di Reporter senza rete
Apoteosi di cronaca nera dei titoli e nei servizi dei Tg di prime-time. La vicenda di Sarah Scazzi è primo titolo e, spesso, doppio servizio, per quasi tutti i Tg, con l’eccezione del Tg La 7. Il Tg 2, che la riportaal terzo posto nei titoli, ne apre con il primo servizio. Poi la vicenda della collaboratrice di giustizia sciolta nell’acido, e la traduzione in carcere del ventenne romano che con un pugno ha causato la morte dell’infermiera rumena: tutto ciò in barba alle riflessioni, anche autocritiche, sull’eccesso, qualche volta morboso, che sta accompagnando l’illuminazione della vicenda di Avetrana e gli altri fatti di cronaca nera. Minuti e minuti di collegamenti, ricostruzioni, ipotesi sullo sviluppo delle indagini, interviste a protagonisti e comparse comunque compiacenti, statuine di una rappresentazione tutt’altro che sacra che vede ogni giorno l’afflusso di centinaia e centinaia di curiosi, in pellegrinaggio mediatico. E pensare che anche l’inappuntabile Direttore generale della Rai Mauro Masi, ha oggi invitato le testate pubbliche ad un atteggiamento più contenuto.
In secondo piano, ma presente in molte titolazioni, la questione delle discariche nel Parco del Vesuvio e degli scontri che anche ieri notte, e probabilmente questa notte, condiscono l’eterna vicenda dei rifiuti nel napoletano. Nel commento abbiamo sentito Tommaso Sodano, autore insieme a Nello Trocchia di un recentissimo libro sulla “peste” dei rifiuti.
Complimenti a Mentana che apre sulle polemiche che hanno accompagnato la trasmissione di Report di domenica sera, dedicata in parte alle ville”presidenziali” di Antigua, e che posiziona Avetrana nella seconda parte del Tg. Quello de La 7 e anche l’unico TG che riporta fin dai titoli la notizia delle indagini sulle violazioni informatiche operate a danno di alcuni “nemici” da parte di un militare infedele e a vantaggio del settimanale “di famiglia” Panorama. Il Tg 2 è l’unico che riporta, nel primo titolo, le importanti decisioni dei ministri economici europei sul nuovo patto di stabilità. Il TG 3 chiude la titolazione segnalando il corteo di migliaia di donne in Congo che hanno protestato contro la guerra e gli stupri di massa.
Parecchi Tg ci ricordano che stasera riprende il Grande Fratello: una grande notizia.
Il commento di Tommaso Sodano, coautore de "La Peste"
(intervista di Alberto Baldazzi)
Tommaso Sodano, autore assieme a Nello Trocchia di un recente libro sulla “peste” dei rifiuti; i nostri telegiornali, un po’ scompaginati, ora ci dicono: “La camorra impedisce la questione della normalizzazione dei rifiuti in Campania”, ora ci fanno vedere “Famiglie che protestano per l’avvenire sanitario dei loro figli”. È il caso di Terzigno, in questi giorni ( e sopratutto in queste notti) agli onori della cronaca, per gli scontri con le forze degli ordine. Come vedete le situazioni?
“ Penso che l’esasperazione sia ormai arrivata alle stelle, un esasperazione dovuta al mancato rispetto di degli impegni che erano stati assunti rispetto a quella comunità. Nel Parco Nazionale del Vesuvio, premesso che siamo sotto infrazione comunitaria, perché non è permesso versare rifiuti così come vengono raccolti per strada, e quindi i così detti “tal quale” all’interno di un Parco Nazionale, patrimonio dell’Unesco e riserva naturale: tutti aspetti che escludono la compatibilità con una discarica. Nonostante questo, previo i poteri eccezionali legati all’emergenza, con l’uso anche dei militari che rendono impossibile avvicinarsi, filmare o fotografare la discarica, è stata aperta una discarica che esaurirà la sua capacità di assorbire rifiuti già nel 2011. Improvvisamente, un mese e mezzo fa, il Sottosegretario Bertolaso annuncia che bisogna edificare lì una seconda discarica, nonostante l’impegno della Provincia del 24 maggio, nonostante l’impegno dell’Assessore Generale, e nonostante pure lo stesso Presidente del Consiglio Berlusconi che, non più tardi di due settimane, avrebbe fatto di tutto per non far aprire la discarica. Io li vedo apprendere questo: non solo devono subire una pessima gestione di questa discarica – vorrei invitare chiunque a fare un tour per vedere in quali condizioni è tenuta quella discarica, dove non ci sono solo i rifiuti che vanno per la raccolta differenziata, ma c’è di tutto (sono stati trovati copertoni, rifiuti ospedalieri, televisori ed ogni genere di roba che lì non dovrebbe esserci) – ma oltre a questa gestione pessima, che si è aggravata ancora di più, vedono aggiungersi l’annuncio dell’apertura di una nuova area, un area enorme con la capacità di 7 milioni di tonnellate, che poi è del tutto incompatibile con un area protetta, come anche con alcune produzioni e col turismo (siamo – ricordiamocelo – a pochissimi chilometri dagli scavi archeologici di Pompei, dall’area archeologica di Oplonti, di Trecare : una zona dove non è possibile pensare di portare rifiuti)”.
Sodano, voi avete appena scritto un libro sull'argomento; i rifiuti si produconio dappertutto, e soprattutto nelle aree metropolitane. Come mai a Napoli non si riesce a venire a capo del problema? Cosa c’è dietro?
“Questa è la domanda che ha ispirato il nostro libro. In realtà qui in Campania siamo in emergenza dal 1994 : un’emergenza non legata ad un cataclisma, che in genere è qualcosa di eccezionale, ma ad un fenomeno che dura da sedici anni, primo. Secondo: lo stato d’emergenza era stato dichiarato e commissionato perché c’era la camorra, e l’obbiettivo primario è stato quello di espungere, cacciare la camorra dal ciclo dei rifiuti. Dopo sedici anni, anche durante le ultime gestioni , quelle fatte interamente dallo stato con gli alti poteri conferiti al Sottosegretario Bertolaso, imprese colluse con la camorra hanno continuato a gestire pezzi importanti della catena dei rifiuti, dalla gestione proprio delle discariche agli altri business della camorra. Io vorrei ricordare che, in questo momento, come hanno detto i carabinieri di Napoli e di Nola, la camorra ha tutto l’interesse che la discarica si faccia perché edificarla metterà in moto un altro ben noto meccanismo. Ci saranno le imprese che gestiscono il cemento, i calcestruzzi, il bisogno di pale meccaniche per spianare, di camion per trasportare i rifiuti: il business è quello. Ciò che manca in Campania è che ancora oggi non c’è un piano regionale degno di questo nome. Una consulta che si ponga i problemi dell’Europa, dove si fa una gerarchia dei rifiuti: prima ridurne la quantità, poi raccolta differenziata, poi riciclo e riuso. In campagna, dopo sedici anni di gestioni commissariali, noi abbiamo una percentuale di raccolta differenziata al di sotto del 20% ( Napoli 9%, provincia 15%), insomma: una situazione disastrosa, perché non si possono smaltire tutti i rifiuti che si producono”.
Sodano, c’è in queste ore, in queste notti molto calde a Terzigno, strumentalizzazione della gente normale, oppure quella è vera preoccupazione per la salute dei propri figli?
“Io credo che gesti ed episodi violenti vadano comunque condannati, indipendentemente da chi li compie. Ho dei dubbi rispetto all’ultimo incendio che è avvenuto stanotte, in una strada lontana da dove c’erano tutti i manifestanti; mi sembra anche tanto curioso che con tanti poliziotti, carabinieri e forze dell’ordine presenti sul posto si possa arrivare ad un camion ed appiccare un incendio con tanta facilità. C’è, certamente, una esasperazione molto alta perché i cittadini non si fidano. Siamo in un contesto in cui i pozzi vengono sequestrati perché sono inquinati fin nelle profondità, e c’è quindi una preoccupazione oggettiva. La stragrande maggioranza della popolazione che manifesta sono cittadine, persone normalissime che di giorno lavorano e di sera si radunano per bloccare i camion. È chiaro che per evitare di entrare in cortocircuito c’è bisogno di una risposta. La prima risposta è quella di dire che, esaurita questa discarica, non se ne apra una seconda: questa può essere elemento di mediazione per riaprire un rapporto di fiducia con i cittadini di quella comunità”.