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La psicosi "marocchina" evapora dai TG. Questa volta, almeno, è durata poco
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di Reporter senza rete

La psicosi "marocchina" evapora dai TG. Questa volta, almeno,  è durata poco

Temevamo peggio. Le avvisaglie dell’atteggiamento confuso e xenofobo in diversi TG nella giornata di ieri, dopo il rocambolesco arresto del cittadino marocchino per la scomparsa di Yara, dal pomeriggio della domenica venivano rafforzate dalla vicenda dei sette ciclisti falciati e morti a Sant’Eufemia Lamezia: Nord e Sud  unificati da un solo grido: basta con i Marocchini. In realtà il comportamento responsabile delle autorità locali, a Brembate come a Lamezia, ha “remato contro” le istanze più irrazionali di qualche scalmanato che, soprattutto nel bergamasco, invitava all’occhio per occhio contro gli extracomunitari. Nel tardo pomeriggio, poi, la notizia che il P M di Bergamo non ha chiesto al GIP la convalida dell’arresto del ventitreenne, unita a quella che il giovane di Lamezia  la patente, in realtà, ce l’aveva, (a prescindere dalla gravità assoluta del suo gesto), hanno ricondotto quasi tutti i TG a più miti consigli. A Parte Studio Aperto che ha dedicato un titolo ad un programma di rete che si occupa del “branco” e delle tensioni legate alla presenza degli extra comunitari, tutti i TG di prime time hanno reso un buon servizio, aprendo le loro edizioni con le evoluzioni delle indagini su Yara ed il probabile scagionamento del giovane  che lavorava a Brembate. Chi fa la migliore figura, a nostro giudizio, è TG la 7, che per bocca del suo immancabile anchorman,  si  è chiesto  quanta approssimazione ci sia stata da parte degli inquirenti nel “consegnare” un presunto colpevole, per altro extracomunitario, all’angoscia di chi segue la vicenda della tredicenne Yara. Apprezziamo inoltre l’invito di Mentana: “ cercate la ragazza”, non è detto sia morta. Nel commento parliamo con Filippo Miraglia, Responsabile Immigrazione dell’ARCI.
Non vi meraviglierete se vi confermiamo che anche stasera tutti i TG, ognuno con la propria angolazione più o meno forzata, hanno messo in onda la “moviola” della crisi, senza nulla aggiungere a quello che i cittadini già sanno: colpa dell’informazione ingessata, o della politica asfittica?
Per fortuna una ventata di novità ce la regalano il TG 1 ed il TG 5: il primo ci fa conoscere gli zampognari che scendono nelle città per il Santo Natale, il secondo ci fa scoprire che anche l’astrologia avrebbe basi scientifiche- Ci aspettiamo che in una prossima occasione ci vengano annunciati rimedi efficaci contro il malocchio.


Il commento di Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell'ARCI
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Filippo Miraglia, responsabile problemi dell’immigrazione dell’Arci; da qualche ora, da ieri per la precisione, telegiornali e quotidiani hanno il termine “marocchino” in prima pagina, come se fosse quello in grado di identificare e collegare i due fatti drammatici: uno al nord, Brembate di Sopra, l’altro a Santa Eufemia – Lamezia con l’uccisione di sette ciclisti. È anche vero che le istituzioni si stanno comportando meglio dei media. Qual è la tua opinione, la tua impressione?


“Mi pare che, rispetto al passato, questi

 due sindaci, di cui per altro io non conosco l’orientamento politico, hanno risposto in maniera più decente di quella cui siamo abituati. Direi normale. Hanno sospeso il giudizio per rimandarlo alle giuste sedi. Per quando riguarda gli organi d’informazione mi sembra, invece, che continui a prevalere quell’atteggiamento che parte dalla nazionalità, fin dai titoli, e che poi insegue il tema dell’appartenenza nei servizi. Ho visto diversi servizi televisivi di cui metà del  tempo era dedicato alle presunte e possibili conseguenze  della  nazionalità marocchina, spingendo il pubblico a leggerla in questo modo. Ovviamente io continuo ad avere il punto di vista “distorto” di chi si occupa di questa materia, però non posso fare a meno di notare che negli altri casi di omicidi, incidenti ed occultamenti di cadavere non c’è un “richiamo all’appartenenza” di qualsiasi genere: né al genere maschile, o alla categoria degli anziani, o a quella dei parenti …”

O dei piemontesi, o dei lombardi…


“Sì, come c’è, invece, nel caso in cui siano coinvolti degli stranieri. Questo finisce per alimentare il razzismo, che i giornalisti lo vogliano o meno. Io penso che i giornalisti siano più interessati a cogliere questo tratto dell’informazione italiana che alimenta gli ascolti (o meglio, che lo fa nella testa dei giornalisti), e quindi sono in qualche modo “irreggimentati” da un approccio che, quando sono coinvolte persone di origine straniera, fa parlare in gran parte di questa loro origine … Ovviamente non si capisce poi cosa spieghi la nazionalità di una persona che ha ucciso sette persone in un incidente stradale”.

Tanto più che nel caso di Santa Eufemia Lamezia il giovane in questione, che si ovviamente reso colpevole di una cosa di terribile, si è scoperto che la patente ce l’aveva e tutti dicono che fosse pienamente integrato: una famiglia da diversi anni residente a Santa Eufemia, dove  tra l’altro c’è una comunità di mille marocchini perfettamente integrata. Quindi il sindaco leghista di Brembate di Sopra si è comportato tendenzialmente meglio che non gli organi d’informazione?


“Sì. Dalle fonti che ho sentito mi pare che gli amministratori coinvolti in queste due vicende abbiano reagito in maniera civile, appunto come ci si dovrebbe comportare. Ora vedremo come andrà. Credo che spesso le reazioni in questi casi si autoalimentino. Spero che non succeda niente da nessuna parte, ma c’è questo richiamare in continuazione al rischio di atti  razzismo, fatto dai giornalisti. Sembra quasi una speranza alla fine.  Sembra che aspettino che ci scappi il morto. Non si capisce per quali ragioni lo debbano richiamare, e poi la gente coinvolta in queste vicende finisce per sentirsi … in dovere, “autorizzata”ad intervenire. Francamente, non si capisce la ragione per cui si richiami questo rischio quando non sta succedendo niente: il fatto che un qualche cretino alzi un cartello non vuol certo dire che c’è una popolazione razzista …”

Almeno ce lo auguriamo.

“Sì. Diciamo che è il modo con cui vengono date queste notizie che, alla fine, produce  i fatti, come quando ci sono le tragedie legate ai bambini. La gente, anche richiamata dai giornali nel luogo in cui sono accadute, si raccoglie per reagire in un certo modo. Se la stampa facesse il proprio dovere ed informasse senza alimentare sentimenti di razzismo e di pancia, la gente reagirebbe anche in maniera diversa, cosa che succede di frequente, anzi nella maggior parte dei casi.


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