di Mirella Mascellino
Pochi conoscono la storia e l’identità della prima donna sindaco di Sicilia. Vittoria Giunti, siciliana per scelta d'amore, comunista e partigiana, fu la prima donna a ricoprire la carica di sindaco in Sicilia, tra i primi sindaci d’Italia, dopo il Fascismo. La Costituzione, approvata nel ’48, conferiva alle donne la sola capacità elettorale attiva, ma poco più tardi venne corretta, attribuendo anche alle donne il diritto di essere elette. Grazie a Gaetano Alessi, giovane militante e dirigente di sinistra, sindacalista, attivista antimafia ed editorialista di Articolo 21 e Liberainformazione, oggi viene restituita memoria storica a questa donna straordinaria, poco ricordata finora che rischiava perfino l'oblio.
Le eredità di Vittoria Giunti, edito dalla Rivista Ad est, da Alessi fondata nel 2003, della quale la Giunti è la madre spirituale, fa conoscere al mondo la prima sindaca siciliana. Per ironia della sorte, dopo anni di carteggi, solo il 29 ottobre del 2009, il Tribunale di Agrigento riconosce e iscrive la testata al Registro dei giornali, riviste e periodici col N°290. Vittoria Giunti, classe 1917, fiorentina di origine, di famiglia antifascista, di tradizione ottocentesca per la libertà e il rispetto della persona, vive a Firenze e poi si trasferisce a Roma, ove studia all'Istituto di alta Matematica, frequentando la via Panisperna, la via dei “ragazzi”, il gruppo di Fermi.
Si laurea in Matematica. Prima del conflitto è assistente all'Università di Firenze. Per indole e per formazione combatte il fascismo, ma fa una scelta di impegno, necessaria e sentita: diventa partigiana e lotta per la liberazione e la libertà. Partecipa a tutte le fasi che portano l'Italia alla Costituzione della Repubblica, facendo parte di diverse commissioni della Costituente, tra cui quella per il voto alle donne, di cui andrà sempre fiera. Dirige la casa della Cultura di Milano, è tra le fondatrici e direttrice della Rivista Noi donne.
Durante la Resistenza incontra il partigiano Salvatore Di Benedetto, più tardi sindaco di Raffadali, Deputato e Senatore della Repubblica che nelle fasi della Liberazione di Milano, riporta gravi ferite. Si innamorano e dopo il 25 Aprile decidono di costruire il loro futuro insieme, in Sicilia. Di Benedetto la porta con sé a Raffadali, dove vivrà fino alla morte, avvenuta il 3 giugno del 2006, il giorno dopo una data a lei cara, la nascita della Repubblica. In Sicilia trova un’altra Resistenza che i contadini fanno contro i padroni e la mafia che li fiancheggia. Sono gli anni dell’occupazione delle terre e della presa di coscienza della forza dei contadini e del loro sfruttamento.
Le donne sono protagoniste delle lotte. Con umiltà, si integra, parla agli uomini e alle donne, lotta al loro fianco in quegli anni di riscatto sociale e umano, rappresentati dalla Riforma agraria. Il suo essere forestiera, presto non sarà più un pregiudizio per gli indigeni perché lei si pone con discrezione, senza superbia, alla pari. Riflette sulla fortuna che lei ha avuto nel nascere a Firenze, ad avere avuto una famiglia agiata, ad avere studiato e frequentato persone libere e rispettose della libertà altrui.
Tutto quello che lei aveva avuto in dono dalla vita, altri non lo avevano avuto, perciò non si potevano colpevolizzare. Con umiltà e rispetto profondo per i siciliani questa donna fiorentina conquista la stima e l’affetto di tutti. La sua concezione della Politica è alta, antica. Politica per lei è servire il popolo, il debole, lavorare per loro. Vittoria Giunti è una figura di grande attualità, un esempio di cui la memoria collettiva abbisogna per il significato storico, sociale e politico, in questi tempi bui e indifferenti al valore originario e antico del fare politica.
Nel racconto-intervista, Alessi ricostruisce le fasi della scelta dell'accettazione della candidatura a sindaco di Sant'Elisabetta, piccolo comune dell'entroterra siciliano, divenuto autonomo nel 1955. In un'epoca di povertà e arretratezza, la Giunti donna fiorentina, scienziata e umanista, libera per indole e formazione, senza mai parlare di sé e della sua storia, conquista i siciliani che la scelgono. Per lei avranno parole di stima e affetto perchè le riconoscono l'onestà intellettuale, l'amore per gli ideali, veri e universali, rappresentati fortemente dal Partito Comunista, per il quale milita e agisce rispondendo al sogno di una cosa che aveva visto realizzare nell'Italia liberata del 1945.
Il libro è impreziosito dalla prefazione di Giorgio Santelli storico direttore di Articolo21 e va ad incastonarsi nelle attività di Ad Est, il giornale dei siciliani migranti che svolge un compito e un ruolo importante in questa fase politica e storica. Grazie alla sua presenza nel territorio, da un grande contributo alla memoria collettiva da valorizzare e preservare in questo paese sempre più smemorato. Inoltre, coinvolge le giovani generazioni, rendendole protagoniste attive nella redazione del giornale e nella mobilitazione sociale e antimafia della comunità, vedi la raccolta delle firme per l'acqua pubblica ed altro ancora.
Il libro può essere richiesto scrivendo a adest1@libero.it