di Osservatorio TG
La Libia in primissimo piano e nelle aperture di tutti i TG, con l’eccezione di Studio Aperto che predilige la cronaca. La “controffensiva” di Gheddafi , e gli allarmi che provoca, viengono riportati da (quasi) tutte le testate. Sono soprattutto Tg 3 e TG La 7 a farne l’asse dell’intera edizione. Ci torniamo tra un attimo, perché volevamo segnalare la presenza di titoli su TG 1, Studio Aperto , Tg 2 e Tg3, e di servizi anche nel TG 5,sulla squallida vicenda della trentenne che ha denunciato di essere stata stuprata in una caserma da tre carabinieri che l’avevano tratta in arresto e che avrebbero ribattuto che lei era consenziente: una affermazione che per qualcuno suonerebbe come una attenuante, ma che dà in realtà il senso di uno squallore criminale che valica l’uscio anche di sedi ed istituzioni teoricamente a difesa del cittadino. Nel commento abbiamo parlato con Concita De Gregorio, direttore de “L’Unità”, del livello a cui è giunta la considerazione e la rappresentazione della donna , anche nei media.
Chi ha coniugato stasera “a modo suo” i temi Libia e violenza in caserma, è Emilio Fede, che ha esordito con un sostanziale apprezzamento del fatto che Gheddafi sia ancora in sella -a sparare sul suo popolo, aggiungiamo noi - e che ha liquidato la notizia della eventuale violenza in caserma come un altro tentativo di infangare l’Arma dei Carabinieri.
Tornando alla vicenda libica, Tg 1 e Tg 2, fanno parlare Tremonti dei “rimbalzi” negativi sulle tante aziende e concentrazioni finanziarie che vedono, nel proprio azionariato, i fondi sovrani e gli investitori di Tripoli. Su molte testate vengono riprese le forti e non ambigue dichiarazioni di Napolitano da Ginevra, che per fortuna, allinea almeno in parte il nostro Paese alle posizione dei maggiori alleati occidentali.
Tg 2, Tg 3 e Tg La 7 non si fanno sfuggire le parole ancora una volta inequivocabili del Presidente pronunciate al CERN, sull’errore dei tagli alla ricerca.
Con un minimo di soddisfazione, notiamo che il TG 3, per la seconda serata consecutiva, torna a parlare delle vittime e dei danni legati al maltempo non come una “fatalità”, ma come il risultato del dissesto idrogeologico: noi dell’Osservatorio avevano notato l’assenza di questo vaglio critico nei nostri Tg fin dallo scorso martedì.
Studio Aperto, per finire “in gloria”, ci racconta di un pappagallo che balla al ritmo dei successi di Lady Gaga. Possiamo andare a dormire tranquilli e soddisfatti.
Il Commento di Concita De Gregorio, direttore de L’Unità
(Intervista di Mariella Magazù)
Concita De Gregorio, direttore donna di un quotidiano, l’unico che peraltro ha una sezione dedicata interamente ai fatti che riguardano le donne. Perché questa scelta … è un Paese ancora assai poco attento per tutto quello che riguarda l’universo femminile italiano?
"Ma sì, molto poco attento. Io devo dire che da due anni e mezzo, da quando sono arrivata alla direzione del giornale ho scelto di dedicare una pagina fissa alla parola delle donne. Due anni fa avevamo iniziato una rubrica che sia chiamava "il silenzio della donne" – provocatoriamente - che voleva sollecitare la voce femminile. Poi non c’è stato più bisogno di sollecitarla, perché per fortuna, gli interventi sono arrivati nel numero di centinaia nell’arco di quella prima iniziativa,e da allora, abbiamo mantenuto un osservatorio sulla pubblicità sessista che si chiama "non chiedermi la parola" che è sul nostro sito internet – ed ha un grandissimo successo - ed una pagina del giornale di carta, quotidiana, dedicata al dibattito sui temi che riguardano le donne. Il lavoro, lo stato sociale, non soltanto i temi legati alla manifestazione del 13 febbraio, ma i temi della vita di ogni giorno".
Il 13 febbraio scorso, appunto, c’è stata la manifestazione "Se non ora quando?" che ha portato in piazza le donne. Noi come Osservatorio abbiamo rilevato che su sette telegiornali - solo due - se ne sono occupati in senso lato. Perché le donne riescono ad entrare nell’informazione solo quando diventano notizie di cronaca?
"Questo è il problema principale. Della donne si parla solo quando sono vittime di violenza, quando muoiono, quando vengono uccise o picchiate o violentate e allora escono pagine di cronaca su questo. Sulla questione del lavoro femminile - ad esempio nel numero di oggi noi dedichiamo due pagine - o sulla questione della dignità o della condivisione del lavoro domestico - se così si può ancora definire - non c’è un dibattito sui giornali. Eppure questo è qualcosa che fa parte della vita di ciascuno. La cosa eccezionale della manifestazione del 13 è stata proprio quella che lei stava sottolineando; e cioè è stata una manifestazione che ha avuto un successo multitudinario in tutte le città d’Italia ed in molte città del mondo e nonostante le televisioni l’abbiano completamente ignorata: prima non annunciandola e non accompagnandola, anzi, cercando di boicottarla in ogni modo. E devo dire anche la carta stampata non ha fatto una parte migliore. Insomma, salvo qualche lodevole eccezione, quasi nessun giornale si è occupato di questa manifestazione, che invece ha visto in piazza un milione di donne".
Tra pochi giorni sarà l’8 marzo. Quest’anno proprio sulla scia del 13 febbraio dedicato alla violenza contro le donne, alla violenza sessuale. Gli ultimi casi a Roma. Il più grave - ammesso che si possa fare una classifica - quello in una caserma dei carabinieri al Quadraro. Ma se persino all’interno di un luogo di garanzia, una donna non si può sentire al sicuro, vuol dire che davvero questo non è un Paese per donne?
"L’episodio del Quadraro io spero che si chiarisca e che al più presto vengano identificati e puniti i responsabili; ma se le cose stessero per come sembra che stiano, sarebbe di una gravità eccezionale. Ma d’altra parte tutti i soggetti deboli, nel momento in cui sono sotto pressione o in posizione di minorità, sono sottoposti spesso a vessazione. Noi abbiamo seguito con grandissima attenzione anche i casi di Cucchi o di moltissime altre persone in stato di detenzione o carcerazione che hanno subito violenze o un trattamento non idoneo di quello che si dovrebbe riservare ai detenuti in uno Stato democratico. Certo che quando si tratta di una donna è ancora più spregevole, perché in genere si esercita una violenza fisica di natura sessuale. Ed il tema della violenza sessuale e di cosa sia diventata, cioè se sia una manifestazione solo di semplice sopraffazione o se sia diventata ormai, nel sentire comune, una merce di scambio per ottenere benefici di qualunque natura ed a qualunque livello, è un grande tema, anche culturale".
In cosa e come l’informazione, deve e può fare ammenda, rispetto al racconto che delle donne fa nel nostro Paese?
"Bisogna uscire dall’emergenza e prendere come impegno quello di fare un’informazione sulle permanenze: cioè sulla vita di ogni giorno, su un tessuto prima che politico culturale; che dia casa, dia luogo alle esigenze quotidiane della vita di milioni di donne italiane".
I dati Auditel di giovedì 3 marzo
Tg1 - ore 13:30 4.540.000 24,30% ore 20:00 6.811.000 25,55%.
Tg2 - ore 13:00 3.722.000 21,77% ore 20:30 2.779.000 9,71%.
Tg3 - ore 19:00 2.778.000 14,05%.
Tg5 - ore 13:00 4.352.000 25,12% ore 20:00 5.830.000 21,92%.
Studio Aperto - ore 12:25 3.119.000 22,21% ore 18:30 1.472.000 8,99%.
Tg4 - ore 19:00 1.274.000 6,38%.
Tg La7 - ore 13:30 959.000 5,14% ore 20:00 2.512.000 9,40%.
Fonte: http://www.tvblog.it/