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Messina Denaro ora è solo
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di Nello Trocchia

Messina Denaro ora è solo

Terra bruciata attorno al latitante Matteo Messina Denaro, primula rossa della mafia siciliana. Una mega operazione della squadra mobile di Trapani, Golem 2, nel mandamento di Castelvetrano, ha sgominato la rete di protezione che ha contribuito e favorito la latitanza del superboss. In galera sono finiti in 18 tra familiari e insospettabili che avevano il compito di mantenere l’ordine e gli affari nel territorio. Imprenditori pronti a tutto pur di assecondare i voleri di Matteo Messina Denaro. Dopo questa nuova retata il boss è sempre più solo. " Questa operazione isola Matteo Messina Denaro, viene colpito il mandamento più importante - racconta il giornalista Rino Giacalone - quello di Castelvetrano. Quella trapanese è una mafia che ha avuto le mani insanguinate dalle stragi e dai delitti più efferati, ma che ha saputo trasformarsi in impresa, costruendo alleanze con la borghesia. Alcuni di quelli arrestati sono borghesi, insospettabili, imprenditori pronti a fare danneggiamenti per assecondare Matteo Messina Denaro". Dalle intercettazioni emergono particolari di questa devozione, un imprenditore nel settore dei calcestruzzi racconta di aver incontrato il latitante e di aver trascorso una lunga serata con Matteo Messina Denaro. Non manca la politica, in questa partita, in questa nuova rete di alleanze. E i complimenti dei politici ai magistrati della direzione distrettuale antimafia di Palermo potrebbero presto trasformarsi in contumelie quando in quella rete potrebbero, come già successo, finire anche esponenti del mondo politico.

Intervista a Rino Giacalone, giornalista de 'La Sicilia' e collaboratore di Liberainformazione


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