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Articolo 21 - Editoriali
Treni riciclati S.p.A.
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di Lorenzo Chiavetta

“Nuovo Intercity Plus”. “Nuovo Eurostar City”. “Nuova Freccia Rossa”. “Nuova Freccia Argento”.
Sono tante le “novità” annunciate negli ultimi anni dalle Ferrovie dello Stato italiane. Ma quanto c’è realmente di nuovo in questi treni? Proviamo a fare un’analisi.
Iniziamo con gli Intercity Plus (che hanno perso la denominazione “Plus” lo scorso giugno, con l’entrata in vigore del nuovo orario ferroviario). Nei corridoi dei vagoni si legge: “Treni sottoposti a rinnovamento degli interni”. Cosa assolutamente vera. Ma c’è un problema. Spesso, parte dei vagoni che compongono gli Intercity sono vagoni dell’Espresso, treno alquanto meno abbiente. Addirittura, ci sono dei casi in cui tutte le carrozze sono di natura “espressa”. Un esempio? Gli Intercity Notte “Bellini”1938 e 1939 che fanno sponda tra Roma Termini e Siracusa. Prima dell’entrata del nuovo orario, tali treni erano catalogati come Espressi. Da giugno, sono diventati Intercity, con conseguente aumento dei prezzi del biglietto. Morale? Treno uguale, nome diverso e biglietto più caro.
Andiamo avanti. Eurostar City. Questo treno ha di fatto sostituito gran parte degli Intercity presenti sulle tratte adriatiche, tirrene e transpadane. Sostituzione non fisica, visto che le carrozze sono le stesse del treno sopracitato, adeguatamente rinnovate. A livello di tempo di percorrenza, tutto è rimasto uguale ai precedenti treni, con l’aggravante dell’aumento del prezzo del biglietto, il quale fa riferimento ai canoni dell’Eurostar. Per questo motivo, il 16 ottobre 2008, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha disposto una sanzione monetaria nei confronti di Trenitalia per un importo pari a 280 mila euro (fonte Wikipedia).
 
Capitolo Alta Velocità. Sono due i treni appartenenti a questa categoria: la Freccia Rossa e la Freccia Argento. La prima altro non è che un Eurostar Etr 500 con livrea rossa-grigia. Un Eurostar verniciato. Tanto che il tempo di percorrenza per raggiungere Bologna, partendo da Roma Termini con la Freccia Rossa, è uguale a quello che intercorre per la stessa tratta con un Eurostar Etr 500.
Rimane poi la Freccia Argento. Anche qui, si è creata una mezza opera di riciclaggio. Infatti, accanto agli ultra moderni ETR 600, Trenitalia ha pensato bene di affiancare i vecchi ETR 485. La tattica è sempre la stessa: una mano di vernice rosso-grigia e il problema è risolto.
L’abito non fa il monaco. Bisognerebbe aggiungere “soprattutto quando è riciclato”.
 
Infine, rimanendo sempre in termini di ETR, quindi di Eurostar, sarebbe bene avere una maggiore trasparenza da parte dell’azienda parastatale nei confronti di chi usufruisce, pagando, del servizio.
La tipologia ETR è abbastanza vasta: 450, 460, 470, 485, 500, 600. I primi tipi, pur essendo vecchi di decenni (a bordo, non sono presenti nemmeno le prese elettriche), sono ancora in circolazione e godono dell’etichetta “Eurostar”. Al cliente, quando acquista un biglietto per un Eurostar, non viene notificato su che tipo di ETR viaggerà (solo sul sito internet è possibile avere notizie al riguardo). Per fare un esempio, gli Eurostar che percorrono la tratta Roma-Ancona sono tutti ETR 450, vale a dire i vecchi pendolini che entrarono in funzione nel 1988. I viaggiatori però non lo sanno e quando ci si ritrovano di fronte le esternazioni sono sempre uguali: “Capotreno, ma questo è un Eurostar?” o ancora “Sicuro che non abbiamo sbagliato treno?”. E via dicendo.
 
Forse, in un periodo in cui i ritardi dei nostri treni sono onnipresenti e dove si punta quasi esclusivamente sull’Alta Velocità dimenticandosi delle migliaia di cittadini italiani pendolari, una migliore trasparenza non farebbe altro che migliorare il servizio e soprattutto l'umore dei clienti.

lorenzo8619@hotmail.it

http://informale.ilcannocchiale.it

 

 

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