di Redazione
Una folta rappresentanza di lavoratori della Rai sta manifestando da questa mattina davanti alla
sede romana della Rai di Viale Mazzini. In occasione dello sciopero indetto da diverse sigle sindacali (tra le principali organizzazioni solo la Cisl non ha aderito) sono giunti a Roma anche lavoratori di altre sedi Rai, da Napoli a Torino. ''Bisogna avere un grande rispetto per i lavoratori della Rai che oggi hanno deciso di scioperare e che hanno organizzato una civile manifestazione sotto viale Mazzini. Adesso pero' e' necessario che il dialogo riprenda. Sono, infatti, convinto che il piano industriale non sia stato spiegato bene a chi ogni giorno con il suo lavoro contribuisce al successo della Rai''. Ad affermarlo, in una nota, e' il consigliere di amministrazione Rai Nino Rizzo Nervo che aggiunge: ''Il servizio pubblico attraversa un momento molto difficile che puo' essere superato soltanto con il concorso di tutti. Il piano non prevede affatto il ridimensionamento dell'azienda, anzi mette al centro il prodotto che e' il vero core business e crea le condizioni per il risanamento attraverso l'aumento delle produzioni interne e non la cessione all'esterno dei contenuti del servizio pubblico''. ''Per questo ritengo che il tavolo del confronto deve restare aperto ma l'azienda -prosegue Rizzo Nervo- deve finalmente illustrare con chiarezza la situazione e i contenuti del piano industriale. Ma alla Rai bisogna chiedere di avere le carte in regola: non si possono chiedere sacrifici se prima non vengono eliminati gli sprechi, i privilegi di pochi e le scelte contrarie agli interessi aziendali.
''Se la Rai avesse ancora un gruppo dirigente oggi dovrebbe ringraziare i dipendenti che hanno
scioperato perche' credono ancora nel servizio pubblico e non vogliono assistere passivamente alla sua liquidazione industriale, culturale, editoriale'': e' l'opinione di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. ''La loro - afferma Giulietti in una nota - non e' una manifestazione di parte, ma la protesta di chi ancora crede che l'interesse generale venga prima del conflitto di interessi''.
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