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Articolo 21 - Editoriali
Una speranza: basta essere responsabili!
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di Paolo Vicchiarello

Dal mese di agosto di quest'anno ogni istituzione, ogni associazione di categoria, ogni esponente politico rilancia quasi quotidianamente due moniti sopra tutti: "basta parole" e "serve responsabilità".

Il monito alla responsabilità per eccellenza, che con tutta probabilità rimarrà scritta nelle pieghe della nostra storia, è stato quello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un monito, una raccomandazione, un'indicazione talmente forte da aver portato il Parlamento a dire sì alla manovra quasi senza colpo ferire. Responsabilità che si traduce alla fine dei conti in un salvacondotto, una amnistia per il Governo, per il Premier, per una squadra che, competente o no, si è dimostrata incapace di reagire con tempi e modalità adeguate ad una crisi annunciata dal 2007, pienamente iniziata nel 2008 e tragicamente peggiorata nel corso di questi tre anni. Ci vuole responsabilità, ci vuole sicuramente maturità politica e "civile", serietà da parte di tutti, politici per primi, al fine di evitare che il "nocchiere", chiunque esso sia, porti la nave contro le scogliere. Ma se il nocchiere ha perso la barra? Se non ce l'avesse mai avuta, se avesse deciso deliberatamente e incoscientemente di non prestare alcuna attenzione alla ciurma, al bastimento, agli stessi armatori che hanno deciso di mettergli in mano l'imbarcazione?

So che con tutta probabilità attirerò le critiche di molti, ma da cittadino italiano spero vivamente che gli inviti a maggiore responsabilità - che purtroppo in Italia si traducono nel rischio di rafforzare e prolungare la salute del Governo Berlusconi - non vengano più ascoltati. Spero che non vi sia più l'invito a turarsi il naso ed ingoiare il boccone amaro solo perché altrimenti il mercato finanziario internazionale ci punirà, spero che non si debbano dare garanzie al Presidente del Consiglio sulla pubblicazione delle intercettazioni per evitare che la credibilità del Paese venga ancora più compromessa (come se si potesse peggiorare), spero infine che non ci siano più leader politici o economici che arrivino a borbottare, criticare, sbraitare e alla fine assumersi ‘responsabilmente' il peso di permettere ad una classe dirigente allo sbando e disinteressata al futuro del Paese di continuare a governare.

La questione è molto più semplice di quanto si pensi e come al solito si tratta di metodo. In Italia abbiamo l'assurda pretesa di disinteressarci dei sintomi, di affrontare ogni problema senza alcun approccio analitico e soprattutto prestando attenzione quasi esclusivamente alle conseguenze e non alle cause. Un esempio pratico. Il nostro cane è agitato, soffre. Il cane latra, guaisce e lo fa a tutte le ore del giorno e della notte, svegliando i vicini che hanno già posto il problema durante l'ultima riunione condominiale. Cosa facciamo, lo portiamo dal veterinario affinché si capiscano le cause e si possa trovare una soluzione che lo curi e gli allevi il dolore del cane o chiediamo al veterinario se responsabilmente possiamo farci carico delle lamentele dei condomini e decidere di operarlo ed ammutolirlo per tutta la vita? E, qualora il veterinario non dovesse denunciarci e farci rinchiudere in una clinica psichiatrica, alla risposta che no, non si possono incidere le corde vocali per rendere muto un cane, cosa faremmo, inizieremmo a sgridare il cane, a minacciarlo col giornale arrotolato, ad intimare con un bastone di smetterla, di stare zitto, a spaventarlo con facce terrificanti e punizioni orribili, oppure gli somministriamo quantità sostanziose di sonniferi purché la smetta e non ci metta in imbarazzo?

Se il cane fosse mio, se io tenessi alla sua salute allo preferirei che venisse guarito, preferirei che il veterinario lo curasse adeguatamente e che non si appellasse alla sola responsabilità di evitare schiamazzi notturni per invitarmi a maltrattarlo e a zittirlo in ogni modo, ma sempre responsabilmente.

 

"Siate irresponsabili una volta in più e fatelo responsabilmente questa volta. Siate indignati e furenti, non ‘facinorosi' come vi definirebbe Michele Serra (grazie a Lidia Ravera che sul Fatto di oggi lo ha fatto notare). Siate pazzamente, incoscientemente irresponsabili, non giustificate le censure per timore che i mercati finanziari ne risentano, non accettate le scelte di un Governo che non governa, curate i mali del Paese perché torni in salute e non perché non si sappia in giro che è malato, mandate a casa Berlusconi e ricominciamo daccapo. Avete il mio placet, avete la benedizione dei cittadini, delle autonomie locali, delle associazioni di categoria, probabilmente di buona parte del mondo".

Ecco la mia intima speranza, da cittadino, di svegliarmi nei prossimi giorni e leggere questo monito, questo invito, questa raccomandazione da parte dei vertici istituzionali, politici, economici del Paese.

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