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Eutelia, Damiano: " Ora se ne occupi il Governo"
di redazione
La giornata di ieri è stata contrassegnata dalle dure reazioni e prese di posizione a sostegno dei lavoratori dell'Agile (ex Eutelia, sede romana zona tiburtina), in occupazione permanente da 13 giorni. Immediata la reazione di sindacati e forze politiche che hanno visto susseguirsi due conferenze stampa. “L'attacco in piena regola ai lavoratori dell'Eutelia, da parte dell'amministratore delegato è un atto di inaudita gravità”. Così Cesare Damiano commenta la vicenda che ha visto l'irruzione di uomini assoldati da Landi per far sgombrare la sede romana dell'Eutelia, o, come ormai si dovrebbe dire, dell'ex-Eutelia. Damiano che ieri è stato tra i protagonisti della conferenza stampa organizzata dal Pd inerente alla questione, sottolinea: “...prevale una visione finanziaria a scapito di una prospettiva industriale e della valorizzazione manodopera qualificata”.
“Come partito democratico- continua Damiano- chiederemo con un interpellanza urgente che il confronto fra azienda e sindacato si sposti alla presidenza del consiglio e che il governo si occupi anche delle commesse pubbliche ( che non sono poche) e che non si dimentichi il fatto che non si tratta di un'azienda in crisi, ma un problema di gestione... si tratta infine di valutare se questa proprietà si ancora in grado di seguire l'azienda”
Duri e senza sconti le reazioni del mondo sindacale, che non esitano a pronunciare la parola fascismo per descrivere efficacemente l'irruzione in azienda: “Un pezzo importante del ‘Sistema Italia’ ha come fornitore questa azienda”, ha sottolineato Emilio Miceli, segretario generale della Slc-Cgil. “Come può succedere - ha aggiunto - che un gruppo non paghi il salario ai lavoratori, li licenzi, evada i contributi previdenziali, sia al centro di una lunga sequela, da Catanzaro a Roma, di minacce ai delegati sindacali, svolga servizi e tratti dati sensibili della Pubblica amministrazione, ed ancora sia concessionario di importanti appalti da parte dei più grandi gruppi di telecomunicazione?”
La storia dell'azienda è contrassegnata da una serie di compravendite, tanto da rendere difficile una ricostruzione chiara dell'intera vicenda aziendale. L'unica certezza sono i dipendenti che rischiano il licenziamento di massa: 1.200, 284 solo a Roma, ovvero i dipendenti di Agile, acquistata a giugno da Omega, lavoratori senza stipendio da luglio senza stipendio.
“Come partito democratico- continua Damiano- chiederemo con un interpellanza urgente che il confronto fra azienda e sindacato si sposti alla presidenza del consiglio e che il governo si occupi anche delle commesse pubbliche ( che non sono poche) e che non si dimentichi il fatto che non si tratta di un'azienda in crisi, ma un problema di gestione... si tratta infine di valutare se questa proprietà si ancora in grado di seguire l'azienda”
Duri e senza sconti le reazioni del mondo sindacale, che non esitano a pronunciare la parola fascismo per descrivere efficacemente l'irruzione in azienda: “Un pezzo importante del ‘Sistema Italia’ ha come fornitore questa azienda”, ha sottolineato Emilio Miceli, segretario generale della Slc-Cgil. “Come può succedere - ha aggiunto - che un gruppo non paghi il salario ai lavoratori, li licenzi, evada i contributi previdenziali, sia al centro di una lunga sequela, da Catanzaro a Roma, di minacce ai delegati sindacali, svolga servizi e tratti dati sensibili della Pubblica amministrazione, ed ancora sia concessionario di importanti appalti da parte dei più grandi gruppi di telecomunicazione?”
La storia dell'azienda è contrassegnata da una serie di compravendite, tanto da rendere difficile una ricostruzione chiara dell'intera vicenda aziendale. L'unica certezza sono i dipendenti che rischiano il licenziamento di massa: 1.200, 284 solo a Roma, ovvero i dipendenti di Agile, acquistata a giugno da Omega, lavoratori senza stipendio da luglio senza stipendio.
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