di Osservatorio TG
I Tg di lunedì 4 aprile - Mentre il premier torna da Tunisi senza nessun accordo per il blocco degli sbarchi, a Lampedusa gli immigrati continuano ad arrivare e nelle tendopoli allestite dal governo al sud, la situazione è al limite. Due facce della stessa medaglia, raccontate in modo assai diverso dai Tg. Per Tg3 e Tgla7 primo titolo e servizio, tanto sui mancati accordi e relativa smentita da parte dell’agenzia tunisina, quanto sulla difficile situazione nei campi di Manduria e Santa Maria Capua Vetere. Per tutti gli altri, invece, titolo sull’accordo che potrebbe arrivare domani, nessun accenno alle smentite del governo provvisorio tunisino e servizi su Lampedusa che si svuota di migranti – servizio del Tg1- e i numeri sulla capacità di accoglienza delle tendopoli in un sonoro del Tg5. Informazione istituzionale per il Tg2. Niente titoli, notizie o servizi per Studio Aperto, mentre il Tg4 si occupa soltanto della missione, ma senza troppi dettagli.
Ma l’emergenza immigrati non riguarda solo l’accoglienza degli adulti, perché sui barconi sono arrivati molti minori non accompagnati e lasciati senza alcuna tutela ed assistenza. La denuncia dura di Save The Children resta fuori dai Tg o meglio trova “cittadinanza” -è il caso di dire- solo nel Tg diretto da Bianca Berlinguer, con un servizio da Lampedusa che mostra le condizioni di degrado in cui hanno vissuto in queste settimane molti ragazzi sotto i 18 anni.
Sempre il Tg3 è l’unico a darci la notizia del divieto di accesso ad un gruppo di deputati dell’’opposizione nei centri di accoglienza dell’isola, disposto dal ministero dell’Interno. Nel nostro commento approfondiamo la questione minori con Michele Prosperi, inviato di Save The Children sull’isola delle Pelagie. Da Lampedusa apprendiamo anche un’altra notizia: l’inviata sull’isola del Tgla7 ci informa che l’affare immobiliare del premier annunciato con grande giubilo la scorsa settimana sarebbe sfumato. La quiete del presidente del consiglio non sarebbe garantita dalla vicinanza della pista dell’aeroporto.
Per il resto, del processo Mediatrade, con l’accusa che oggi ha chiesto il rinvio a giudizio di Berlusconi - assente in aula- ne parlano solo sin dai titoli Tg3 e Tgla7. Neppure una breve nei Tg Mediaset e nel Tg2 e soltanto poche righe da studio – epurate dalla richiesta di rinvio a giudizio- nel Tg di Minzolini.
La proposta della lega di creare eserciti regionali non esiste per Tg4, Studio Aperto -che apre con la rapina in banca a Brescia e l’immancabile cronaca da Avetrana- e diventa una breve da studio per il Tg1. Tg3 e Tgla7 riservano un servizio con le reazioni contrarie di opposizioni e parte del pdl, mentre nel Tg5 servizio e nessuna critica all’interno.
A due giorni dal secondo anniversario del terremoto de L’Aquila, il Tg3, propone un servizio che -non possiamo non apprezzare- sul silenzio della città che attende la ricostruzione. Opposta la realtà che il Tg1 racconta: intervista con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta che dà i numeri su cantieri aperti, case provvisorie costruite e soldi stanziati. Ma le macerie de L’Aquila ed il silenzio del suo centro storico raccontano un’altra storia. Una storia, come può essere quella dei tanti giovani precari italiani che sabato prossimo scenderanno in piazza, ma che nell’informazione di prime time non trovano spazio: con l’unica eccezione del Tg3 che dà loro voce.
Mariella Magazù
Il commento di Michele Prosperi, inviato "Save the Children" da Lampedusa
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Siamo in linea con Michele Prosperi di Save the Children da Lampedusa. Dentro il “catino” di Lampedusa, nelle ultime settimane, tra i tanti problemi, tra le tante tensioni anche la vicenda di più di 700, se non sbaglio, minori non accompagnati giunti nell’isola: com’è la situazione, Michele?
"La situazione intanto, a partire da questo numero, è che circa 400 minori non accompagnati sono stati trasferiti nelle scorse settimane in varie comunità di accoglienza sulla terraferma. In questo momento la situazione è particolarmente tesa e c’è molto allarme, perché i minori che sono ancora qui sull’isola, che ancora stanno attendendo una conferma per il loro trasferimento, sono naturalmente molto preoccupati e molto agitati. Noi, come Save The Children, siamo molto preoccupati per le loro condizioni. In questo momento alcuni di loro sono al centro di primo soccorso, di prima accoglienza, principale qua a Lampedusa e un altro gruppo invece presso l’ex base militare “Loren”."
All’interno dell’emergenza, l’emergenza minori non è stata minimamente, come dire, trattata con provvedimenti particolari, con un’attenzione che avrebbe meritato.
"I minori non accompagnati devono essere una priorità da un punto di vista della gestione di una situazione di questo tipo; proprio perché sono vulnerabili. La loro vulnerabilità non è una parola, ma una realtà e in questo caso i minori non accompagnati che sono arrivati a Lampedusa, alcuni di loro hanno 12 – 13 anni, per molti di loro situazioni di vissuto, situazioni di salute e di abilità particolari. Ci sono alcuni casi che abbiamo individuato che sono situazioni molto difficili. In realtà, invece di essere stata una priorità nella gestione del piano dei trasferimenti, sono rimasti in coda. E ancora oggi abbiamo intanto questi 150 minori, di cui abbiamo certezza di presenza nelle due strutture, che stanno aspettando oggi di partire. Ieri c’è stata una giornata di grandissima tensione per la disperazione di quelli rimasti in una delle due strutture: la causa della fraternità ha portato ad una situazione molto difficile di ordine pubblico e di pericolo, soprattutto per i minori più piccoli che erano presenti".
Cosa cercano questi ragazzi? Da quale disperazione sono animati, da quali istinti? Perché stiamo parlando, appunto, non solo di minori sotto i diciotto anni, ma addirittura di tredicenni, di quattordicenni.
"Le storie di questi ragazzi sono veramente molto diverse. Sono partiti dalla Tunisia e qualcuno di loro ha raccontato, come un ragazzo di sedici anni che ha trovato i soldi, i mille dinari necessari per partire ( circa 500 euro), vendendo mangimi. E’ partito all’insaputa del padre alla ricerca di un futuro migliore, alla ricerca di una possibilità di studiare, di lavorare e di avere un futuro migliore per se stesso, e addirittura immagina per i propri figli, diverso da quello che suo padre non sarebbe mai stato in grado di dargli".
Come dire, sono ragazzi “cresciutissimi” da alcuni punti di vista, le difficoltà della vita, gli stenti li hanno resi in qualche misura più maturi, ma non per questo meno esposti ai rischi.
"In realtà per molti di loro è stata un’emozione fortissima questi viaggi, che sono stati anche peggiorati, resi più drammatici da vicende molto difficili durante la navigazione : avarie ai motori, sono stati recuperati dalle motovedette. Uno di loro è partito insieme al fratello più grande però in due barche diverse, il fratello è stato una delle vittime, delle 41 vittime del naufragio dei giorni scorsi. Lui lo ha appreso direttamente dai superstiti che sono arrivati come lui due settimane fa, qui sull’isola".
Cosa chiede Save the Children? Qual’ è la sua denuncia e quali sono, appunto, i provvedimenti che devono essere immediatamente messi in atto?
"Save the Children chiede prima di tutto alle regioni e ai comuni di mettere a disposizione strutture di accoglienza per i minori, perché questo è il requisito necessario affinchè possano essere trasferiti sulla terraferma. Questa è la cosa fondamentale. Seconda cosa è che possano essere al più presto le operazioni di identificazione; ci sono ancora più di settanta minori che non sono identificati e quindi deve essere completata l’operazione al più presto e predisposto il trasferimento il prima possibile. Più in generale la lezione di Lampedusa è che deve esserci un piano predisposto apposito per i minori, che consenta di gestire la situazione come una priorità e con tutte le misure necessarie che la loro condizione impone, da un punto di vista della legge e anche della loro vulnerabilità".
Per concludere è una questione di diritto nazionale, internazionale, ma più in generale è una questione di civiltà
"Assolutamente è una questione di civiltà e la questione non può essere più derogata per nessun motivo".
Dati Auditel domenica 3 aprile
Tg1 - ore 13:30 4.908.000 24,84% ore 20:00 5.521.000 25,07%.
Tg2 - ore 13:00 2.819.000 15,66% ore 20:30 2.458.000 9,59%.
Tg3 - ore 19:00 2.071.000 13,68%.
Tg5 - ore 13:00 2.854.000 15,44% ore 20:00 4.798.000 21,38%.
Studio Aperto - ore 12:00 939.000 9,25% ore 18:30 1.058.000 8,21%.
Tg4 - ore 19:00 832.000 5,51%.
Tg La7 - ore 13:30 1.042.000 5,27% ore 20:00 1.387.000 6,27%.
Fonte: www.tvblog.it