di Giulia Fresca
Era il 7 marzo 2005 quando le immagini di Cavallerizzo fecero il giro del mondo per il movimento franoso che ne interessò una parte, a prima vista considerevole, del territorio. Dopo cinque anni i cittadini di quel centro storico dalle origini albanesi non ci stanno a sentirsi additati ancora in una fase emergenziale ed hanno convocato per questa mattina, con inizio alle 10, un raduno di protesta davanti ai cancelli della “città chiusa” per riportare l’attenzione delle Istituzioni ad una situazione non più sostenibile. Ad organizzarlo, l’associazione “Cavallerizzo Vive - Kajverici Rron” che ha invitato a partecipare i cittadini provenienti da diversi comuni limitrofi nonché dalla stessa città di Cosenza in forma di solidarietà contro le violenze attuate dalle Istituzioni sul territorio a danno delle popolazioni locali. Saranno presenti delegazioni del sindacato regionale della Cgil, della presidenza regionale del movimento Italia Nostra, oltre a rappresentanze degli altri comuni di lingua albanofona. Vi sarà anche l’intervento di una delegazione degli sfollati de L’Aquila.
«Cavallerizzo è il simbolo del business dell’emergenza da quando qualcuno ha deciso di rendere fruttuoso quell’evento, in parte annunciato dalle continue rotture della condotta dell’acquedotto Abatemarco che rigonfiava le falde presenti generando un fronte in frana. –ci ha detto Luigi Guido, portavoce dell’associazione “Cavallerizzo Vive” - Bertolaso ed i suoi uomini, operando la tecnica del terrore, in quelle ore, a caldo, chiese ai cittadini se volessero case nuove e riuscì a stimolare la risposta affermativa. Oggi le case della “new town” rappresentano uno degli affari delle famiglie di Stato e da trenta alloggi necessari ne sono stati realizzati 264 che non saranno disponibili prima di due anni. Perché tanto spreco? Non si poteva operare sulla messa in sicurezza del centro storico considerato che anche il progetto Amamir messo a punto dalla Provincia di Cosenza ha evidenziato che negli ultimi due anni non c’è stato alcun cedimento del terreno? Non c’è un motivo oggettivo perché perdurare lo stato di emergenza – ha detto Guido- Troppe analogie con San Giuliano di Puglia, a cominciare dai progettisti e dal progetto fotocopia, alle imprese di Anemone, fino ai troppi interessi in fase di realizzazione delle opere. Viene sfruttato il titolo dell’emergenza per spendere del denaro pubblico in deroga a tutte le leggi dello Stato ed addirittura piegando le più nobili risorse dell’8 per mille introducendovi delle cause di emergenza in frana. Da un importo iniziale di 28,7 milioni di euro, si è giunti ad una spesa di oltre 70 milioni di euro, oltre alle somme erogate per il sostenimento delle locazioni private e commerciali a carico degli sfollati». A tutto questo Cavallerizzo non ci sta e non vuole che lo additi come il “paese inghiottito dalla frana”. «Cavallerizzo vive con una delegazione di aquilani, Italia Nostra e tanti cittadini del centro storico di Cosenza e dei paesi viciniori, farà sentire la sua voce».
I Nomi
Dopo l’evento franoso del 7 marzo 2005, nell’immediatezza del giorno seguente, fu lo stesso vice capo della Protezione Civile, Marcello Fiori, a dichiarare che «non sarà più possibile ricostruire Cavallerizzo», nonostante la frana abbia danneggiato solo una ventina di case e secondo i dati ufficiali della Protezione Civile solo l’11,5% di Cavallerizzo.
Il progetto per la "Nuova Cavallerizzo" è affidato allo studio genovese “5+1AA” fondato dagli architetti Alfonso Femia e del savonese Gianluca Peluffo, fratello di Paolo Peluffo, ex capo ufficio stampa di Carlo Azeglio Ciampi presso la Presidenza del Consiglio, poi direttore della comunicazione del Ministero del Tesoro (1996, Ministro Ciampi), consigliere per la stampa e l'informazione del Presidente della Repubblica (Ciampi, 1999) e Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Pontificio di San Gregorio Magno. Accanto al “5+1AA” appaiono quali progettisti anche gli architetti Annalaura Spalla e Alfonso Femia, colui che ha progettato il grattacielo più alto dell´Expò di Milano, ed indagato nella maxinchiesta fiorentina su mattoni e tangenti con l’accusa di turbativa d´asta"
Annalaura Spalla è la figlia del dell’architetto Giovanni Spalla, presidente del Comitato Scientifico Legambiente Liguria ed amica di Gloria Piermarini, moglie di Guido Bertolaso, con la quale ha redatto il progetto della Nuova Sede Agenzia Spaziale Italiana, Roma-Tor Vergata, unitamente al gruppo “5+1AA”. È raccapricciante la similitudine tra i progetti redatti da Femia e Spalla riguardanti la ricostruzione di san Giuliano di Puglia e Cavallerizzo, tanto da ipotizzare che un unico progetto sia stato usato (e pagato!) due volte.
Attraverso l'inchiesta "grandi eventi" di Firenze e Perugia emerge, nell'elenco dei lavori edili effettuati da Diego Anemone, il lavoro della New Town di Cavallerizzo di Cerzeto per 60 milioni di euro, auto gestito dalla Protezione Civile dell'emergenza per la frana di Cavallerizzo, dove Guido Bertolaso era commissario straordinario.
Emerge altresì che l’inegngnere Claudio Rinaldi (braccio destro di Angelo Balducci) è il soggetto attuatore di San Giuliano di Puglia e della "Nuova Cavallerizzo".
Le imprese esecutrice per la costruzione della "Nuova Cavallerizzo" di Guido Bertolaso sono Costruzioni Zinzi S.r.l. (Capogruppo) in associazione temporanea di imprese con Consorzio Stabile Centro Italia S.c.p.A. che fa parte diAnemone Group di Diego Anemone(Anemone Costruzioni s.r.l). Raffaele Zinzi, della Costruzioni Zinzi S.r.l Catanzaro) è ex presidente della Confindustria calabrese,
Il progetto strutturale è redatto dalla SEAP Engineering Consulting S.r.l (di Roma e Catanzaro) per un importo totale dei lavori di 14 milioni di euro ed avente quale responsabile Tecnico l’ingegnere Paolo Giancotti, marito di Raffaella Zinzi, figlia del costruttore Raffaele Zinzi (Costruzioni Zinzi Srl
Perché si e' imposta la delocalizzazione dell'intero paese di Cavallerizzo quando solo 11,5% e' stato interessato dalla frana del 7 marzo 2005? A chi gli faceva comodo?