di Matteo Muzio
Niente Corriere della Sera in edicola domani. Il Comitato di Redazione, ha proclamato a maggioranza un giorno di sciopero come “estrema misura” contro le ultime decisioni della direzione. Questo potrebbe essere il primo di un pacchetto di sei giorni. Prima dello sciopero però, bisogna fare una premessa. Con la partenza di Marco Pratellesi, che ha lasciato la guida di Corriere.it per passare al gruppo Condè Nast, c’è stato un valzer di poltrone. Al sito è andato Paolo Rastelli, caporedattore centrale che già si occupa del flusso di notizie tra carta e web. Al posto di Rastelli è arrivato il capocronista dell’edizione locale di Milano, Giancarlo Perego. Che nelle intenzioni di Ferruccio De Bortoli dovrebbe essere sostituito da Ugo Savoia, attuale direttore del Corriere del Veneto. Però il Corriere del Veneto non è edito da Rcs, ma da una joint venture di imprenditori veneti, riuniti in “Editoriale Veneto Srl”, con Rcs. Quindi si tratterebbe dell’assunzione di un esterno, contraria alla regole dello stato di crisi proclamato l’anno scorso a giugno. “Questa decisione va contro gli accordi- dice Andrea Nicastro, capo del Cdr del quotidiano di via Solferino – presi tra noi e il direttore per il rilancio del giornale, come ad esempio con “Mentana Condicio” o le pagine del weekend. De Bortoli Ci ha supportato, riducendo gli esuberi e contenendo i sacrifici. Adesso però, dopo il cambio dei membri del Consiglio d’Amministrazione di Rcs, il direttore rompe questa prassi. Anzi, ha detto che è costretto a trasferire i giornalisti, anche senza il loro consenso. Noi siamo contrari a questa scelta. Un prossimo direttore potrebbe spostarli quando questi danno fastidio a qualche potente. Ferma restando la nostra stima per il collega Savoia, il suo caso creerebbe un precedente. Perché non si possono mandare in pensione anticipata quarantasette colleghi e poi assumerne un altro da fuori”. Poi c’è la questione delle piattaforme multimediali, come CorriereTv o le notizie sugli Smartphone. Aggiunge Nicastro: “Siamo d’accordo che il Corriere della Sera debba andare anche sui nuovi media. Ma non che le notizie di questi nuovi media vengano fatte da altre strutture di Rcs quando non da aziende esterne. Se non c’è il controllo dei giornalisti del Corriere, questi prodotti non sono più nostri, sono un’altra cosa”. Ma rimane uno spiraglio aperto: “Noi speriamo che sia l’ultimo giorno di sciopero e che il direttore ritorni sui suoi passi. Il Cdr fino ad adesso non aveva voluto fare ricorso all’arma dello sciopero fino ad adesso, avendo sempre avuto fiducia nel direttore. Speriamo di poter presto ricucire su questi argomenti”.