(di Claudio Accogli) (ANSA) - ROMA, 11 GEN - Dovra' presentarsi in tribunale il prossimo 19 gennaio a Zurigo Rudolf Elmer, il 'secondo Bradley Manning', l'uomo che nel 2007 passo' a Wikileaks i file riservati sugli investimenti offshore della banca svizzera Julius Baer.
All'epoca, la pubblicazione dei documenti riservati porto' un giudice americano a ordinare l'oscuramento di Wikileaks.
Elmer e' il primo 'informatore' del sito fondato da Julian Assange a finire sotto processo. Il procedimento a carico di Bradley Manning infatti, il soldato in carcere a Quantico in Virginia con l'accusa di aver dato a Wikileaks il video dell'elicottero americano che spara sui civili in Iraq causando la morte, tra gli altri, di un reporter della Reuters, e' ancora allo stato iniziale. Manning e' anche sospettato di aver passato a Assange l'ultima ondata di dispacci del Dipartimento di Stato.
Elmer, un ex dipendente della Julius Baer licenziato nel 2002, aveva tentato inizialmente di denunciare alle autorita' fiscali le attivita' a suo dire illegali della banca, che avrebbe aiutato i clienti a costruirsi paradisi fiscali esentasse alle alle isole Cayman.
Poi la decisione di mettere tutto online su Wikileaks: 'Ho ricevuto delle istruzioni da parte loro e abbiamo avviato dei contatti tramite messaggi codificati - ha detto Elmer in una intervista a Swissinfo.ch -. I giuristi di Wikileaks e il caporedattore Julian Assange si sono occupati della traduzione della denuncia che avevo inoltrato alla Corte europea'.
La pubblicazione su Wikileaks scateno' la reazione di un giudice californiano, che nel febbraio 2008 ordino' al provider che gestiva il dominio di Assange e compagni di oscurare il sito. La banca svizzera aveva precedentemente denunciato la 'illecita' diffusione' di dati 'rubati' sulle proprie attivita' finanziarie e i propri clienti.
Due settimane dopo la decisione del giudice - Wikileaks, come accaduto anche quest'anno rimase comunque visibile grazie ai domini basati in Europa - la banca Baer decise di ritirare la denuncia, sotto la pressione di numerosi media e organizzazioni per i diritti civili, tra cui l'Aclu.
Elmer intanto, che non ha mai voluto nascondere la sua identita' di 'leaker', dovra' presentarsi in aula per rispondere di diversi reati. Su Wikileaks non ha cambiato idea: 'Spero che possa sopravvivere: si tratta del solo strumento riconosciuto a livello internazionale che protegge efficacemente l'identita' dei 'whistleblower'. Sto pensando in particolare a coloro che vivono in paesi come la Cina, la Corea del Nord, l'Iran o l'Iraq. Wikileaks deve continuare ad esistere'.