di Osservatorio TG
A congiungere le due sponde dello Stretto non c’è nessun ponte, ma la morsa del maltempo tipico di questa stagione, così come "tipici" sono la fragilità ed il dissesto di territori per i quali una forte pioggia significa frane e smottamenti, spesso vittime (oggi due in Calabria), e strade cittadine che divengono torrenti impetuosi che trascinano via tutto quello che trovano, come è di nuovo accaduto a Messina. Anche questa nel nostro Paese, è divenuta "normalità". I Tg di prime time, con l’esclusione di TG La 7 e Tg 3, riprendono la notizia fin dai titoli ma dedicano brevi servizi poco prima delle chiusure; nessuno, comunque, collega l’attualità devastante di comunità che vivono nel terrore quotidiano, con la faraonica progettualità della madre di tutte le infrastrutture. Nel commento abbiamo voluto ascoltare da un testimone diretto, il collega messinese Francesco Straface, cosa significa per i messinesi convivere con l’angoscia degli allarmi meteo, delle frane e delle strade inondate.Per il resto rileviamo l’entusiasmo con cui alcune testate - soprattutto il TG 1 ed il Tg 5 - forniscono i dati del pil ad un +1,3%; quelli dell’aumento dell’inflazione e della disoccupazione giovanile vengono, al contrario, alquanto annacquati.
La cronaca, con la vicenda della tredicenne Yara, è apertura per TG1, Studio Aperto e Tg 4, terzo titolo per TG 2 -che vi dedica ben cinque servizi - e Tg 5; servizio nel Tg 3; nulla per Tg La 7. Scompare " pro tempore" la ripresa della vicenda Avetrana, così come quella delle gemelline svizzere. La richiesta del ricorso al conflitto di attribuzione da parte del Pdl sul caso Ruby, è farina per la macina di Tg La 7, apertura per il Tg 5 e presente nei titoli di Tg 3, Tg 1, Tg 2.La Libia "scende" nelle impaginazioni; Tg 1 secondo servizio, Tg 3, secondo e terzo. Informazione di servizio. Per gli aspiranti erotomani Emilio Fede – e non commentiamo – ci annuncia che ostriche e champagne non sono più afrodisiaci "di moda": per la maggiore vanno oggi i cannoli siciliani ed il caciucco alla livornese.
Il Commento di Francesco Straface, giornalista messinese
(Intervista di Mariella Magazù)
A Messina, nelle zone tra Giampilieri ed Altolìa - già colpite dalla tragica alluvione del 2009 costata la vita a trentasette persone- oltre ai disagi per la battente pioggia delle ultime ore è tornata anche la paura. E’ così?
"Sì a diciassette mesi esatti, la grande paura, ha sorpreso ancora una volta Messina che purtroppo si è confermata impreparata a fronteggiare questo tipo di emergenze. Frane, smottamenti, scene di panico un po’ ovunque, hanno ovviamente caratterizzato il risveglio di tanti messinesi. La situazione più grave è quella che riguarda Mili San Pietro e Mili San Marco, due frazioni letteralmente invase dal fango. I tecnici comunali hanno ammesso che saranno necessari dieci giorni per rimuovere le decine di carcasse di auto accatastate dalla forza dell’acqua e l’ingente quantitativo di detriti trasportati dalla furia della natura. Soltanto per una sorte – che potremmo definire benevola- non vi sono state vittime ed ancora una volta però sarebbe un errore crogiolarsi sul pericolo scampato. I disagi ci sono stati anche a Santa Margherita, Scaletta e Giampilieri -questi ultimi due centri tra i più colpiti dalla devastante alluvione dell’1 ottobre 2009 - quella tristemente nota in tutta Italia per i trentasette morti che si portò dietro. Alcune famiglie hanno abbandonato le loro case. Paradossalmente la presenza sul luogo di ruspe ed operai, ha consentito di deviare gran parte dei flussi d’acqua ed evitare una terribile rievocazione di quanto accaduto un anno e mezzo fa".
La mancanza di vittime, paradossalmente e cinicamente, non fa venir fuori la notizia a livello nazionale. Si è parlato soltanto di una pioggia. Ma in città ci sono parecchi disagi?
"Eh sì. E’ isolata Castanea per via di due frane all’altezza di contrada Badiazza ed a Dinnamare. Difficoltà sulle strade statali e sulle autostrade. Sulla A20 Messina - Palermo si cammina soltanto su una corsia. Mentre sull'autostrada Messina - Catania, per chi arriva dal capoluogo etneo, obbligo di uscita a Roccalumera. Autobus fermi perché ci sono frazioni difficilmente raggiungibili. Ma soprattutto c’è rabbia e paura, perché è passato un anno e mezzo -in tanti ricordano l’arrivo del presidente del consiglio- le promesse iniziali legate alla realizzazione di una new town, subito sconfessata dagli esperti dal momento che nel territorio messinese non era possibile riproporre l’esperimento attuato a L’Aquila nel post terremoto. E facendo un parallelismo - e magari anche gli scongiuri- viene da pensare a quanto avvenne nel 2007 sempre a Giamplieri. Anche in quel caso nessuna vittima, allarme probabilmente sottovalutato, ma poi la famosa bomba d’acqua due anni dopo provocò i 37 morti. E la nuova paura arriva dopo una protesta clamorosa degli abitanti; la settimana scorsa lamentavano proprio l’insufficienza degli interventi. Se non altro impone cautela ed allerta".
Ecco proprio all’indomani dell’alluvione di Giampilieri, l’amministrazione comunale aveva assicurato l’allerta meteo attraverso un ufficio di protezione civile. In questo caso, nei giorni precedenti, c’è stata questa allerta meteo comunale?
"L‘allerta meteo del comune purtroppo non vi è stata. Altre volte aveva già dimostrato la sua inefficienza o comunque un funzionamento soltanto parziale, come anche il sistema della cosiddette sirene, che in pratica dovrebbero avvisare la popolazione a lasciare le case proprio per pericolo imminente. Insomma, se già lascia perplessi l’annunciata messa in sicurezza, che di fatto l’arrivo della piogge ogni anno finisce con lo smascherare e con l’evidenziare, essere assolutamente parziale ed incompleta, dallo stesso punto di vista anche la macchina della protezione civile che pure è così lodevole con gli interventi puntuali nei posti devastati, dovrà correre ai ripari. Perché è chiaro che se la popolazione viene sorpresa solitamente sempre nelle nottate di pioggia, si dovranno fare tanti passi avanti, anche da questo punto di vista. Inoltre gli annunciati finanziamenti promessi dal governo nazionale e dalla regione dovranno essere sbloccati, se non altro per scongiurare nuove tragedie".