di Redazione
Il 20 gennaio 2011 l’on. Roberto Zaccaria ha inviato una lettera-interrogazione al Presidente dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Calabrò per sottoporgli la questione delle recenti esternazioni del Presidente del Consiglio sulle inchieste giudiziarie che lo vedono indagato e che sono state veicolate agli organi di informazione attraverso due videomessaggi il 16 ed il 19 gennaio 2011, rispettivamente della durata di 8 e 10 minuti.
La decisione di rivolgersi al Presidente dell’Agcom è stata dettata anche sulla scorta delle considerazioni fatte da Calabrò in sede di indagine conoscitiva presso la Camera dei deputati il 10 marzo 2010 sul rapporto tra Autorità indipendenti e Parlamento (quest’ultimo indicato dal Presidente dell’Autorità come “referente politico” delle prime).
La prima considerazione contenuta nella lettera è di carattere qualitativo. Il ricorso ad una tecnica quale quella del videomessaggio per veicolare messaggi stricto sensu politici su questioni di rilevante attualità da parte del Presidente del Consiglio, ha inevitabilmente come effetto quello di imporre al circuito mass mediatico: o l’integrale trasmissione degli stessi nel corso dei telegiornali (peraltro attraverso modalità qualitative tali da lasciar pensare ad un invio degli stessi dalla fonte direttamente alle testate); oppure (nella migliore delle ipotesi) delle sintesi, comunque senza la possibilità di un vero e proprio contraddittorio, così come avviene o come dovrebbe avvenire in tutte le altre circostanze.
Consentire, come se fosse normale attività informativa, la trasmissione integrale o parziale nel corso dei telegiornali di siffatti videomessaggi (che per loro natura si caratterizzano come vistosamente sproporzionati in termini di mezzi tecnici ed economici usati per la realizzazione e non consentono alcun tipo di contraddittorio equilibrato), non si pone dunque in contrasto con i principi di pluralismo e di imparzialità che devono presiedere l’informazione, non solo quella svolta dal Servizio pubblico, in ogni periodo dell’anno?
Un secondo tipo di problema è quello di ordine quantitativo. Da questa tecnica di comunicazione deriva un’inevitabile sproporzione tra gli spazi occupati nei telegiornali dal Presidente del Consiglio rispetto a quelli occupati dai principali leaders dell’opposizione ma anche rispetto ad altri soggetti istituzionali (nel caso, clamorosa è la sproporzione con la Magistratura). E’ vero che secondo la delibera dell’Autorità n. 243 del 2010 sui criteri per il rispetto del pluralismo, l’Agcom procede trimestralmente d’ufficio alla valutazione del rispetto del pluralismo politico e istituzionale di ciascun telegiornale sottoposto a monitoraggio, ma quando si determinino nel sistema informativo dei fenomeni in qualche modo eccezionali quali quelli descritti, che hanno, tra l’altro, il chiaro segnale di anticipazioni elettorali, dovrebbero valutarsi i dati con una maggiore frequenza.
Dovrebbero dunque attivarsi le competenze dell’Agcom allo scopo di valutare con maggior frequenza e tempestività che la trasmissione da parte delle testate di informazione pubblica e privata di messaggi stricto sensu politici attraverso siffatte tecniche di diffusione avvenga in conformità con il principio del pluralismo.
In ogni caso, data la rilevanza e l’estrema delicatezza dei temi toccati nei predetti interventi, l’Autorità dovrebbe comunicare con maggior prontezza i dati dei tempi utilizzati dai principali leaders politici nei telegiornali della televisione pubblica e privata con riferimento alla settimana 16-23 gennaio 2010.