di Giuseppe Giulietti
“Deve passare la nottata..”, recitava e scriveva il grandissimo Eduardo De Filippo, esprimendo il dolore e il disagio di chi è costretto ad aspettare, a sperare che il male e la malvagità passino, magari spazzate da una salvifica tempesta o sradicate dal Dio dei giusti e degli onesti. Noi, tuttavia, non possiamo permetterci di aspettare né che la nottata passi, né che un Dio decida finalmente di buttare un occhio su questa terra da tempo lasciata nelle mani del maligno…
La legge bavaglio, come ben sanno i nostri lettori, non è una delle tante porcate, ma la porcata berlusconissima, quella che stava al centro del progetto della loggia P2.
Con questa norma si è cambiata la Costituzione e si è sferrato un colpo mortale al diritto di cronaca e al ruolo e alla funzione della magistratura.
Stiamo entrando a passo di carica nel nuovo regime, una sorta di repubblica presidenziale autoritaria a telecomando unificato, nella quale informazione, giustizia, sindacati, parlamento, sono ridotti a larve che formalmente potranno mantenere l’antico aspetto, ma in realtà saranno state svuotate da ogni reale funzione di contrappeso e di controllo dell’esecutivo e delle sue azioni.
Non casualmente la legge bavaglio è stata approvata con il voto di fiducia mentre, nelle stesse ore, si stava e si sta consumando l’assalto finale alla Rai, attraverso la espulsione dei programmi sgraditi e l’ introduzione di norme tese a stroncare l’autonomia editoriale, industriale, politica del servizio pubblico. La Rai è destinata a diventare una succursale del polo raiset , gli eventuali contributi statali saranno collegati alla subordinazione politica, al servaggio.
“Non firmerò il contratto di servizio, se ancora ci saranno i programmi a me sgraditi..” aveva tuonato il presidente del Consiglio, nonché ministro ad interim delle comunicazioni, nonché proprietario di Mediaset . Qualche ora dopo aveva rettificato. “Possibile che non si possa mai scherzare…?” aveva dichiarato un serafico Bonaiuti.
Invece, almeno per una volta, il sultano aveva detto la verità . Non gli basta la legge bavaglio,vuole un grande immenso bavaglio, un grande e tombale silenzio, un enorme e funereo palcoscenico sul quale possa esibirsi da solo, magari accolto da una base registrata con tanto di inni, cori, applausi.
Allora non possiamo aspettare che la nottata passi, dobbiamo accorciare i tempi, accendere i lumi, portare le torce laddove vorrebbero il buio.
Ciascuno faccia quello che può, ma non rinunci alla azione individuale.
Non restiamo in attesa del grande evento o peggio di quello che faranno o non faranno i finiani, pensiamo a quello che faremo noi.
Possiamo listare a lutto i nostri siti e i nostri blog, come ha deciso di fare articolo 21 e come stanno facendo tanti altri aderendo alla nostra iniziativa.
Possiamo aprire i giornali con una pagina bianca, come ha scelto di fare Repubblica
Possiamo far precedere o far seguire ogni servizio radio o tv dalla scritta ”Questo servizio non potrà più essere trasmesso se e quando sarà approvata la legge bavaglio..”.
Possiamo aprire un sito all’estero, come ha deciso di fare il Fatto, per far impazzire il censore.
Possiamo impegnarci a pubblicare tutto il materiale di rilevanza sociale e di interesse pubblico, intercettazioni comprese, non solo sui siti e sui blog, ma persino sulle bacheche, sui vecchi giornali murali, sulle lenzuola, sui palcoscenici teatrali, come hanno suggerito le ragazze e i ragazzi della rete degli studenti e della unione degli universitari.
Possiamo fare e faremo mille altre cose, in Europa e in Italia, sino a quando non riusciremo a cancellare questa legge vergogna e a mandare a casa i mandanti e gli esecutori.
Per raggiungere questo obiettivo occorre, tuttavia, la capacità di riunire quanti nei partiti , nei sindacati, nelle associazioni hanno a ancora a cuore lo stato di diritto e la costituzione.
Le generose e sacrosante iniziative che noi stessi abbiamo proposto hanno bisogno di essere sostenute da un ampio, forte, unitario movimento di popolo capace di contrastare senza soluzione di continuità la macelleria sociale e quella dei diritti, i tagli e i bavagli.
Abbiamo bisogno che tutte queste azioni siano concordate e condivise, senza gelosie, senza ripicche, senza protagonismi che potrebbero rivelarsi rovinosi.
Articolo 21 lavorerà con la consueta determinazione per mettere insieme il più vasto schieramento possibile, per allargare il già grandissimo fronte che diede vita alla manifestazione del tre ottobre scorso in piazza del popolo, a Roma.
Per queste ragioni parteciperemo martedì prossimo all’ assemblea convocata dalla federazione della stampa e mercoledì 16 giugno, alle ore 18, al circolo della Camera dei deputati, via dei Campi sportivi 5, Roma, ci ritroveremo per la assemblea nazionale di articolo 21 che sarà aperta a chiunque vorrà condividere con noi questo percorso di lotta e di impegno civile.
LEGGI E SOTTOSCRIVI L'APPELLO: "SUBITO UNA GRANDE MANIFESTAZIONE NAZIONALE"
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