Articolo 21 - IDEE IN MOVIMENTO
FNSI a fianco delle colleghe Fusani e Sarzanini
di Franco Siddi
Una vergogna senza fine. Un’inchiesta su malaffare che coinvolge personalità politiche di spicco, come il coordinatore del Pdl Verdini, che propone inquietanti interrogativi, anche al di là delle responsabilità giudiziarie dei protagonisti della cosiddetta inchiesta sull’eolico o sulla ‘squallida consorteria’ o anche ‘P3’. Una vicenda inquietante che suscita le domande non solo dei magistrati che indagano ma di milioni di cittadini sgomenti e dei giornalisti che informano sull’’affaire’. Ciò non piace a Verdini né al suo collega di partito Stracquadanio e, addirittura, manda in bestia il direttore de il Foglio, Giuliano Ferrara, che scende in campo contro la giornalista Claudia Fusani che fa domande che non piacciono. E l’onorevole Verdini arriva addirittura a lamentarsi dell’assenza alla conferenza stampa, in cui propone la sua ‘controverità’, della collega del Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini, che segue in prima battuta l’inchiesta della Procura di Roma. Nel tentativo chiarissimo di accreditare l’idea che la collega informerebbe sulla base di preconcetti e non invece, com’è, di atti, fatti e documenti, come ogni giorno fa pubblicando sul suo giornale imbarazzanti documenti.
Il senso del duplice, contemporaneo, attacco a tre voci a due colleghe della prima linea dell’informazione politico giudiziaria di questa stagione (e non solo di questa) è quello di tentare di creare presunti nemici su cui scaricare la loro incapacità di essere trasparenti fino in fondo o di riconoscere che l’informazione prima di tutto parte dai fatti documentati. E questi fatti non possono cambiare in ragione dell’idea che si coltiva o della fazione di cui si fa parte. Le insinuazioni contro la collega Sarzanini, che peraltro svolge anche una funzione di rilievo nel vertice dell’Ordine professionale che cura il rispetto della deontologia, e contro Claudia Fusani manifestano solo povertà di argomentazioni o volontà di trascinare il conflitto politico sul campo improprio dell’informazione. Le nostre due colleghe, come la gran parte dei giornalisti, vivono avendo di fronte due ben chiare stelle polari: indipendenza e autonomia professionale. Piaccia o non piaccia a lor signori, i veri giornalisti cercano sempre la verità, tanto più quanto essa appare inquietante, ponendosi continuamente ragionevoli dubbi che alimentano sacrosante domande. Onore, dunque, a chi svolge la propria professione così, a chi fa giornalismo così. Non rinunciando a porre domande ai propri interlocutori, anche le più incalzanti nonostante il rischio di invettive e di minacce. Le tecniche dell’intimidazione le conosciamo bene e per questo rimandiamo al mittente qualsiasi forma di violenza.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana sta dalla parte delle colleghe Fusani e Sarzanini, solidale con loro, pronta a sostenere significative reazioni collettive ad ogni insulto o assalto intimidatorio come quello, vergognoso, dell’altra sera.
Il senso del duplice, contemporaneo, attacco a tre voci a due colleghe della prima linea dell’informazione politico giudiziaria di questa stagione (e non solo di questa) è quello di tentare di creare presunti nemici su cui scaricare la loro incapacità di essere trasparenti fino in fondo o di riconoscere che l’informazione prima di tutto parte dai fatti documentati. E questi fatti non possono cambiare in ragione dell’idea che si coltiva o della fazione di cui si fa parte. Le insinuazioni contro la collega Sarzanini, che peraltro svolge anche una funzione di rilievo nel vertice dell’Ordine professionale che cura il rispetto della deontologia, e contro Claudia Fusani manifestano solo povertà di argomentazioni o volontà di trascinare il conflitto politico sul campo improprio dell’informazione. Le nostre due colleghe, come la gran parte dei giornalisti, vivono avendo di fronte due ben chiare stelle polari: indipendenza e autonomia professionale. Piaccia o non piaccia a lor signori, i veri giornalisti cercano sempre la verità, tanto più quanto essa appare inquietante, ponendosi continuamente ragionevoli dubbi che alimentano sacrosante domande. Onore, dunque, a chi svolge la propria professione così, a chi fa giornalismo così. Non rinunciando a porre domande ai propri interlocutori, anche le più incalzanti nonostante il rischio di invettive e di minacce. Le tecniche dell’intimidazione le conosciamo bene e per questo rimandiamo al mittente qualsiasi forma di violenza.
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana sta dalla parte delle colleghe Fusani e Sarzanini, solidale con loro, pronta a sostenere significative reazioni collettive ad ogni insulto o assalto intimidatorio come quello, vergognoso, dell’altra sera.
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