di redazione*
Le vicende giudiziarie connesse alla morte di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin hanno segnato il 14 luglio scorso un nuovo significativo sviluppo. La Corte di Cassazione, Sezione Sesta Penale, ha infatti annullato la condanna di Gianpiero Sebri al risarcimento del danno per calunnia nei confronti di Giancarlo Marocchino e Luca Rajola Pescarini da lui indicati come persone implicate in traffici illeciti con la Somalia e nell'omicidio dei due giornalisti.
Gianpiero Sebri aveva riferito davanti alla Corte di Assise di Roma, durante il processo a carico di Hashi Omar Hassan (imputato come esecutore dell'omicidio dei giornalisti), di suoi colloqui con il Marocchino e il Rajola, attribuendo loro dichiarazioni compromettenti.
Per tale motivo egli è stato condannato dal Tribunale di Roma alla pena di tre anni di reclusione per il reato di calunnia. Il reato è stato successivamente dichiarato estinto per prescrizione dalla Corte d'Appello di Roma, che tuttavia ha mantenuto ferma la condanna di Sebri al risarcimento del danno nei confronti di Marocchino e Rajola costituitisi parti civili.
La Corte d'Appello ha motivato la sua decisione affermando che, in base agli accertamenti svolti dalla Commissione Parlamentare d'Inchiesta sul caso Alpi, Rajola e Marocchino dovevano ritenersi estranei alla morte della giornalista e ai traffici illeciti fra Italia e Somalia.
Sebri, assistito dall'Avv. Domenico d'Amati, ha proposto ricorso in Cassazione contro questa decisione censurandola per difetto di motivazione e facendo presente che la Corte d'Appello di Roma non aveva preso in esame numerosi elementi di giudizio che non consentivano di affermare con certezza l'innocenza di Rajola e Marocchino e quindi di ritenere Sebri responsabile di calunnia. In particolare la difesa di Sebri ha fatto riferimento all'ordinanza del GIP di Roma che nel dicembre 2007, ha respinto la richiesta di archiviazione del processo contro ignoti per la morte dei due giornalisti disponendo ulteriori indagini concernenti, tra l'altro, la possibilità di un omicidio su commissione diretto a fermare l'inchiesta svolta da Ilaria Alpi su traffici illeciti, di rifiuti e di armi, fra l'Italia e la Somalia.
La Cassazione ha accolto il ricorso di Sebri ed ha rinviato la causa alla Corte di Appello Civile per il riesame della vicenda.