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Articolo 21 - Editoriali
Riappropriamoci di "Va pensiero", coro risorgimentale e unitario
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di Vittorio Emiliani

Il Comitato per la Bellezza propone ad altre associazioni culturali di organizzare una campagna mediatica per "Va' pensiero" strumentalizzato dalla Lega Nord in funzione anti-unitaria e quindi anti-italiana. Nel periodo in cui lo scrisse per "Nabucco", Giuseppe Verdi era, fra l'altro, animato da spiriti fortemente mazziniani. Per cui scrisse all'amico e librettista Francesco Maria Piave. "VSì, sì, ancora pochi anni, forse pochi mesi, e l'Italia sarà libera, una e repubblicana". Nel 1861 "libera e una" lo fu, "repubblicana" soltanto nel 1946. Ma Giuseppe Verdi la pensava così fin dal 1842. Non solo: nel gennaio del 1849 "inaugurò", si può dire, la seconda Repubblica Romana  (soltanto ora rivalutata appieno), rappresentando al Teatro Argentina la "prima" della "Battaglia di Legnano", opera più di ogni altra patriottica e italiana, presenti gli stessi Mazzini e Garibaldi, con un successo così fragoroso che il teatro venne invaso dal pubblico che agitava bandiere tricolori e reclamava il bis dell'intero ultimo atto (come avvenne).
    In questo 150° dell'Unità d'Italia dobbiamo quindi riappropriarci di "Va' pensiero", non per contrapporlo all'Inno di Mameli (operazione musicalmente priva di senso), bensì per rifarne a pieno titolo uno dei canti fondamentali del nostro Risorgimento nazionale ed europeo sottraendolo ad un uso ormai chiaramente anti-italiano. Questo dobbiamo fare con la più solenne delle dichiarazioni collettive.
     
*Comitato della Bellezza
   
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