di Reporter senza rete
L’Osservatorio si è occupato più volte negli ultimi mesi delle vicende di Adro: la mensa vietata ai bambini che non pagano; la scuola con i 700 soli delle alpi; ugualmente abbiamo dovuto commentare lo spazio dato dai TG agli eccessi verbali della politica leghista. Questa sera torniamo a parlare di un altro sindaco leghista, dispiaciuti del fatto che nessun TG ha voluto dare spazio alla sua iniziativa controcorrente. Eppure nelle ultime ore Gianangelo Bof, sindaco di Tarzo, un paese di 4.600 abitanti in provincia di Treviso, è sulla cresta dell’onda, e molto ripreso dai siti e dai quotidiani, per un intervento dell’amministrazione comunale apparentemente ordinario, ma che ha in realtà qualcosa di speciale. Non lo avete visto in Tv, quindi ve lo raccontiamo. Tredici famiglie con problemi economici che non si possono permettere di pagare la retta dell’asilo; undici extracomunitarie, due italiane, in un paese con meno di cinquemila abitanti e circa 300 extracomunitari, quasi tutti africani o cingalesi. Il sindaco cosa fa? Stanzia 10,000 euro per aiutare i 13 bambini. Tutto normale? Fino ad un certo punto, perché questo sindaco della provincia trevigiana, è leghista, Trentacinque anni, da bambino ha provato l’esperienza dell’immigrazione con la sua famiglia. Nel commento, con piacere abbiamo voluto parlare con lui, per ascoltare, un volta tanto, un eloquio leghista diverso nei toni e nella sostanza. Complimenti.
Serata tranquilla per le scalette dei Tg. Il rientro delle salme dei quattro alpini uccisi e il dibattito sul Che fare?( il Tg 1 ha in studio Cicchitto e Fassino), è presente su tutte le testate. Segnaliamo solo alcuni particolari. La vicenda delle proteste degli extracomunitari all’aeroporto di Cagliari, è in apertura sul TG La 7, in chiusura sul TG 1; il TG 1 ed il TG 5 “alleggeriscono” le loro scalette mandando in onda lo stesso inseguimento ripreso dall’elicottero di una delinquente i a San paolo del Brasile.
Il Tg 2 ed il Tg 5 mostrano entrambi una certa morbosità andando a”spiare” all’interno del carcere di Taranto i corridoi e le celle dove è recluso lo zio-assassino di Sarah Scazzi. Chi lo ha perso, ricerchi l’articolo di Diamanti sulla Repubblica di oggi, con un titolo emblematico: “Cara televisione, dacci oggi la nostra ansia quotidiana”.
Il commento di Gianangelo Bof, sindaco di Tarzo provincia di Treviso
(Intervista di Paola Venanzi)
Perché fa notizia un amministratore che si comporta in maniera che, lei giustamente definisce, normale?
“Non so perché faccia tanta notizia, ne perché abbia avuto tutto questo risalto: il nostro è stato un intervento pragmatico. C’era un problema: il numero dei bambini che frequentavano un asilo, gli asili in crisi e che c’era un certo numero di bambini che non lo frequentava. Ci siamo chiesti “perché”?, abbiamo analizzato la situazione ed abbiamo visto che se fossimo intervenuti per far andare all’asilo questi bambini, avremmo risolto molti problemi con un solo intervento: il problema finanziario degli asili, il problema dei bambini che non frequentano l’asilo ed il problema che poi si pone nelle scuole elementari quando i bambini arrivano e poi non hanno padronanza della lingua perché non sono stati in grado di frequentare prima per dei problemi economici legati alle famiglie. Se il problema per le finanze dello stato è un investimento di diecimila euro su tredici bambini, come sono stato accusato … se il problema è questo, siamo ormai alla frutta”.
Senta, forse perché veniamo da notizie che ci hanno fatto balzare dalla sedia (vediamo Adro ed i bambini che sono rimasti senza la mensa), forse perché lei appartiene ad un partito dove alcuni esponenti …
“Intanto, per mia formazione, non vado mai a giudicare cosa fanno i colleghi in altri comuni. Sicuramente loro hanno delle problematiche e delle peculiarità loro: io le affronto in un modo, loro in un altro, ma non le giudico perché ogni scelta è frutto di un suo territorio e di un suo contesto”.
Senta, sindaco, ma è vero che lei è stato un “immigrato” a sua volta, un migrante?
“Certo: i miei genitori mi hanno portato all’estero la prima volta quando avevo un mese di vita e sono cresciuto in Germania. Negli anni ottanta non si era nel primo dopoguerra, ma le reminescenze della Seconda Guerra Mondiale erano vive nei tedeschi più anziani, e quindi c’era un po’ quell’avversione verso l’Italiano, che veniva visto come il mafioso. Quel po’ di discriminazione – le posso garantire – che, mentre l’adulto riesce a capire certe dinamiche sociali – economiche, il bambino non le riesce a capire. Io parlavo dialetto bavarese come gli altri bambini con cui giocavo, e nel momento che venivi discriminato dall’adulto, non dal bambino, veniva da chiedermi: “Ma perché proprio a me? Non siamo tutti uguali qui? Parliamo uguale, giochiamo uguale, corriamo nello stesso modo … ” Non ti riesce a spiegare questa differenziazione. Questo per me è grave, perché la discriminazione provata da bambino o da adolescente poi la si porta dentro per tutta la vita, e non si sentiranno mai cittadini integrati in quel paese perché non si sentiranno mai a casa propria. Noi questi bambini dobbiamo farli sentire a casa propria! Se loro si sentono in Italia a casa propria, cresceranno come italiani che hanno a cuore l’Italia, il paese dove sono nati e cresciuti, e si comporteranno anche meglio”.