di Domenico D'Amati
La gabbia che si vuole costruire intorno all’attività di informazione vedrebbe infittirsi le sue maglie se con la legge bavaglio si rendesse possibile sanzionare un blogger per non avere tempestivamente pubblicato una rettifica. Non può certo pretendersi l’immunità dell’informazione via web. Chi diffonde notizie false e diffamatorie, quale che sia il mezzo usato, deve renderne conto. Ma la possibilità di una condanna per diffamazione è remora sufficiente ad assicurare la correttezza dell’informazione diffusa via internet. Aggiungere a questo limite la bardatura della rettifica significa privare l’informazione in rete del suo maggior pregio, che è l’agilità e la possibilità si essere diffusa senza necessità di strutture organizzative onerose, come quelle che sarebbero necessarie al vaglio e alla tempestiva pubblicazione delle rettifiche. Non c’è ragione di gonfiare ulteriormente il contenzioso che affligge il mondo dell’informazione, gravando sui già inceppati Tribunali.