di Nicola Tranfaglia
In queste ultime ore i telegiornali vicini al presidente del Consiglio e i quotidiani ancora schierati per il centro-destra(cioè la grande maggioranza dei mezzi di comunicazione nel nostro paese, almeno dal punto di vista quantitativo)hanno cercato di convincere gli italiani che ascoltano e seguono quel che succede (una piccola minoranza purtroppo) che Berlusconi ha ragione. Cioè che il presidente del Consiglio - dopo che la Corte Costituzionale ha in gran parte abrogato la legge sul legittimo impedimento del capo del governo - ha ragione di protestare contro la procura di Milano che intende processarlo per concussione e prostituzione minorile.
Siamo arrivati ormai al fondo della crisi italiana.
Uno degli uomini più ricchi d’Italia,e probabilmente il più potente, vuol chiedere i danni allo Stato perché qualcuno ha cercato di disturbare il manovratore.
E naturalmente, secondo la mentalità del leader populista che da molti anni governa, sono state toghe “rosse” e impertinenti a fare questa manovra.
Lasciamo giudicare agli uomini onesti e a quell’opinione pubblica democratica che una volta esisteva nel nostro paese.
Ma la risposta dei magistrati è stata altrettanto dura secondo i dettami delle leggi vigenti: “E’ necessario il rito immediato. Prove evidenti. Berlusconi va processato per concussione e prostituzione minorile. A Milano perché reati non ministeriali.”
Di fronte a questo scontro (ormai gli osservatori stranieri,a cominciare dagli americani, parlano con qualche ottimismo di imminente declino di Berlusconi ) ma in Italia quel che è evidente sono lo stallo della crisi politica e la difficoltà di tutte le forze organizzate di andare avanti nella legislatura.
Tutti si preparano alle elezioni anticipate ma nessuno può dirlo per non allarmare gli elettori.
Insomma la crisi economica non viene affrontata dal governo e dalla maggioranza parlamentare,la scuola e l’università sono in uno stato comatoso ma la politica e i mezzi di comunicazione sembrano preoccupati soltanto di stabilire se Ruby è effettivamente nipote di Mubarak e Berlusconi ha fatto la sua telefonata alla questura di Roma nell’esercizio delle sue funzioni di presidente del Consiglio o per le sue orge private.
Un osservatore distante dal mondo italiano ha già detto che la crisi italiana oscilla tra il ridicolo e il grottesco ed è difficile dargli torto.
Tornando al nostro paese non è facile uscire dalle due dimensioni appena citate. C’è un dramma che riguarda la maggioranza degli italiani che sembrano non rendersene conto. Ma quel che riguarda Berlusconi è una commedia che ha forti radici nella nostra storia, quella del basso impero romano o dei secoli bui che precedono l’età medioevale e moderna.