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ETERNIT: PROCESSO CONCLUSO, SENTENZA DAL 13 FEBBRAIO
TORINO, 21 NOV - Con gli ultimi interventi delle difese si � concluso oggi a Torino il maxi-processo Eternit, relativo alle migliaia di casi di malattia e di morte provocati - secondo l'accusa - dall'amianto lavorato in quattro sedi italiane della multinazionale dell'amianto.
Il presidente del tribunale, Giuseppe Casalbore, ha aggiornato la causa al 13 febbraio: a partire da quella data, in cui verranno esaurite tutte le incombenze di procedura, la sentenza potr� essere pronunciata.
I pm Raffaele Guariniello, Gianfranco Colace e Sara Panelli hanno chiesto di condannare a vent'anni di carcere i due imputati, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier, di 64 e 89 anni, accusati di disastro doloso.
'Il processo - � la replica di Guido Carlo Alleva, uno dei difensori del magnate elvetico - non ha dimostrato l'esistenza di responsabilit� di carattere penale per il mio assistito. Lui, all'epoca della sua gestione, tent� di garantire controlli rigorosi dal punto di vista della sicurezza dell'ambiente e dei luoghi di lavoro. In materia di amianto sono le autorit� pubbliche ad avere accumulato ritardi immensi: a cominciare dal legislatore'.
Cesare Zaccone, difensore di De Cartier, afferma che il belga 'non si occup� mai in prima persona degli stabilimenti della Eternit italiana'. 'In due anni - ha aggiunto - � stato in Italia otto volte, ma solo per partecipare ai consigli di amministrazione. A suo carico non ci sono elementi. Io sono fiducioso'.
Il presidente del tribunale, Giuseppe Casalbore, ha aggiornato la causa al 13 febbraio: a partire da quella data, in cui verranno esaurite tutte le incombenze di procedura, la sentenza potr� essere pronunciata.
I pm Raffaele Guariniello, Gianfranco Colace e Sara Panelli hanno chiesto di condannare a vent'anni di carcere i due imputati, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis De Cartier, di 64 e 89 anni, accusati di disastro doloso.
'Il processo - � la replica di Guido Carlo Alleva, uno dei difensori del magnate elvetico - non ha dimostrato l'esistenza di responsabilit� di carattere penale per il mio assistito. Lui, all'epoca della sua gestione, tent� di garantire controlli rigorosi dal punto di vista della sicurezza dell'ambiente e dei luoghi di lavoro. In materia di amianto sono le autorit� pubbliche ad avere accumulato ritardi immensi: a cominciare dal legislatore'.
Cesare Zaccone, difensore di De Cartier, afferma che il belga 'non si occup� mai in prima persona degli stabilimenti della Eternit italiana'. 'In due anni - ha aggiunto - � stato in Italia otto volte, ma solo per partecipare ai consigli di amministrazione. A suo carico non ci sono elementi. Io sono fiducioso'.
Dalla rete di Articolo 21