di Barbara Scaramucci
Il dolore per la morte di Roberto è così acuto che non riesco a raccontare i tanti pezzi di storia professionale comune e tutto quello che mi ha insegnato non solo dal punto di vista giornalistico. Roberto Morrione è stato un grande uomo, uno di quelli che devi solo essere felice, e grato a Dio o al destino, di averlo incrociato e di esserne stata davvero un po' "allieva".
Voglio solo lanciare una proposta, tutta da definire e da mettere a punto a mente fredda: una serata fra un mese in un teatro romano per parlare di Roberto, per portare avanti il suo impegno nell'informazione sociale, per cercare di continuare a dare corpo alle sue idee, rivedendo anche molti suoi contributi televisivi, un appuntamento da organizzare con gli amici di Libera e della FNSI, ma anche con l'associazione Ilaria Alpi e con tutte le organizzazioni che possono essere interessate e con le quali Roberto ha collaborato.
Ettore Guastalla e tanti i colleghi di Rainews ci stanno già lavorando. E in quell'occasione lanciare con il sindacato un premio dedicato a Roberto che dovrebbe riguardare il giornalismo investigativo, d'inchiesta, ovviamente per i giovani. Roberto ne ha allevati tanti di bravi giornalisti, con una generosità che è difficile spiegare, sarà felice che nel suo nome altri giovani imparino il mestiere con le regole che per lui erano sacre: completezza, oggettività, imparzialità e mai nascondere una notizia, ma cercarle sempre, scavare, indagare, trovare la verità, anche se scomoda. Un giornalismo autenticamente da servizio pubblico che purtroppo anche alla Rai sopravvive solo in alcune aree e non, come dovrebbe essere, in tutta l'offerta informativa.
Ma l'eredità di Roberto non andrà dispersa, siamo in tanti ad aver firmato un patto ideale per questo, come quando fondammo Articolo 21. Ciao mio indimenticabile capocronista!
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