di redazione
La sopravvivenza di 92 testate in cooperativa, no profit e di partito è nuovamente messa in discussione. Infatti con il decreto milleproroghe il governo ha dimezzato il fondo per l’editoria, portandolo da 100 a 50 milioni. “Un fatto gravissimo” hanno sottolineato durante una conferenza nella sala stampa della Camera dei Deputati Roberto Natale e Franco Siddi, presidente e segretario della Federazione Nazionale della Stampa. “Una decisione – hanno detto – che metterà a rischio quattromila posti di lavoro tra giornalisti, poligrafici e indotto creando non poche difficoltà anche ad altre aziende del settore”. Una scelta, come si legge anche in un comunicato del “Comitato per la libertà, il diritto all’informazione e alla cultura”, che rappresenta un durissimo schiaffo al Parlamento e alla democrazia che pregiudica la credibilità dello Stato e della politica.
Il dimezzamento del fondo vanifica anche gli accordi presi dal ministro Tremonti nelle commissioni parlamentari. “Chiediamo al Parlamento di porre riparo rapidamente a questa questione durante la conversione in legge del milleproroghe – si legge ancora nel comunicato del Comitato – ripristinando la consistenza dei fondi e la certezza della loro erogazione attraverso la ricostituzione del diritto soggettivo”. Il problema, sottolineano ancora i promotori del Comitato, non è soltanto dell’editoria. Perché tutti i provvedimenti di natura economica sottovalutano i valori della cultura, della conoscenza e dello spettacolo. Per tale ragione il Comitato resta convocato permanentemente, finché non sarà trovata una soluzione definitiva e proporrà di propria iniziativa, entro gennaio, a tutte le istituzioni, politiche, sindacali, nonché all’opinione pubblica, una proposta di riforma equa, partecipata e trasparente che garantisca certezze alle aziende interessate, evitando il mantenimento di sprechi e privilegi o l’opacità nell’erogazione di risorse pubbliche.
Di oltraggio al Parlamento parla in una nota Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. “Parlamento – dice - che a larghissima maggioranza aveva, sia solo pure parzialmente, appena reintegrato il fondo per l’editoria. Spetta in primo luogo al Sottosegretario Bonaiuti recarsi dal Presidente del Consiglio, del quale è portavoce, per rappresentare le richieste del settore ed eventualmente rassegnare le dimissioni. Perché - sottolinea Giulietti -quanto è accaduto è anche un segnale di palese sfiducia nei suoi confronti. Peraltro - continua Giulietti - sarà appena il caso di ricordare che per sostenere le aziende editoriali del Premier i medesimi ministri inventarono un condono fiscale. Con un decimo di quel regalo sarebbe possibile procedere a reintegrare il fondo. Ci attendiamo - conclude Giulietti - che il Presidente del Consiglio voglia trattare allo stesso modo anche quelle aziende che hanno il solo torto di non essere sue proprietà”.