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Dal Congresso Fnsi appello per la libertà di stampa in Ungheria e Tunisia
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di redazione

Dal Congresso Fnsi appello per la libertà di stampa in Ungheria e Tunisia

Dedico questo mio intervento a Lietta Tornabuoni, una grande giornalista che con tanta delicatezza e per tanti anni ci ha raccontato l'evoluzione del mondo dei media". Così Giuseppe Giulietti ha voluto concludere il suo intervento di saluto al XXVI congresso della Federazione della stampa. Un intervento, il suo tutto, incentrato sulla battaglia da condurre contro ogni forma di bavaglio all'informazione.

"La lotta contro i bavagli non è terminata - ha detto - e non è terminata perché è in corso nel mondo globalizzato uno scontro feroce tra chi vuole mantenere il potere nelle mani di pochi e vuole una società dell'oscurità e chi invece vuole una società aperta che si basa sul diritto all'informazione, alla conoscenza, al libero accesso alla rete ed il diritto dovere di indagare sui luoghi e nei luoghi più oscuri del potere o comunque si manifesti, dovunque sia e in qualunque luogo del pianeta".

Quello che sta accadendo alla Fiat, secondo Giulietti, è una manifestazione di questa lotta che non riguarda soltanto la Fiom, ma anche i diritti costituzionali e lo statuto dei lavoratori. "Un referendum che si fonda su o si, o si - ha detto - è una sfregio alla cultura liberale di questo paese. Per queste ragioni è tuttavia necessario non limitarsi ad una battaglia di frontiera, ma arrivare ad una costruzione immediata, anche nei settori della comunicazione e della cultura, di un coordinamento internazionale dei sindacati e delle associazioni che si battono contro ogni limitazione del libero uso della parola e della libertà di espressione". Da qui, ha detto ancora, la proposta di Articolo 21 di fondare a Bruxelles un coordinamento che raggruppi tutte le associazioni del giornalismo della musica e del cinema e del teatro per arrivare a costruire assieme una nuova direttiva comunitaria che metta al centro non solo gli interessi dei proprietari delle reti e dalla pubblicità, ma gli interessi di chi lavora ed il diritto dei cittadini ad essere informati. Questa, secondo Giulietti, sarà la nuova frontiera . "Non ci può essere un capitalismo transnazionale che può delocalizzare tutto quello che vuole - ha sottolineato - senza essere sottoposto ad alcuna regola e con il movimento dei lavoratori provinciali e nazionali al quale spetta solo di dire si con la testa ". Al termine del suo intervento Giulietti ha lanciato alcune proposte su cui dover far convergere il consenso di tutti: La proroga di due anni sulle proposte Gentiloni sul divieto incrociato sull'acquisizione di nuove testate; riforma dell'editoria fatta in modo tale da capire chi sono i veri ladri dei contributi statali; riforma dell'Ordine e lotta al lavoro precario. Secondo Giulietti bisognerà affrontare anche una campagna per abolire l'indice di ascolto, per introdurre un nuovo indice,quello della dignità.

 


“Non è con i tagli, ma con il trinomio qualità-diritti-lavoro che proponiamo di affrontare le sfide che ci attendono – ha detto il presidente della Fnsi Roberto Natale durante il saluto introduttivo – E’ ormai certo che la Rete non ha cancellato il bisogno di giornalismo, ma sappiamo anche che l’Europa fondata sui diritti non può tollerare leggi come quella ungherese che censurano la stampa. E’ quindi importante tenere alta l’attenzione ai conflitti d’interesse anche in Italia e alla legge che proroga di soli tre mesi il divieto di incroci di proprietà tra il sistema televisivo e quello editoriale”.

Nel mercato editoriale italiano, su 108.437 iscritti all’Ordine alla fine del 2009, solo 49mila giornalisti avevano una retribuzione con regolare contribuzione di cui 6mila contribuzioni incomplete), segnala un recente studio congiunto di Fnsi, Ordine, Inpgi e Casagit, citato da Natale: di questi 20mila sono dipendenti attivi effettivi, 23mila lavoratori autonomi. E più della metà dei giornalisti freelance guadagna meno di 5mila euro l’anno.
“Devo dare atto che a Mediaset, siamo riusciti a fare grandi cose con la collaborazione dei rappresentanti sindacali che hanno capito la rivoluzione tecnologica in atto – ha esordito Fedele Confalonieri, presidente Mediaset -. Oggi i giornalisti devono diventare multimediali e digitali. I nostri programmi del mattino e del pomeriggio, ad esempio, hanno giornalisti di valore che lavorano a stretto contatto con le star della Tv, inventando cose nuove. Secondo me questo arricchisce la nostra Tv. Abbiamo poi creato un’agenzia, News Mediaset, con la quale abbiamo in progetto un canale All News. Razionalizzazione e tagli non possono arrivare all’osso perché i bravi tagliatori di teste ti lasciano il corpo esangue, ma stiamo attenti a non fare i “celoduristi” stile anni Ottanta. I giornalisti, oltre che multimediali, devono essere flessibili”.
Carlo De Benedetti, presidente onorario del Gruppo l’Espresso, ha stroncato come sciocchezze colossali le previsioni d’inizio secolo che davano per morti i giornali a scapito di Internet. “E sono considerazioni oscene anche quelle che davano per scontato che i giornali si potessero fare senza i giornalisti. Io credo che i giornali non moriranno mai, ma certo non stanno bene – ha ricordato De Benedetti -. Oggi infatti siamo a una diffusione inferiore ai 5 milioni di copie, cioè agli stessi livelli del 1939, gli investimenti pubblicitari sono calati del 16% e i fatturati sono diminuiti del 40% dal 2000 al 2009. Entro tre anni, noi vogliamo raggiungere il 20% d’introiti pubblicitari dal web ”. Per garantire il futuro del giornalismo De Benedetti ha lanciato la necessità di un’alleanza fra editori e giornalisti all’insegna del motto “innovare, innovare, innovare” spiegando che la qualità è essenziale per l’informazione e la qualità dell’informazione è necessaria per la democrazia. “Prima i cambiamenti avvenivano ogni 50 anni, oggi i modelli di business impongono rinnovamenti radicali ogni due anni – ha proseguito De Benedetti - Sia tra editori, sia tra giornalisti ci sono gli innovatori e i conservatori. Si vince la crisi solo lavorando insieme, nell’innovazione. Ma i giornalisti devono accettare l’aumento della produttività del lavoro che oggi si può ottenere proprio con le nuove tecnologie. Il nostro gruppo punta a un quotidiano di qualità su iPad senza incorrere in quella marmellata d’informazioni non verificate che circola sul web. Per fare questo c’è bisogno di buoni giornalisti che facciano da filtro, verifichino le fonti e organizzino le notizie permettendo ai lettori di essere opinione pubblica. Editori e giornalisti sono le piccole sentinelle della democrazia”.
Sul concetto di multimedialità ha insistito anche Piergaetano Marchetti, presidente di Rcs MediaGgroup, che ha messo in guardia anche dall’invadenza della pubblicità nell’informazione: “Il mercato dell’editoria ha bisogno di regole e pluralismo. Mi domando se valga ancora l’attuale disciplina che regolamenta le concentrazioni. Per i giornalisti invece c’è necessità non solo di aggiornamenti, ma anche di acquisire nuove competenze. C’è bisogno di giornalisti non più generalisti, ma multimediali e specializzati”. 
Preziosa la testimonianza di Jean Martin, presidente della Società dei lettori di Le Monde, che parla di “fallimento finanziario e morale” nella particolare governance che regolava la gestione del prestigioso quotidiano francese. “In origine il giornale era controllato da persone che non cercavano il profitto e questo permetteva una certa qualità. Nel 1985 è stata fondata la società che presiedo e le aziende hanno svolto una funzione di Mecenate. Non sono mai intervenute nel contenuto, ma non hanno neanche portato qualità nella gestione finanziaria”. La società dei lettori ha preso quindi l’iniziativa “per cercare di preservare il capitale intellettuale del giornale”. Per Martin l’esplosione informativa degli ultimi anni garantisce “abbondanza, ma poca selettività”. Martin concentra infine l’attenzione sui lettori, oltre che su giornalisti e aziende. “Il lettore ha un suo ruolo, il problema è riconquistarli e attirarne di nuovi. Sono loro in definitiva gli ultimi destinatari di tutto il nostro lavoro”.

 

Una sfida agli editori è stata lanciata da Franco Siddi, segretario generale della Fnsi: puntare alla qualità. “Bisogna far chiarezza nel sistema e mettere un freno alle illusioni di chi si deve accontentare di 2 euro e 50 ad articolo – ha esordito Siddi - Le sfide le possiamo vincere ma le condizioni di lavoro devono essere dignitose. Le ristrutturazioni aziendali sono state un passaggio doloroso che abbiamo affrontato con grande fatica. Oggi il nostro obiettivo è tenere insieme un sano mix tra l’esperienza degli anziani e l’entusiasmo dei giovani. La soluzione potrebbe essere pagare un articolo quanto un’ora di lavoro intellettuale. I margini di profitto infatti non sono uguali a quelli degli altri settori: sono pochi i giornalisti ben pagati. L’idea di giornalisti a 1200 euro non ci piace e non dovrebbe piacere neanche agli editori, perché avremmo solo giornalisti ideologizzati e urlatori di parte. No allo sfruttamento, sì al coinvolgimento e alla partecipazione”.
Anche Aidan White, segretario generale Ifj (Federazione internazionale dei giornalisti) ha segnalato la grave situazione dell’Ungheria. “La libertà di stampa si fonda su valori etici e sull’affidabilità dei giornalisti. Se non c’è una distinzione tra queste due libertà, c’è una collisione”. In 24 anni come segretario dell’Ifj non ho mai assistito a una fase più pericolosa per il giornalismo europeo come l’attuale. E perciò non è giusto che un Paese che nega i diritti fondamentali della stampa debba prendere la leadership dell’Unione europea”. White ha proseguito il suo intervento ricordando che “il giornalismo è un bene pubblico, senza giornalismo non si elimina la corruzione nella società e non si informano adeguatamente i cittadini in modo che partecipino in maniera attiva alla democrazia. Ma i cambiamenti tecnologici non devono interferire con l’indipendenza”.
“Gli editori non sono chiari quando parlano di multimedialità – ha segnalato Giulio Anselmi, direttore Ansa – E’ un peccato che gli editori non saranno presenti anche nei prossimi giorni a questo  congresso di categoria, dove spero e credo verranno fuori novità. Perché vorrei sapere anche cosa intendono i giornalisti per multimedialità. Sono d’accordo con Marchetti sulla capacità dei direttori di essere sufficiente garanzia di autonomia professionale nonostante siano schiacciati tra redazione e proprietà i cui interessi, però, molto spesso non corrispondono a quelli dei direttori.
Ci sono tre sfide: il tipo di governance per le imprese editoriali, la qualità dei giornalisti che, a volte, sono molto bravi nel rivendicare diritti e meno bravi nell’accettare  i doveri e, infine, il lavoro dei sindacalisti che, a volte, hanno appiattito il lavoro di questa categoria senza avere sufficientemente chiaro invece la necessità di puntare sulla qualità”.
Alla fine del dibattito è intervenuto nuovamente Aidan White ricordando che  in Europa sono stati investi 5 milioni di euro per affrontare le sfide del cambiamento nell’era digitale. Un messaggio di ottimismo di fronte a una realtà assai preoccupante.

FRANCO SIDDI: “SERVE UN PATTO CON LE IMPRESE”

''Serve un patto tra sindacato e imprese per evitare che la crisi occupazionale si trasformi in crisi sociale''. Lo ha detto il segretario della Federazione Nazionale della Stampa a margine del convegno sul futuro dell'informazione che fa da prologo al congresso di Bergamo.
''Dobbiamo far capire agli editori che non siamo competitori, vogliamo agire nel cambiamento, ma salvaguardando i diritti – ha aggiunto Siddi -. La sfida è allargare la base produttiva, distribuendo l'informazione su varie piattaforme. Vorremmo finalmente vedere giornalisti assunti nei nuovi media. Contro il precariato non bastano ricorsi al tribunale, che sono una sorta di pronto soccorso, la cosa importante e' lavorare sulle regole, perché il contratto è una ricchezza sia per noi sia per le imprese''. L'altra sfida fondamentale è quella sulla ''democrazia dell'informazione - ha concluso Siddi - per far questo serve una grande battaglia culturale, perchè se pensiamo che l'informazione è solo quella di parte, siamo tutti un po' più poveri''. (ANSA)

SIDDI, IMPEGNATI PER IL RISPETTO DELLE REGOLE

''Le sfide che attendono l'Fnsi sono da fare tremare i polsi. Dobbiamo allargare la base produttiva dei giornalisti a tutte le piattaforme e dobbiamo lavorare per salvaguardare la libertà di informazione. Tutto questo naturalmente deve essere fatto attraverso il rispetto delle regole, perché il contratto di lavoro non è una garanzia solo dei lavoratori ma anche delle aziende perché evita che ci sia del dumping tra loro''. Lo ha detto Franco Siddi, segretario della Federazione Nazionale della Stampa, in occasione del convegno organizzato nella giornata inaugurale del congresso dell'Fnsi.
Per Siddi ''i giornalisti sono fondamentali per avere un'informazione di qualità. In questo ultimo anno abbiamo avuto esodi straordinari ma rimangono lo stesso situazioni di gravi crisi, in particolare nei settori dei periodici e dell'emittenza locale e privata. Bisogna evitare che queste situazioni di crisi si trasformino in un disastro sociale. Chi si avvicina alla nostra professione deve sapere -conclude Siddi - che non ci sono più le condizioni di una volta''. (ADNKRONOS)

FNSI: SIDDI, CREARE CONDIZIONI DI LAVORO DECENTI PER GIORNALISTI

''Creare condizioni di lavoro decenti per i giornalisti''. E' questa la parola d'ordine di Franco Siddi: per il segretario generale dell'Fnsi, intervenuto a Bergamo alla giornata di apertura del 26mo congresso della federazione, ''ci attendono sfide da far tremare i polsi'', a partire dalla necessita' di ''ampliare la base produttiva dei giornalisti puntando su tutte le piattaforme''.
Ma per un sindacato ''sempre attento al mondo nuovo'', oltre che garantire una qualifica professionale per chi fa informazione anche su internet, ''l'altra sfida e' quella della liberta' dell'informazione'', unica strada per garantire un futuro al settore: ''Se l'informazione non e' più tale - ha sottolineato il segretario dell'Fnsi - anche l'industria editoriale deperisce''. Ed e' questo l'obiettivo del contratto nazionale del lavoro giornalistico, un contratto che per Siddi ''garantisce non solo i lavoratori ma anche le aziende, evitando che ci sia dumping tra loro''.
Quanto ai comparti dell'editoria più colpiti dalla crisi, il segretario dell'Fnsi li ha indicati nei periodici, nell'emittenza locale e in quella privata. ''Bisogna evitare - ha detto a questo proposito - che questa situazione si trasformi in un disastro sociale''. fcz/sam/alf(ASCA)

TV: CONFALONIERI, SU DIRITTI CALCIO DAHLIA CI PENSEREMO

Il gruppo Mediaset, per il momento, sta a guardare sulla situazione dei diritti sul calcio che Dahlia tv potrebbe essere costretta a restituire alla Lega.
È quanto ha affermato il presidente Fedele Confalonieri rispondendo a una domanda a margine del convegno inaugurale del congresso della Fnsi a Bergamo. A chi gli chiedeva se il gruppo fosse interessato a rilevare i diritti delle partite di serie A in caso si rendessero disponibili, ha replicato: ''non so niente, ci penseremo''. (ANSA)

SOLE 24 ORE: CONFALONIERI, DOSSIER CESSIONE? NON MI RISULTA MEDIASET NON PUÒ FARSI AVANTI, C'È UNA LEGGE

''Non mi risulta''. È la risposta di Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, ad una domanda sull'esistenza di un dossier in Confindustria per la cessione del quotidiano il Sole 24 Ore. Confalonieri, che ha parlato a margine del convegno inaugurale del congresso nazionale della Fnsi a Bergamo, replicando a una domanda sul possibile interesse di Mediaset per la testata ha affermato: ''non possiamo neanche, c'è una legge''', riferendosi al decreto Milleproroghe. (ANSA)

TV: MEDIASET: CONFALONIERI, ENTRO ANNO CANALE ALL NEWS

''Abbiamo creato un'agenzia, News Mediaset, che ha come obiettivo di diventare un canale 'all news'''. È quanto ha detto il presidente di Mediaset Fedele Confaflnoieri nel corso del suo intervento al convegno inaugurale del congresso nazionale della Fnsi a Bergamo.
Confalonieri ha poi aggiunto che ''in Italia è entrato il più forte editore del mondo, nella tv, nei giornali e nel cinema, sappiamo a chi facciamo riferimento, e questo è uno stimolo in più per essere efficaci e per innovare, per noi editori e per i giornalisti''. (ANSA)

EDITORIA: CONFALONIERI, NO A ECCESSI DA CELODURISTI

BERGAMO, 11 GENNAIO -  ''Voglio dare un monito ai celoduristi, sia da una parte sia dall'altra perche' si guardino indietro''. È quanto il messaggio lanciato dal presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri nel corso del suo intervento al congresso della Fnsi a Bergamo. Confalonieri, che ha evocato le trattative ''negli anni 80' quando ero amministratore delegato del Giornale'', ha spiegato che ''a quell'epoca Montanelli era considerato un fascista, poi è diventato una icona della sinistra'', e c'era ''un clima fortemente ideologizzato''. Guardando all'oggi, Confalonieri ha parlato di ''disponibilità dei nostri sindacati a corsi di formazione e al nuovo sistema editoriale''. Attenzione però anche ai ''bravi tagliatori di teste, che poi fanno diventare l'azienda un corpo esangue, perché razionalizzazioni e tagli non possono arrivare all'osso, perché altrimenti in azienda non si lascia più nessuno''. (ANSA)

L'ESPRESSO: DE BENEDETTI,PUBBLICITÀ WEB OLTRE 20% IN 3 ANNI

BERGAMO, 11 GEN - ''Gli ingressi pubblicitari da Internet de L'Espresso dovranno superare il 20% dei nostri ricavi entro 3 anni''. È quanto ha detto il presidente onorario del gruppo editoriale, Carlo de Benedetti, nel corso dell'intervento del congresso nazionale della Fnsi a Bergamo. (ANSA)

CALCIO: CONFALONIERI, PENSEREMO A DIRITTI DI DAHLIA TV

Bergamo, 11 gen. - "Non lo so, ci penseremo". Così il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri ha commentato la  possibilità che il gruppo televisivo rilevi i diritti tv di alcune squadre di serie A per il digitale terrestre detenuti oggi da Dahlia Tv. Confalonieri ha parlato a margine del convegno della Fnsi. (ADNKRONOS)

EDITORIA: DE BENEDETTI, GIORNALI MALATI MA NON MORIRANNO INNOVAZIONE SIA MOTTO PER EDITORI E GIORNALISTI

''Penso che i giornali non moriranno, ma non stanno per nulla bene e questo deve essere chiaro a noi editori e a voi giornalisti''. È quanto ha detto il presidente onorario del gruppo L'Espresso, Carlo De Benedetti, intervenendo al convegno nazionale della Fnsi a Bergamo. ''Le due profezie di inizio secolo - ha aggiunto - sulla scomparsa dei giornali di carta e dei giornalisti si sono rivelate due sciocchezze e tali resteranno''. ''Nel mondo però - ha proseguito - ci sono casi di successo, che possono dirci molto e sono basati sull'innovazione, per questo dico che 'innovare, innovare, innovare' deve essere il motto per editori e giornalisti''. L'Ingegnere ha poi concluso il proprio ragionamento spiegando che ''la qualità è essenziale per l'informazione, e la qualità dell'informazione è necessaria per la qualità della democrazia. Quanto più l'informazione potrà viaggiare velocemente e correttamente, tanto più le persone saranno informate ed elevata sarà la qualità della democrazia''. (ANSA)

RCS: MARCHETTI, PIANO INDUSTRIALE PREVEDE NUOVE COMPETENZE

 ''Il nostro piano industriale prevede nuove competenze, non soltanto l'aggiornamento di quelle esistenti''. È quanto ha detto il presidente di Rcs MediaGroup Piergaetano Marchetti, parlando nel corso del congresso nazionale della Fnsi a Bergamo.
Secondo Marchetti, che ha sottolineato come ''lo slogan dell'innovazione non deve diminuire la qualità del lavoro'', la necessità del gruppo da lui guidato a ricorrere a nuove professionalità è dovuta ''anche grazie ai sacrifici fatti sul piano dell'occupazione e dei rapporti aziendali in questi anni''. (ANSA). 

EDITORIA: MARCHETTI; RIVEDERE REGOLE SU CONCENTRAZIONI SALVAGUARDARE PLURALISMO

''Anche il futuro più sconvolgente ha un cuore antico, che passa attraverso un clima di pluralismo''. È quanto ha affermato a proposito del settore editoriale, il presidente di Rcs MediaGroup, Piergaetano Marchetti al congresso nazionale della Fnsi, citando l'autore Carlo Levi. Secondo Marchetti la salvaguardia del pluralismo ''implica attenzione alle concentrazioni'' e per questo ''occorre riflettere se il nostro meccanismo di disciplina delle concentrazioni basato sui compartimenti stagni sia ancora adatto''. (ANSA)

EDITORIA: CONFALONIERI, GIORNALISTI DIVENTINO MULTIMEDIALI

BERGAMO, 11 GENNAIO - ''I nostri giornalisti devono diventare multimediali e digitali, non solo chi fa tv, ma anche chi fa carta stampata''. E' l'identikit della professione tratteggiato dal presidente Fedele Confalonieri, nel corso del congresso nazionale della Fnsi a Bergamo.
Confalonieri ha parlato di ''rivoluzione tecnologica in atto'', spiegando poi che ''con i nostri sindacati abbiamo fatto cose molto importanti (in azienda, ndr) perché hanno capito il momento''.
L'editore ha sottolineato come ''abbiamo utilizzato le grandi capacità dei nostri giornalisti per migliorare l'offerta del prodotto'', affiancando anche l'apporto delle redazioni con quello di personaggi dello spettacolo, per la creazione di nuovi programmi televisivi.(ANSA)

 


Il sindacato dei giornalisti è pronto ad accogliere le sfide che le nuove tecnologie imporranno alla professione ed assumersi i propri rischi. Ma è necessario che anche le altre parti si assumano le proprie responsabilità. Sarà questo il concetto base che animerà il XXIV congresso della Federazione Nazionale della Stampa, il principale sindacato dei giornalisti italiani, che si terrà dall'11 al 16 gennaio a Bergamo. A ribadirlo è stato Franco Siddi, segretario della Fnsi, nel presentare l'evento che vedrà impegnati tutti i delegati provenienti dalle federazioni regionali.

Sarà un passaggio, come ha sottolineato lo stesso Siddi, attraverso il quale la Federazione aggiornerà la propria analisi sulla situazione del settore "perché avremo davanti delle sfide che fanno tremare i polsi, ma che non ci scoraggiano, nonostante la cattiva situazione dell'editoria". Al congresso si arriverà dopo tre anni terribili, anni di svolta per tutto il mondo dell'informazione e per la vita della stessa organizzazione sindacale. Sono stati gli anni del rinnovo del contratto giornalistico, che ha visto un duro confronto con gli editori, e gli anni degli attacchi alla libertà di stampa attraverso leggi definite bavaglio, che come unico scopo avevano l'intenzione di addomesticare giornalisti e direttori. Battaglie che hanno visto il sindacato in prima linea nel difendere la professionalità dei giornalisti ed in particolare coloro che vivono la professione in maniera precaria, quindi in posizione più debole dal punto di vista delle tutele; oltre alla difesa dell'articolo 21 della nostra Costituzione.

"Il sindacato - ha puntualizzato Siddi - ha evitato che colleghi messi in difficoltà da questo cambiamento sconvolgente fossero messi fuori dal mondo del lavoro". E per uscire dalla situazione di crisi Siddi non ha dubbi: "Allargare la base produttiva". Su questo punto si giocherà la sfida con gli editori, ma anche quello della professionalità. "Non possiamo - ha continuato Siddi - raggiungere il miraggio che chiunque firmi un pezzo possa definirsi giornalista. L'articolo 21 della Costituzione permette a tutti di scrivere, ma il giornalista è un'altra cosa. E la vicenda Wikileaks ce lo ricorda". Per Siddi non basta far circolare carte e documenti liberamente nella rete per fare una corretta informazione. "Il giornalismo - ha detto il segretario - inteso come attività professionale mantiene una funzione centrale: certifica i fatti, indirizza verso la verità se esercitato in trasparenza, opera l'indispensabile inserimento degli avvenimenti nei loro contesti".

Per realizzare tutto questo ci sarà bisogno di un giornalismo meglio attrezzato, culturalmente e tecnicamente, ma ci sarà bisogno anche di organizzazioni imprenditoriali capaci di marciare in sintonia con i tempi. "Oggi - ha sottolineato Siddi - paghiamo lo scotto di una riorganizzazione connessa alla vita economica e industriale e figlia della disorganizzazione praticata come strategia del sistema imprenditoriale.

La crisi si manifesta con una costante emorragia di copie nei media tradizionali e si estende a tutto il sistema d'informazione con riduzione e abbattimento degli impegni finanziari, anche per la distribuzione articolata, atomizzata, squilibrata verso i poli televisivi, delle risorse pubblicitarie, che solo i gruppi più organizzati, con offerte plurime e di identica qualità, riescono oggi a rendere remunerativa. Pesanti e ben noti conflitti d'interesse, inoltre, continuano a bloccare il libero mercato dell'informazione e mortificano la competizione delle idee. E non dimentichiamo che chi è proprietario delle televisioni è oggi l'arbitro non solo di questo mercato, ma anche della politica nazionale. Questo lo diremo, anzi lo grideremo al congresso ".

L'assise vedrà anche protagonisti editori come Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset; Carlo De Benedetti, presidente del gruppo l'Espresso; Piergaetano Marchetti, presidente di Rcs; che l'11 gennaio nella tavola rotonda di apertura si confronteranno con Jean Martin, Presidente Società dei lettori del giornale "Le Monde" ed Aidan White, segretario generale Ifj. Il dibattito sarà moderato da Tiziana Ferrario e Stefano Folli. Nel pomeriggio l'intervento inaugurale sarà tenuto dal Presidente del Senato Renato Schifani.

 


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