di Elisabetta Viozzi
Il 7 gennaio scorso, a Rosarno, alcuni lavoratori africani vengono presi di mira con un fucile ad aria compressa. Ne segue una rivolta che segnerà il punto di non ritorno di una spirale che per tre giorni, a Rosarno, sfiorerà la guerra civile. In centinaia, gli immigrati si riversano da più punti dentro il paese a protestare, a urlare, a distruggere quello che incontrano sulla loro strada. Alla rabbia dei lavoratori africani risponde la rappresaglia, forse guidata dalle cosche locali, coinvolgendo parte della popolazione in quello che spesso diventa vero e proprio linciaggio dell’uomo nero. Violenza in risposta alla violenza fino a che il Governo non ritiene l’evacuazione come unica soluzione possibile. Ma da lì sono partite le indagini sullo sfruttamento dei lavoratori agricoli nella zona. E ora i primi arresti: almeno 30 caporali finiti in carcere o agli arresti domiciliari con beni sequestrati per un valore di 10 miliardi.
Ascolta l'intervista ad Antonello Mangano