di Arianna Ciccone*
Tutto è cominciato il 27 febbraio con la richiesta di rettifica al Tg1 perché prescrizione non è assoluzione (caso Mills, raccolte in 5 giorni su Facebook oltre 154.000 firma oggi diventate 208.000). Dopo mesi di notizie censurate, manipolate, calo di ascolti, giornalisti epurati, dopo mesi di perdita di credibilità e autorevolezza della principale testata del servizio pubblico, abbiamo deciso di chiedere le dimissioni del direttore Augusto Minzolini. Non perché Minzolini sia di parte ma perché secondo noi non è all'altezza “giornalisticamente e professionalmente” parlando di dirigere il più importante telegiornale della Rai. (link al video: http://www.youtube.com/watch?v=4JOg5GCBpwk)
L’8 ottobre alle ore 11.30 davanti alla sede Rai di Viale Mazzini balleremo e canteremo il waka waka dei cittadini per chiedere le dimissioni di Minzolini e porteremo le firme raccolte in questi giorni, sempre su Facebook, ancora una volta nella nostra valigia blu.
Sarà una protesta gentile, un modo originale e pacifico di esprimere la nostra critica. Non ci illudiamo di ottenere le dimissioni, non siamo così ingenui. Ma sarà un modo per far sentire la voce di tanti cittadini che non si riconoscono più, che non si fidano più dell’informazione Rai targata Minzolini.
A questo punto per noi è importante una precisazione. La nostra è una battaglia culturale, siamo un movimento di opinione, non di massa. Siamo sicuri di esprimere preoccupazioni e posizioni di tantissimi cittadini (come testimoniano anche le firme raccolte) in modo trasversale.
Non permetteremo a nessuno di strumentalizzare le nostre iniziative. La valigia blu, come sanno bene quelli che ci seguono, non ammette la violenza a partire da quella verbale, non ospita nei sui spazi commenti violenti, insulti. Abbiamo una maniacale attenzione al linguaggio, all’uso delle parole. Ben consapevoli dell’enorme responsabilità che abbiamo. Siamo le parole che usiamo, così recita il nostro manifesto. Noi vogliamo ragionare (e si sa chi parla male pensa male) non urlare. Ecco anche perché abbiamo deciso di caratterizzare questa nostra iniziativa in modo gioioso, allegro, creativo, ironico. Proprio per rafforzare questo nostro messaggio. Rispettiamo tutti, a partire dal linguaggio, rispettiamo anche chi non ci rispetta. Lo scontro fra eserciti contrapposti gonfi di odio non ci interessa. Anzi il nostro vuole essere un piccolo contributo a convincere le parti a deporre le armi.
Le nostre preoccupazioni, ritornando alla questione del Tg1, sono le stesse del Presidente Garimberti. Vale la pena qui riportare integralmente la sua lettera al direttore generale Masi: "Caro Direttore, intendo sottoporti con molta forza, e con la precisa richiesta che questa volta ci sia da parte tua un intervento diretto e immediato, il caso dell'editoriale del Direttore del Tg1, Augusto Minzolini, nell'edizione delle 20 di ieri sera. Pur non contestando, in linea di principio, il diritto di un direttore di esprimere opinioni sull'attualità, ci sono dei limiti che soprattutto l'informazione del servizio pubblico non può valicare. Ieri, purtroppo, sono stati valicati: ci sono stati nell'intervento del direttore Minzolini giudizi inopportuni in quanto invasivi delle competenze e responsabilità di soggetti politici e istituzionali, giudizi che impegnano il servizio pubblico e che non competono all'informazione della Rai'. Più e più volte in Consiglio di Amministrazione e nel corso delle audizioni in Commissione Parlamentare di Vigilanza, ho manifestato la mia preoccupazione per la mancanza di pluralismo del Tg1. In questa fase politica particolarmente delicata e che richiederebbe massimo equilibrio, tale preoccupazione ha trovato conferma. Credo che questo 'esasperato protagonismo individuale', per citare testualmente la carta ('Carta dei doveri e degli obblighi degli operatori del servizio pubblico radiotelevisivo'), vada tempestivamente corretto nell'ambito dei Tuoi doveri e delle Tue competenze. Aggiungo in conclusione che ritengo anche necessario dare tempestivamente e rigorosamente seguito a tutte quelle decisioni che sono state prese in tema di palinsesti in Consiglio di Amministrazione, senza ritardi che potrebbero anch'essi essere letti come strumentali e con valenza politica".
Ha ragione Garimberti quando dice che al Tg1 siamo oltre alla disinformazione, siamo alla reticenza. Potremmo fare tanti esempi a sostegno della nostra richiesta. Non ultimo la censura della bestemmia del Presidente Berlusconi e la strana omissione del partito di appartenenza di assessori, sindaci e parlamentari pesantemente coinvolti nello scandalo rifiuti in Abruzzo. Ma anche lo spazio francamente eccessivo dato a notizie “leggere”, di costume (dalla caccia al coccodrillo nel lago alle corse delle pecore fino alle mutande antiscippo). Spazio giustificato in una intervista rilasciata dal direttore Minzolini al Corriere della Sera così: “Io quei servizi li metto negli ultimi dieci minuti, quando la gente comincia ad essere stanca. Il Tg 5 ci superava sempre sul finale, da mesi non accade più”. Ma questo è un ragionamento di chi cerca di piazzare un prodotto. Qui si tratta di fare informazione non di vendere di più del supermercato concorrente.
*Arianna Ciccone, animatrice di Valigia Blu (www.valigiablu.it)