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5 Marzo: Tabacci, "Ecco la logica di Berlusconi: ho il consenso popolare, e mi pongo al di sopra della legge"
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di Michele Cervo

5 Marzo: Tabacci, "Ecco la logica di Berlusconi: ho il consenso popolare, e mi pongo al di sopra della legge"

“Se si tratta di una manifestazione per la Costituzione aderisco volentieri. Se poi è promossa da parlamentari che operano senza vincolo di mandato, nel pieno rispetto della carta costituzionale stessa, senza bandiere di partito, ma solo con la bandiera italiana, con queste caratteristiche volentieri aderisco”. Così Bruno Tabacci, esponente di Alleanza per l'Italia, intervistato da Articolo21 aderisce alla manifestazione promossa per il 5 marzo prossimo da un ampio cartello di associazioni.

Da questa situazione politica come se ne uscirà?                                                                             
“In questi anni molti commentatori più o meno attenti, più o meno intelligenti, hanno fatto passare l’idea che noi non eravamo più in una repubblica parlamentare, ma in una repubblica presidenziale di fatto, perché il popolo era chiamato ad eleggere direttamente il governo. Ovviamente si tratta di una bugia, ma questa bugia ha fatto molta strada ed ha determinato nel corpo dell’opinione pubblica questo virus. Ora sarebbe bene correre ai ripari prima che sia troppo tardi. In un’ iniziativa parlamentare la fiducia al governo la si ottiene in Parlamento non direttamente dal popolo. Perché la conseguenza che poi ne ha tratto l’onorevole Berlusconi è che siccome lui è stato eletto dal popolo ed ha il consenso popolare, può porsi al di sopra della legge. Lui non deve rispondere alla legge, anzi può cambiarle anche a suo favore perché ha il favore popolare. Questa è la sua logica, assolutamente assurda perché anche nelle repubbliche presidenziali l’equilibrio è dato dalla forza dei contrappesi. Qui da noi diciamo che ci siamo trasformati in un sistema che guarda più all’esperienza della Russia di Putin che a quello delle democrazie occidentali. Questo è estremamente negativo”.

Secondo Lei è necessario modificare l’articolo 41 della Costituzione per sburocratizzare le procedure per le imprese o sarà solo un pretesto per mettere mano successivamente ad altri articoli della carta?
“L’Italia ha avuto uno sviluppo clamoroso negli anni 50 60 con l’articolo 41. L’idea che ci fosse un vincolo sociale non ha impedito all’Italia di avere dei ritmi di sviluppo che erano come quelli cinesi di oggi. D’altro canto questo governo ha un ministro per la semplificazione, Calderoli, ed un ministro per la riforma della pubblica amministrazione e per il superamento dei vincoli burocratici, Brunetta. Dovremmo aspettarci che attraverso la via ordinaria si trovassero delle soluzioni. In realtà come si vede nella vicenda del federalismo fiscale c’è il rischio che ci sia un aumento della pressione fiscale accompagnato da una crescita della burocrazia. Quindi non c’è bisogno di modificare l’articolo 41, basta governare bene. E pare che tale obiettivo sia molto lontano dalle intenzioni e dalle capacità di questo governo”. 

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