di REPORTER SENZA RETE
I TITOLI DEI TG DEL 15 SETTEMBRE - I tre principali telegiornali della sera Tg1, Tg5 e Tg2 aprono con la polemica sulla questione Rom tra il presidente francese Sarkozy e l’unione europea. Ci chiediamo quanto su questa apertura abbia influito la dichiarazione del presidente del consiglio in difesa della politica del capo dello stato francese,visto che la stessa notizia la ritroviamo tra i titoli di studio aperto e tg3. Ma mentre quest’ultimo in scaletta se ne occupa con un ampio servizio, per il notiziario di Italia Uno ha solo lo spazio di una breve da studio. Non ne parlano nei titoli Tg4 e Tg La7. Il telegiornale diretto da Enrico Mentana decide invece di aprire con le dichiarazioni del presidente di Confindustria Marcegaglia che critica pesantemente la politica italiana, secondo titolo per il Tg3. Nessuna citazione nei titoli degli altri Tg. All’interno del Tg La7 da segnalare anche un faccia a faccia tra il vice direttore di Libero Sallusti ed il direttore di Farefuturo web magazine Filippo Rossi. Sulla "battaglia dell'informazione" proseguono le nostre interviste ai responsabili delle forze politiche. Stasera, Flavia Perina, Direttore del Secolo, organo dei finiani.
Altro argomento è la polemica politica sulla questione del peschereccio mitragliato da una motovedetta libica. Tutti i notiziari ne parlano nei loro titoli con ampi servizi ad eccezione di Studio Aperto e Tg4 che oscurano completamente la notizia.
Il Tg di Emilio Fede si segnala invece per l’ enfasi con cui riporta, per il secondo giorno consecutivo, la soddisfazione del Presidente della Repubblica, nel suo discorso tenuto a Salerno , per la prosecuzione della legislatura. Siamo sicuri che questo non sia tanto un omaggio al Presidente quanto il far capire ai suoi telespettatori che il governo è solido ed ha la maggioranza in Parlamento. Sempre lo stesso Fede continua la sua crociata contro la manifestazione di Miss Italia. Sottolineatura sugli ascolti in calo e contro la giuria che ha penalizzato le ragazze le quali dopo tanti sacrifici e selezioni non sono riuscite ad ottenere l’ambito scettro. Ricordiamo al direttore Fede che in tutte le competizioni del genere le giurie devono fare un’unica scelta. Piuttosto perché non prova ad approfondire se un simile spettacolo, che mortifica la dignità delle donne, abbia ancora un senso.
Ed infine segnaliamo una scelta controcorrente del Tg5. Nei titoli parla delle morti sul lavoro. Si avete capito bene, finalmente un argomento così drammatico ha la sua “vetrina” al di là dei casi di cronaca. Davvero bello, completo e straziante il servizio con le dichiarazioni dei parenti delle vittime. La speranza è che la realtà e non i reality abbia sempre più spazio nei nostri telegiornali.
Flavia Perina, direttore de”Il Secolo”, parlamentare, prima del Pdl ed in questo momento di Futuro e Libertà -anche se non esiste un’organizzazione politica classica possiamo sicuramente dire così. Come giudica, Flavia Perina, questo settembre dell’informazione che in quanto a “sciabole sguainate” fa il pari con i conflitti istituzionali e col dibattito strenuo nella politica?
“ È stato un settembre dove si sono verificate delle cose che in Italia non si erano mai viste, perché l’Italia ha conosciuto lunghe fasi in cui c’è stato un utilizzo di un certo tipo di giornalismo. Io penso all’OP di Mino Pecorelli, lo Specchio di Nelson Page, un certo tipo di giornalismo ha utilizzato il “dossieraggio” per compiere operazioni politiche, ma sicuramente non era mai successo che questo avvessine da parte di un organo di stampa che appartiene alle proprietà della famiglia del Presidente del Consiglio, e quindi, somma a alle capacità giornalistiche dei poteri che vanno in altre direzioni. Sotto questo profilo credo sia un fatto sicuramente inedito per l’Italia, che per altro ha anche vissuto tante campagne giornalistiche che hanno portato a consistenti risultati politici. Questa è diversa da tutti per questo motivo”.
Venendo adesso all’informazione televisiva, quella che noi dell’osservatorio monitoriamo tutti i giorni: anche qui è successo, sta succedendo qualcosa: citiamo gli ultimi due elementi sulla cresta dell’onda con pollice verso/ pollice su: Mentana e Minzolini. Come valuta, soprattutto nell’informazione pubblica, lo stato dell’arte?
“ Io sono stata molto colpita oggi da questa circolare Masi che riguarda i talk-show e che è stata resa pubblica da Giulietti e da Articolo 21, e proprio perché istituisce di fatto un doppio binario: Masi ha difeso nei giorni scorsi l’indipendenza di Minzolini, del TG 1, ed il suo diritto ad esprimere la sua opinione perfino in ordine a fatti rilevanti, come le scelte del Presidente della Repubblica; contemporaneamente tutti gli altri giornalisti, i titolari di un talk-show, sono invece tenuti a muoversi dentro un codice di norme precise ed autorizzazioni preventive. Questo mi sembra un doppio registro che non profila un’informazione libera”.
Onorevole Perina, se torniamo ai giorni di giugno e luglio e soprattutto allo schieramento dei finiani sulla questione ddl intercettazioni, possiamo dire - o è soltanto una mia interpretazione - che si è creato uno spartiacque in quel momento, che forse proprio sull’informazione il neonato gruppo finiano si è corroborato?
“ Io sono convinta che quello sia stato uno spartiacque importante, ma ne identificherei tre di spartiacque: l’informazione, la legalità e i diritti; su tutti e tre questi temi ci sono stati dei punti dirimenti: noi non dobbiamo dimenticare che la partenza degli attacchi a Fini - quando viene elaborata la tesi del “compagno Fini” - avviene sui temi dei diritti, dell’integrazione e della nuova cittadinanza, ed è lì che parte il primo attacco politico a Fini, ai finiani e al pensiero dei finiani. Il secondo attacco politico parte sul tema dell’informazione, e quindi della legalità (che vede uno specifico riferimento ai probi viri di Fabio Granada, “colpevole” di essersi espresso, a giudizio del Pdl, in termini troppo recisi sul tema della legalità”.
Per concludere, Onorevole Perina; sicuramente all’ordine del giorno nell’agenda delle forze d’opposizione, ma anche dei finiani, c’è il problema della riforma della legge elettorale. Ma lei a che punto metterebbe, in gerarchia, una riforma della RAI, qualcosa che renda possibile fruire di un bene pubblico con più decenza , direi, anche professionale?
“ Io mi sono convinta nell’arco del tempo che l’unica vera soluzione per la RAI sia quella di accedere a forme di privatizzazione, perché sicuramente il tema della riforma è importante, ma un servizio pubblico capace di proporre un modello competitivo, concorrenziale, lo si può avere soltanto con una quota di privatizzazione. Lo stiamo vedendo in questi giorni: è la concorrenza che anima l’informazione libera; nel momento in cui si è determinata la concorrenza de LA 7 di Mentana, credo che anche la RAI dovrà, in qualche modo, rivedere i suoi schemi; fuori da questo schema è molto difficile che la RAI ritrovi il ruolo che le dovrebbe essere proprio”.