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Articolo 21 - Editoriali
Disoccupazione e futuro dei giovani dominano le preoccupazioni di italiani ed europei. Ma le nostre tv parlano di altro
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di redazione

Riceviamo e di seguito pubblichiamo:

In Italia come nei maggiori paesi europei, i cittadini sono fortemente preoccupati per la crisi economica, l’aumento della disoccupazione e il timore, soprattutto per i giovani, di non trovare lavoro. È questa la priorità assoluta che emerge dal Rapporto 2010 dell’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza – iniziativa di Fondazione Unipolis, Demos&Pi, Osservatorio di Pavia – presentato oggi, 26 gennaio, a Roma nella sede della Stampa Estera.
Sono ben sei su dieci gli europei che considerano la dimensione economica come quella in assoluto più importante per loro: si va dall’89% degli spagnoli al 34% dei tedeschi,  passando per il 65% di italiani, 63% dei francesi e 51% dei britannici. Una priorità chiara, che riflette la situazione di crisi che attraversa il vecchio continente, pur con dinamiche diversificate tra i diversi paesi.

Ma se questa è la realtà, intesa come l’effettiva percezione delle persone, assai diversa è la rappresentazione che di questa realtà viene fornita dalla televisione e dai telegiornali in particolare. Così, se in Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna, i TG riflettono sostanzialmente – in termini di spazio dedicato – i temi evocati dall’agenda delle preoccupazioni di cittadini, in Italia si accentua l’anomalia già registrata in passato. 
Ai temi economici e del lavoro, la stragrande maggioranza dei notiziari italiani dedica tempi assai limitati: in media poco più del 6%. Per converso, gli spazi maggiori sono destinati alla “criminalità comune”. La quale non solo non è più tra le preoccupazioni principali degli italiani, ma è raccontata soprattutto nei suoi casi eccezionali (l’omicidio Scazzi, la scomparsa della ragazzina di Brembate), in forma seriale, una sorta di “reality” quotidiano, teso in qualche modo a dare corpo alla (presunta) “passione criminale” degli italiani, spiegata dai maggiori ascolti, come sottolinea nel suo commento il professor Ilvo Diamanti, direttore scientifico dell’Osservatorio. In questo quadro di forte “asimmetria tra percezione sociale e rappresentazione sociale”, dovuta anche al fatto che “le preoccupazioni economiche, la disoccupazione non piacciono molto a chi fa televisione, a chi governa e conduce i media” comincia ad emergere tuttavia una qualche novità significativa. Si fanno spazio modalità diverse di fare informazione televisiva – il TG di La7 e anche il TG3 Rai, ma anche il programma “Vieni via con me” – che, privilegiando la vicenda politica e la dimensione sociale, ottengono buoni risultati di ascolto. “Ciò suggerisce – conclude Diamanti – che la paura e l’insicurezza non sempre fanno crescere gli ascolti. Che sia, comunque, possibile fare ascolti alti anche senza puntare sulla criminalità, sull’angoscia alternata al gossip” e fa sospettare che la “ ‘passione criminale’ degli italiani sia, almeno in parte, un pregiudizio dato per scontato con troppa facilità”.

La sintesi del Rapporto è scaricabile sui siti: www.fondazioneunipolis.org - www.demos.it - www.osservatorio.it. Il Rapporto completo sarà disponibile tra una decina di giorni.

 

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