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Tutti i tg seguono Veltroni che non "supera" la propria metà campo
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di Reporter senza rete

Tutti i tg seguono Veltroni  che non "supera" la propria metà campo

 

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    La questione Rom e lo scontro tra Unione Europea e Presidente Sarkozy è nei titoli e aperture di tutti i telegiornali. Apertura per Tg4, Tg3, Tg5, Tg2  e Tg La7, secondo titolo per tutti gli altri. Ma differenti sono stati i modi con cui l’argomento è stato trattato. Studio Aperto ne fa una  breve cronaca,  con sottolineatura delle posizioni del premier italiano a favore del capo dello stato francese; il Tg4 invece  ci dice qualcosa in più, ma aggiungiamo noi non originale e piuttosto scontata, e cioè che i rom sono un gran popolo e non tutti tra loro sono malavitosi. Più completo invece il Tg1 che al fatto dedica tre servizi: la cronaca dello scontro Barroso-Sarkozy con le dichiarazioni di Berlusconi; la ricostruzione di tutta la vicenda con interviste ad alcuni rom rimpatriati ed un pezzo con interviste ai rom che vivono in Italia. Il Tg de La7 si differenzia per l’analisi: lo scontro non è tra Unione Europea e Francia, ma tra gruppi di Stati, capeggiati da una parte da Francia, Italia e Repubblica Ceca e Germania e Spagna dall’altra. Insomma se il telespettatore avesse avuto la possibilità di guardare tutti i Tg, avrebbe avuto un quadro completo della vicenda.
    Altro argomento presente in quasi tutti i titoli, oltre alla visita del Papa in Gran Bretagna, è la politica, con i distinguo di Walter Veltroni dalla linea  del Partito Democratico. L’ex segretario è ospite in studio del Tg1, ma tutte le testate, ad eccezione del Tg3 che si concentra sulle risposte di Bersani, il quale chiede maggiore unità nel partito, sottolineano che il caso potrebbe portare ad una nuova scissione. Sempre per la pagina politica, Tg La7, nonostante l’apertura dedicata ai Rom, ha il primo servizio sulle  prove di accordo tra  finiani e ministro Alfano sul fatidico lodo. 
    A proposito di scissioni: anche l’Udc ha i suoi problemi in materia. C’è stato un botta e risposta, oseremmo dire a fil di rete, tra un presunto scissionista, Sergio Romano, ospite del Tg4, e non poteva essere diversamente, ed il suo segretario Pierferdinando Casini ospite in studio del Tg3. I due telegiornali vanno in onda alla stessa ora ed è stato bello sentire Casini, intervistato dopo l’intervento di Romano, rispondere da un’altra testata alle osservazioni del suo compagno di partito.
    Ed ancora evidenziamo che, lodevolmente, il Tg5 anche questa sera ha proposto un pezzo dedicato all’inchiesta sui familiari delle vittime nei posti di lavoro. Non possiamo, ancora una volta, che approvare questa scelta.
    Infine vi segnaliamo che nel nostro giro di interventi sui problemi al mondo della comunicazione nei Tg questa sera nello spazio commento abbiamo intervistato il parlamentare  Davide Caparini responsabile comunicazione della Lega Nord


    Il Commento di Davide Caparini, Deputato e Responsabile Comunicazione Lega Nord

    (Intervista di Alberto Baldazzi)

     

    Come vede la Lega questo momento, e quali sono le cose che macroscopicamente non vanno?

    “ Io credo che ci sia di fondo un problema di definire : quali sono gli editori e   quali sono i doveri a cui bisogna fare riferimento e quali siano anche i parametri per quanto riguarda il mondo dell’informazione e gli operatori intesi come giornalisti; in questo senso l’enorme mutamento tecnologico, la molteplicità delle fonti, ha creato dal mio punto di vista uno scenario che è piuttosto eterogeneo. Questo pone dei  gravi problemi di creatività dell’informazione a vari livelli, sia dal punto di vista di chi produce quest’informazione ed anche dal punto di vista di coloro che la consumano”.

    I due nomi che sono più risuonati nelle ultime giornate, nelle ultimissime settimane, chi per un verso chi per un altro, sono stati Mentana e Minzolini: una novità nel piano dell’informazione televisiva  -che, lo ricordiamo anche se è banale dirlo, è quella su cui si forma l’opinione pubblica degli italiani- e tutto cambia negli assetti e negli equilibri.

    “ Dubito che ci sia questo cambiamento negli assetti e negli equilibri. Non si può esprimere un giudizio di questo tipo se non sul medio periodo, e quindi è un po’ presto per decretare il successo o il fallimento di una linea editoriale, qualunque essa sia. Io credo che questa visione per cui Mentana sarebbe  un elemento di disturbo nel panorama, anche un po’ paludato, delle testate giornalistiche televisive e nazionali, per quanto mi riguarda non la condivido. Ovviamente è una grossa novità, che accolgo con grandissimo favore; dopo di che è logico che il bacino è quello e non si può, dall’altra parte, stigmatizzare il comportamento - qualunque esso sia –  di un direttore che perde ascoltatori. Gli ascoltatori sono quelli e trasmigrano liberamente da questo a quel canale. Io credo che la ricchezza sia proprio nella pluralità dei soggetti, ed imputare il successo di Mentana al solo fatto che ha trasmesso informazioni che, ad esempio, il TG 1 non ha trasmesso, è il motivo per cui c’è questa pluralità, il motivo per cui questa iniziativa va incoraggiata; ma sono scelte editoriali, quindi io non giudico positivamente una cosa per negativizzare le decisioni, in questo caso, di Minzolini:  bensì accolgo con favore una nuova voce, e ben venga. Non c’è un dualismo, i dati lo confermeranno”.

    Onorevole, in queste ultime giornate la RAI si è un po’ autoriformata anche a detrimento dell’informazione locale; c’è stata una riduzione degli spazi per l’informazione regionale. La Lega come vede questa cosa?

    “ Si, noi abbiamo più volte segnalato, in  riferimento alla soppressione di un edizione di un TG regionale, abbiamo più volte segnalato la mancata realizzazione del grande potenziale che la RAI, in termini di qualità giornalistica, può avere e quindi può mettere in campo. Una scelta del genere potrebbe essere giustificata a digitale acquisito, ovvero il momento in cui c’è uno swich-off e si punta su di un canale all-news, in cui la componente dell’informazione regionale, che è il valore che fa la differenza, che potrà fare la differenza con tutti gli altri competitors, va a ricadere sul canale all-news, allora si che  questa trasmigrazione avrebbe un senso. In questo momento suona  però un po’ punitiva per redazioni che hanno sempre portato un contributo determinante, anche in termini di affezione del pubblico e anche in termini di ascolto oltre che di contenuti, per i tg di livello nazionale; perché voglio ricordare che oltre la metà dei contenuti a livello nazionale, viene prodotta dai tg di livello regionale”.


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