di Federico Orlando*
Cara Europa, da due o tre giorni, aprendo la terza rete Rai alle7 del mattino per accompagnare la mia colazione con “Il Caffé” di Corradino Mineo, invece della storica trasmissione trovo un'oscena miscellanea di testate e testatine di provincia, che ci offronio il quadro del pettegolume italiano. Cosa vuole che freghi a me se a Campobasso una zingara ha tentato di rubare un mela al mercato o se a Verona una palazzina rossa è stata ridipinta in verde? Eravamo interessati, credo in molti, alla rassegna sui grandi problemi del giorno, che Mineo faceva con intervento di personalità esterne (ogni giorno un interlocutore diverso, di tutto l'arco politico). La solita aggressione berlusconiana? Il dubbio, più che naturale nell'Italia del monopolio Raiset, come lo definite , si è rafforzato in seguito alla denuncia del premier di martedì sulla “troppa” libertà di stampa che ci affliggerebbe; e per la solita accusa di “denigrare l'Italia”, prendendo spunto stavolta da un film di Sabina Guzzanti sulla ricostruzione a L'Aquila. Ma perché dovremmo credere solo al Tg1 o a Rete 4 ? (Fernando Pellegrini, Roma)
Caro Pellegrini, sulla vicenda del Caffé, che mi ha indotto a chiudere la Tv della Raiset anche al mattino, dopo aver provveduto da tempo a farlo la sera (ascolto le radio libere e guardo dvd di film classici o di grandi inchieste sui problemi del mondo), è stato lo stesso amico Corradino Mineo a dire a Radio radicale che la sua rubrica, espulsa dalla tv di tutti per essere spedita sul satellite, è stata sostituita da una stupida e costosissima rassegna di giornali e giornalucoli che richiedono l'impegno di un gran numero di giornalisti collegati. Può capitare così che ieri mattina, tra fatti e fatterelli locali, non siano rientrate anche le dimissioni di Scajola. Ma pare che per “Il Caffé” non ci sia stato il solito brutale diktat di Berlusconi a Rai Authorty e Commissione di”vigilanza” (ma di che?) Pare invece che la cupidigia di servilismo dell'Azienda abbia addirittura prevenuto e superato l'odio del premier e del suo partito per l'informazione critica. Ieri il signor Romani, candidato in pectore alla successione di Scajola e da sempre guardiano dell'intangibile conflitto d'interessi, ha indicato Ballarò tra i programmi da mettere, come dire, nella lista nera.
Quanto al film di Sabina Guzzanti sul terremoto e la ricostruzione a L'Aquila, l'on. Giulietti, portavoce di Articolo 21, ha dichiarato: “Troviamo incredibile che, ancor prima che il film sia proiettato a Cannes, si sia già scatenata una canea contro Draquila, appunto il film di Sabina Guzzanti. Forse, dopo buttato l'attrice fuori dalle tv del polo Raiset, ora vorrebbero anche impedirle l'accesso in sala. Purtroppo per loro, e per fortuna di tanti italiani, non ci riusciranno. Anzi la rabbia di oggi sarà un ulteriore incentivo a vedere il film e ad opporsi a qualsiasi tentativo di boicottaggio”. (Com ' è accaduto, aggiungo io, per il film Agorà, sul martirio della filosofa pagana Ipazia da parte di fondamentalisti paleocristiani, arrivato nelle sale italiane dopo anni). Infine, a proposito dell'indifferenza dell'elettorato berlusconiano, ovvia in fascisti, affaristi e veteroconservatori, agli altri vorrei ricordare, affinché le imparino a memoria, le parole che scrisse la grande Elsa Morante pochi giorni dopo la fine di Mussolini, del suo regime e dei loro delitti: “Perché il popolo tollerò, e addirittura applaudì, questi crimini? Una parte per insensibilità morale, una parte per astuzia, una parte per interesse e tornaconto personale (…) Purtroppo, il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto. Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei”. Speriamo per tutti che la storia non si ripeta con troppo uguale al passato. (Federico Orlando)
* Europa Quotidiano - 6 maggio 2010