ROMA - Sono partiti da piazza della Repubblica i migliaia di manifestanti che hanno aderito alla manifestazione nazionale organizzata dalla Cgil con le categorie del Pubblico impiego e dei Lavoratori della Conoscenza.
Tra di loro, nelle prime file, compaiono slogan come «Un paese senza memoria è un paese senza futuro».
Oppure "i mercati internazionali si rifiutano di ballare il bunga-bunga", scritto su un cartellone con la siluette di una ragazza in bikini, al quale erano appesi indumenti di biancheria intima.
Ad aprire il Corteo uno striscione dell'Associazione nazionale Partigiani. Striscioni e bandiere hanno testimoniato l'arrivo di gruppi di lavoratori da tutte le regioni d'Italia.
"Siamo soddisfatti di questa grande partecipazione", ha commentato il segretario confederale della Cgil Fulvio Fammoni. La manifestazione è organizzata dalla Cgil con le categorie Fp-Cgil e Slc-Cgil.
"Questo governo è contro i lavoratori". E' uno dei primi commenti del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, alla testa del corteo. La partecipazione "é ottima", ha aggiunto, commentando la grande partecipazione.
"Il paese ha bisogno di crescere", queste le parole della Camusso, "Siamo alla conferma che il governo non ha alcuna idea della crescita. Si è penalizzato il lavoro dipendente e il lavoro pubblico".
"C'è un Paese che non ne può più, un Paese che non vuole avere tutto sulle sue spalle, un Paese che sconta tre anni di negazione della crisi. E diciamola come va detta, c'è un paese che non recupera credibilità se questo governo non se ne va il più in fretta possibile".
CORTEO CGIL IN ARRIVO A PIAZZA DEL POPOLO L'ultima coda del corteo sta sfilando in direzione di piazza del Popolo dove si concluderà la manifestazione indetta dalla Cgil contro la politica del governo nei confronti dei dipendenti pubblici. Sono intanto iniziati gli interventi dal palco. In attesa delle conclusioni della segretaria nazionale della Cgil Susanna Camusso, si ricordano le 4 lavoratrici morte a Barletta lo scorso 3 ottobre in seguito al crollo di una palazzina. 'Senza il servizio pubblico sei privato dei tuoi dirittì, si legge in due grandi pannelli ai lati del palco, sotto le scritte il disegno di due forbici allude ai tagli della manovra finanziaria. La piazza è gremita di gente. Tra la folla insegnanti espongono cartelli che indicano il numero degli studenti educati sottolineando 'sono stato io a dargli una prospettivà.
RIAPERTE STRADE IN ZONA TERMINI-REPUBBLICA Alle 16, con il passaggio del corteo dei lavoratori della Cgil Funzione pubblica, sono state riaperte le strade della zona Termini-Repubblica. Lo rende noto l'Agenzia per la Mobilità di Roma. Restano le deviazioni dei mezzi pubblici di trasporto previste tra Barberini e piazza del Popolo. Le linee deviate, aggiornate, sono 19: H, 36, 52, 53, 60, 61, 62, 63, 80, 84, 85, 116, 117, 119, 175, 492, 590, 630. 910.
VENDOLA: «PUBBLICO IMPIEGO ANGOSCIATO, BERLUSCONI FUGGE» «Credo che il mondo del pubblico impiego viva una fase di angoscia, venendo umiliati con un atteggiamento drammatico». Lo afferma il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, in piazza con i manifestanti. «È stato rotto il patto di fiducia tra cittadini e Stato. Noi avremmo bisogno di valorizzare il lavoro del pubblico impiego. Servono investimenti per rilanciare la sanità pubblica, la scuola pubblica». «Mandare Berlusconi a casa - conclude Vendola - è importante perchè il paese reale è quello della tragedia di Barletta, quello che si è visto nelle piazze di Italia ieri e che c'è qui oggi, e invece il Presidente del Consiglio fugge».
RETE STUDENTI, OGGI IN PIAZZA AL FIANCO LAVORATORI La Rete degli Studenti Medi e l'Unione degli Universitari oggi sono a Roma in piazza al fianco dei lavoratori della funzione pubblica e della conoscenza. Pullman di studenti - dicono in una nota le due organizzazioni - sono arrivati da tutta Italia per lanciare un forte messaggio: «senza pubblico nessun futuro, già le mani dalla natura pubblica dell'istruzione nel nostro Paese». «I tentativi di privatizzazione messi in atto ripetutamente da questo governo - spiegano - non sono e non saranno mai accettati dagli studenti medi e universitari di questo paese. Dall'istruzione alla sanità, immaginare un futuro in cui queste istituzioni statali siano privatizzate è per noi impossibile». «Nelle prossime settimane lanceremo un percorso di assemblee nel scuole e nelle università, per raccogliere le proposte per migliorare un sistema d'istruzione che deve essere rifondato, e su forti radici pubbliche» aggiungono. «Oggi, dopo tre anni di tagli e distruzione ad opera del ministro Gelmini, l'istruzione superiore non può più ritenersi pubblica. Per questo oggi e durante tutto l'autunno saremo al fianco dei lavoratori della Cgli nelle piazze italiane per ricordare che senza pubblico, e senza di noi, non ci sar… nessun futuro per il nostro Paese» concludono.
CGIL: I NODI DELLA PROTESTA, DA PENSIONI A STIPENDI Un docente di scuola media con oltre 20 anni di servizio perderà in 4 anni circa 9 mila euro. Un segretario scolastico circa 5.000 euro. Non serve molto per spiegare le ragioni che hanno spinto la Cgil ha portare oggi in piazza i lavoratori del settore pubblico e della scuola. Le ultime manovre - con il blocco dei salari, l'allungamento dell'età pensionabile per le donne, il contributo oltre i 90.000 euro (contro i 300.000 euro dei privati) - hanno inciso pesantemente sul settore. E poi, sulle spalle, gravano ulteriori minacce, come la richiesta contenuta nero su bianco nella lettera della Bce al governo italiano di ridurre gli stipendi. «Il Governo dovrebbe valutare - hanno infatti scritto l'attuale presidente Jean Claude Trichet e il suo successore Mario Draghi - una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover e, se necessario, riducendo gli stipendi».
- TAGLI OCCUPAZIONALI: «L'obiettivo annunciato dal Governo e dal ministro della Funzione Pubblica è tagliare oltre 300.000 dipendenti nel pubblico impiego tra il 2008 e il 2013», hanno spiegato la segretaria della Fp Cgil, Rossana Dettori e il segretario confederale di Corso d'Italia, Fulvio Fammoni. L'obiettivo viene raggiunto in molti modi, ma anche riducendo i fondi del settore pubblico con i quali vengono anche assunti collaboratori. Nella scuola, dal 2009 al 2012 il taglio dei posti in organico sarà pari a 131.900 unità (87.400 docenti, 44.500 collaboratori scolastici e amministrativi) in base a quanto previsto dalla manovra del 2008, ai quali si aggiungeranno altri 8.200 posti per decreto dello scorso luglio.
- STIPENDI BLOCCATI, PERDITE PESANTI: Nell'agosto 2010 la manovra aveva previsto un intervento sugli scatti di anzianità dei docenti e dei personale della scuola, poi nel 2011 è arrivato il blocco triennale, fino a tutto il 2014, degli stipendi e della possibilità di progressione economiche e di carriera. Quest'ultima manovra vale una perdita di 2.692 euro l'anno per gli impiegati dei ministeri, di 3.433 euro per quelli delle agenzie fiscali, di 2.777 per il personale degli enti territoriali, di 2.944 euro per il dipendenti del servizio sanitario nazionale. Se si guarda anche l'effetto dei tagli sui salari accessori l'importo sale ancora di ulteriori 540 euro l'anno.
- PENSIONI: Gli interventi sono più di uno. C'è il pagamento posticipato di 2 anni per il trattamento di fine servizio (il Tfr pubblico) per i pensionamenti di anzianità e di 6 mesi per chi va in pensione con 65 anni d'età o con 40 anni di contributi. A questo si aggiunge il pensionamento a 65 anni per le donne e l'arrivo della finestra mobile per tutte le pensioni
- LE ALTRE NORME: Ma anche altre norme, introdotte di recente, incidono sui lavoratori pubblici. I trasferimenti territoriali possono essere decisi dal dirigente. È stata resa obbligatoria la visita fiscale dal primo giorno di assenza se questa si verifica nelle giornate precedenti o successivi a quelle non lavorative. Si invertono le regole per cui sarà l'amministrazione a decidere unilateralmente se accettare o meno il trattamento in servizio del dipendente che ha superato i limiti d'età per la pensione. C'è poi il contributo per i redditi alti: un 3% di tassazione che per i lavoratori pubblici parte oltre i 90.000 euro di reddito l'anno mentre per i privati (che potranno anche dedurlo) solo quando si superano i 300.000 euro.