertà di espressione, il diritto ad informare e ad essere informati, è diritto sovranazionale, che interessa ogni democrazia.
Articolo 21 da sempre ha affermato che la libertà di espressione va difesa comunque ed ovunque. La rivendicazione dei diritti che i colleghi ungheresi stanno facendo in questi giorni è un tema che riguarda tutti noi. Perchè l'effetto domino di leggi che possono diffondersi nel mondo è pericoloso per ogni democrazia.
Per questo sarebbe davvero bello vedere i giornalisti europei andare pacificamente a Budapest e reclamare i diritti dei colleghi ungheresi. Perchè in Ungheria si rischia di aprire una breccia sui diritti acquisiti che diventerebbe pericolosissima per tutti noi.
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