di REPORTER SENZA RETE
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I TITOLI DEL 22 LUGLIO 2010 - Quando il capo di un partito, come preannunciato, avvia una campagna per rinsaldare base, quadri e vertici dell’organizzazione, quale spazio e collocazione hanno o debbono avere questi temi nei Tg? Bene. Oggi è partita la campagna d’agosto di Berlusconi con tanto di slogan: “nel PDL tutto perfetto”; “furibonda campagna mediatica contro il partito” “operazione memoria per ricordare agli italiani i grandi risultati del Governo”. Ce ne siamo accorti fin dal mattino, quando il TG 1 , definendolo in pratica uno scoop, ha addirittura anticipato sul proprio sito il testo integrale del messaggio del Premier. Da qui polemiche a non finire.
Nei tg della sera apertura ancora una volta del Tg 1, del Tg 5 e, in chiave diversa del tg3, mentre il Tg la 7 lo colloca al quarto posto nei titoli e al secondo dei servizi. Anche il Tg 2 non si inginocchia alle dichiarazioni del premier, e dedica al messaggio un servizio a circa 5 minuti dall’apertura. Studio Aperto lo colloca in quarta posizione, mentre Fede è dilacerato da un dubbio; la fedeltà a Silvio – ed in effetti al Premier è dedicato il primo titolo, o la prosecuzione della campagna informativa sul caldo. Oggi sul Tg 4 vice il clima bollente, con più di 12 minuti in apertura dedicati al tema e declinati su tutti i continenti e le latitudini del’emisfero boreale.
Comunque, a parte il “tradimento di Fede”, chiamiamolo così, il capo della PDL ha ottenuto l’effetto voluto: i suoi slogan sono passati come notizia centrale per tutti o quasi i Tg. M. ci chiediamo, - e ammettiamo che la domanda è retorica – tutto ciò è normale?. Ne abbiamo parlato, nel commento, con Vittorio Roidi, uno dei massimi esperti di e studiosi di tecniche del giornalismo.
Per il resto le infiltrazioni della camorra a L’aquila per la ricostruzione, le dichiarazioni di Marchionne contro il sindacato e la minaccia del trasferimento di produzioni in Serbia, ma anche il destino del Kossovo legittimamente indipendente come riconosciuto dall’ONU nonché l’immancabile pagina sul lavoro della Commissione Giustizia sul ddl intercettazioni, completano il puzzle dei titoli e dei primi servizi.
Il Commento di Vittorio Roidi
(Intervista di Michele Cervo)
Il capo di un partito annuncia la campagna d’agosto e giustamente i media se ne occupano. Ma gli spazi offerti alla notizia stanno nella routine di un giornalismo televisivo ordinario o c’è altro.
“Credo che la domanda sia un po’ criptica, ma la risposta è abbastanza chiara. Il presidente del Consiglio che è capo anche del maggior partito di questo paese decide di dire una cosa, peraltro nemmeno originale perché la dice quasi tutti i giorni, e decide di fare un comunicato,però la dice nel sito della sua forza politica, anzi nel suo sito personale, è una notizia o non è una notizia? Lo stabiliscono i giornalisti a seconda della loro sensibilità. Ripeto, non credo che sia una grande notizia perché mi pare che nella sostanza quello che Berlusconi dice non è una grande novità. Dipende se il direttore del Tg1 vuole essere del tutto simile al direttore del Tg5, perché una cosa che balza agli occhi è che Tg1 e Tg5 sono uguali e già questo è significativo. Ormai siamo di fronte al fatto che il Presidente del Consiglio che è proprietario di numerosissimi mezzi d’informazione ed è anche quello che controlla perché mette i direttori di gran parte delle testate della Rai decide di usare i mezzi d’informazione in modo ancora più evidente, parossistico, esplicito, per sostenere le sue tesi. Questo è un paese in cui il capo del governo può fare e dire quello che vuole e ci sono numerosi mezzi d’informazione pronti a diffondere quello che lui dice”.
Si può parlare di una manifestazione di Raiset ai massimi livelli?
“Intanto in Italia c’è una legge che stabilisce cosa deve fare la Rai, da chi deve dipendere e quali sono le caratteristiche del servizio pubblico. La concessione viene data alla Rai perché deve fare informazione con certi parametri, con certo equilibrio eccetera. Questo sembra oramai chiaramente violato. Quindi c’è un problema che riguarda la Rai e l’uso che della Rai fa la maggioranza di questo paese. Poi c’è invece un problema professionale, dei singoli giornalisti delle singole redazioni, che molto spesso si schierano apertamente e quindi spesso fanno i portavoce o poco più, senza offesa per nessuno, di questa o quella forza politica. In particolare del Presidente del Consiglio che chiaramente è il più potente di tutti”.