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Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino. Per non dimenticare
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di Michela Gargiulo

Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino. Per non dimenticare

L'immagine che non si dimentica è quella di Paolo Borsellino sotto il lenzuolo bianco con il corpo straziato, il viso annerito. La figlia Lucia che lo cerca facendosi largo tra la folla nell'inferno di via d'Amelio. E' lei che solleva il lenzuolo per l'ultimo saluto e scorge sul volto di suo padre l'accenno di un sorriso. Sarà Lucia a ricomporre e vestire suo padre nella camera mortuaria. Lei a sostenere un esame universitario a distanza di poche ore dalla strage lasciando esterrefatta la commissione giudicante. E' il 19 luglio del 1992 e questa è la pagina più commovente de "Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino" di Giorgio Bongiovanni e Lorenzo Baldo, giornalisti di Antimafiaduemila.

Un libro dedicato alla vita di Paolo Borsellino tra la strage di Capaci e la sua morte in Via d'Amelio, un resoconto attento sugli ultimi giorni del giudice attraverso le testimonianze di colleghi, amici e familiari. Il grande merito di questo libro è quello di riuscire a portare il lettore dentro la storia di quei terribili giorni. Si respira la tensione e la paura di quei momenti. Una città stretta nell'angoscia di un terribile presentimento.

Un conto alla rovescia che chiuderà definitivamente la lotta alla mafia che portava la firma di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Sullo sfondo, sempre presente, attraverso le ricostruzioni puntuali dei due giornalisti la strategia della tensione terroristico mafiosa che si chiuderà con le stragi del '93 a Firenze, Roma e Milano. Questo non è il primo libro dedicato a Paolo Borsellino e speriamo che non sia l'ultimo. Di sicuro queste pagine hanno un merito: sono partigiane, scritte da chi ha fatto della lotta antimafia la sua resistenza e da anni racconta fatti ed episodi che spesso restano fuori dai titoli di giornali e televisioni senza perdere mai speranza e passione.

Ha ragione Antonio Ingroia nella sua prefazione: questo libro riproduce efficacemente l'atmosfera da tragedia greca di quella vicenda umana, "con quel senso immanente di morte che trasuda dalle pagine, attorno a temi eterni come il sacrificio, il martirio, la verità, l'altruismo etico". Accanto alla figura di Paolo Borsellino che consuma gli ultimi giorni della sua vita nel tentativo di dare un nome alle menti raffinatissime che gli hanno portato via l'amico e collega Giovanni Falcone c'è l'ombra della trattativa tra Stato e mafia, i depistaggi dopo la strage di Via D'Amelio, gli uomini delle Istituzioni che dimenticano e i pentiti che raccontano pesanti verità.

I due giornalisti riescono a rendere un quadro aggiornato delle ultime indagini e ricostruiscono i retroscena di molti misteri: dalla scomparsa dell'agenda rossa di Paolo Borsellino alla falsa collaborazione di Vincenzo Scarantino. Nessuna verità precostituita, solo un rigorosa ricostruzione dei fatti senza far mancare mai parole di speranza e di coraggio. Sono le testimonianze di Manfredi Borsellino, quelle della moglie del giudice Agnese che risponde alla richiesta di perdono che le arriva da Vincenzo Scarantino.

Credo che lo spirito che anima queste pagine sia racchiuso nelle parole di Leonardo Guarnotta, collega ed amico di Falcone e Borsellino."Io spero ardentemente che si possa rendere giustizia a Paolo e Giovanni , spero che vi siano delle persone che intendano liberarsi di segreti custoditi per tanti anni....nell'interesse della giustizia, nell'interesse dei parenti delle vittime e di noi magistrati..Noi vogliamo sapere chi è stato a dare l'ordine di fare quelle stragi, chi è stato il mandante, chi è stata quell'entità che è passata sopra le nostre teste e che ha deciso..." . Se è vero che le parole hanno il potere di risvegliare le coscienze e la memoria speriamo che si continui a scrivere molto su quegli anni terribili perché solo con la verità potremmo sentirci orgogliosi di un paese che non ha più bisogno di eroi.


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