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Blocco banda larga: " Grave danno per il paese"
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di redazione

Blocco banda larga: " Grave danno per il paese"

"Non si puo' che concordare con il presidente dell'Agcom Calabro': il blocco della banda larga e' un grave danno per il Paese". Lo affermano i senatori del Pd Luigi Vimercati e Vincenzo Vita che ricordano come "alla fine i famosi 800 milioni di euro promessi dal viceministro romani per sostenere la diffusione della banda larga sono scomparsi
definitivamente". "Il governo Berlusconi - proseguono - conferma la sua ostilita' all'innovazione del sistema. L'Italia
e' e rimarra' agli ultimi posti in Europa per la diffusione della banda larga. Cittadini e imprese rimarranno per lungo
tempo in serie B. Le chiacchiere di Brunetta sull'efficienza della Pubblica amministrazione restano chiacchiere, perche' non si fa efficienza senza innovazione". "Le imprese - concludono Vimercati e Vita - faranno sempre piu' fatica a competere sul mercato globale senza poter innovare le proprie comunicazioni e senza irrobustire la propria presenza sulla Rete. Il sistema formativo non potra' disporre di un bene pubblico come le Reti di nuova generazione per costruire nuovi saperi e formare cittadini all'altezza delle sfide del mondo contemporaneo. E' facile prevedere che in questa situazione l'Italia uscira' piu' tardi e soprattutto piu' debole dall'attuale crisi economica".

Ordine del Giorno n. G3.100 al DDL n. 1791


G3.100
VIMERCATI, VITA, FILIPPI MARCO, SIRCANA, DONAGGIO, FISTAROL, MORRI, MAGISTRELLI, PAPANIA, ZANDA, RANUCCI, PERDUCA (*)
Respinto
Il Senato,
            in sede di esame dello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico per l'anno finanziario 2010,
        premesso che,
            l'Italia presenta scarsi valori di alfabetizzazione informatica rispetto agli altri grandi Paesi europei (il 50 per cento degli italiani non ha mai utilizzato internet contro il 26 per cento dei Francesi, il 20 per cento dei Tedeschi e il 18 per cento dei Britannici); a livello geografico, l'adozione della connessione a banda larga fa registrare ancora notevoli differenze sia fra regione e regione, sia fra Nord, Centro e Sud, e circa il 12 per cento della popolazione risulta in condizioni di digital divide (dispone di una velocità di connessione inferiore a 1 Mb/s); a causa dell'esponenziale crescita del traffico internet, le analisi di lungo periodo mostrano la crescente necessità di iniziare a pianificare una nuova rete telematica in grado di supportare volumi di traffico molto più sostenuti, mentre gli investimenti sulla rete in fibra previsti da Telecom Italia sono stati rivisti al ribasso;
            il bilancio di previsione dello stato per l'anno finanziario 2010 e il bilancio pluriennale per il triennio 2010-2012 confermano le più nere previsioni sugli effetti della crisi sulla economia nazionale con la prevista riduzione del prodotto interno lordo (PIL) nel 2009 del 4,8 per cento. Per il prossimo anno, mentre si prevedono consistenti incrementi del PIL i tutti i principali paesi sviluppati, in Italia è prevista una crescita solo dello 0,7 per cento. Tale divario è confermato anche dall'andamento negativo degli indicatori della produttività, che cadrà di 2,4 punti nel 2009 sottolineando la fragilità del nostro sistema produttivo;
            in tutti i paesi sviluppati ed emergenti gli investimenti in nuove tecnologie sono ritenuti decisivi come parte delle misure anticicliche per uscire rapidamente e positivamente dalla crisi. In particolare, il piano francese France numérique 2012, quello inglese Digital Britain e quello americano American Recovery and Reinvestment Act" destinano somme ingenti allo sviluppo della banda larga nei rispettivi paesi;
        considerato che:
            le nuove tecnologie digitali sono ritenute unanimemente causa prima dell'aumento della produttività delle imprese;
            nel disegno di legge di bilancio 2010 non vi sono risorse per l'implementazione della rete in banda larga;
            vengono cancellati i già magri stanziamenti per sostenere la diffusione del digitale terrestre,
        impegna il Governo:
            a sbloccare in tempi rapidi l'iter autorizzativo del Piano per la banda larga attualmente fermo al Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), confermando l'impegno di 800 milioni di euro enunciato dal viceministro Romani nella recente audizione al Parlamento;
            a ripristinare lo stanziamento di 30 milioni di euro per sostenere lo sviluppo del digitale terrestre, al fine di non far gravare sulle famiglie povere il peso della innovazione del sistema radiotelevisivo.


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