Clicca qui per il nuovo sito di Articolo 21 »
Ricerca con Google
Web articolo21.info
 
 
Articolo 21 - Osservatorio TG
La crisi Fincantieri costringe i Tg ad occuparsi della realtà
Condividi su Facebook Condividi su OKNOtizie Condividi su Del.icio.us.

di Osservatorio TG

La crisi Fincantieri costringe i Tg ad occuparsi della realtà

ASCOLTA L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 24 MAGGIO 2011
ASCOLTA L'ANALISI DEI TG DEL 24 MAGGIO 2011
ASCOLTA IL COMMENTO DEI TG DEL 24 MAGGIO 2011

LEGGI L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 24 MAGGIO 2011

 

I Tg di martedì 24 maggio 2011- Miracolo! La realtà, una volta tanto, si impone sulle manfrine, le pastoie ed i miasmi che tanto entusiasmano i nostri Tg. Le proteste degli operai Fincantieri, senza nessun supporto di comunicati audio/video e senza neanche una “claque” politica che se ne appropri, sono primo titolo e primo servizio per Tg3, Tg5; ampio spazio su Tg La 7; qualcosa in più di semplici tracce nel Tg 4 e Studio Aperto. Tg1 è la testata che meno si “scalda” per le manifestazioni operaie, fino a mettere in evidenza quasi esclusivamente gli scontri e le tensioni per l’ordine pubblico. Per testate abituate in maggioranza a fregarsene dei temi dell’economia – vedi ieri l’affossamento dei drammatici dati Istat – e a negare addirittura l’esistenza delle crisi, tremila persone reali che rischiano di perdere il posto di lavoro, pur operando in uno de maggiori gruppi mondiali della cantieristica che - lo ricordiamo - è controllato dal ministero del tesoro,  sono finalmente notizia.

Il quartultimo giorno che vede i Tg nostrani impegnati nella campagna elettorale per il ballottaggi risente senza dubbio dei provvedimenti assunti ieri dall’Agcom. Emilio Fede dedica dieci minuti buoni dell’edizione di oggi a confutare i rilievi che sono costati 258 mila euro di multa in meno di una settimana; Tg1 sembra addirittura folgorato dai richiami di Calabrò, e confeziona un servizio verosimile sul programma di Pisapia a Milano.

Tg3 – unica testata insieme al Tg La 7 non “multata” - torna a parlare dell’Agcom e ricorda, con un servizio, che a gridare vendetta non è soltanto l’annichilimento della par condicio, ma anche la totale assenza d’informazione sui referendum. Anche Enrico Mentana coglie la forzatura del voto in Aula sul decreto Omnibus e le conseguenti proteste degli ambientalisti e dei referendari. Nel commento abbiamo sentito Marco Bersani, del comitato per il Referendum sull’acqua pubblica, che oggi è stato ricevuto, al termine di una “veemente” azione di occupazione simbolica della Rai, dal nuovo direttore generale Lorenza Lei.

Non è una novità ma il caso Melania occupa prepotentemente il proscenio della cronaca criminale oramai in maniera stabile. La ripresa del caso Sarah Scazzi appare solo un diversivo. A “dare la linea” è come al solito Studio Aperto, che apre con ben 4 servizi sulla mamma di Teramo. Sempre Studio Aperto, seguito però anche dal Tg1, riesce a coniugare la visita di Obama e consorte in Gran Bretagna col ritorno dalle Seychelles di William e Kate: sinceramente, non ce la facciamo più!

Luca Fargione


Il Commento di Marco Bersani, del Comitato Referendum per l’acqua pubblica
(Intervista di Alberto Baldazzi)

Come sono stati accolti, dopo la giornata di pressione (e anche di occupazione) in sede Rai, i rappresentanti del comitato sui referendum dell’acqua pubblica dal nuovo direttore generale? Che impressione avete avuto?

“Diciamo che intanto siamo riusciti ad incontrarla. L’impressione che abbiamo avuto è che lei avesse consapevolezza del ritardo da parte del servizio pubblico sui referendum. Noi abbiamo fatto tre richieste molto precise: la prima, che gli spazi istituzionali d’informazione sui referendum fossero fatti nelle fasce di massimo ascolto e non, come adesso, ad orari impossibili; che fossero allargate le tribune referendarie, e  abbiamo giudicato scandaloso che Rai1 fosse esentata dal parlare in qualsiasi modo del referendum. E abbiamo chiesto che la direttrice sollecitassi i contenitori informativi a dedicare puntate ai referendum. Dobbiamo dire che la direttrice si è impegnata su tutti i tre i punti, ma noi abbiamo dovuto dire che “le parole non ci bastavano”, ed abbiamo chiesto ed ottenuto di ri-incontrarla fra due giorni per una prima verifica; per vedere se si è realizzata una certa inversione di rotta o se il boicottaggio informativo continua”.

A vostro giudizio, viste le ultime presi di posizione anche -come dire- ordinarie quanto clamorose, l’atteggiamento nel comunicato dell’Agcom di giovedì e venerdì scorso può contare anche in questo senso?

“Io credo di sì. Noi però non sollecitiamo l’Agcom ad occuparsi solo del non rispetto della par condicio, per quello che riguarda le elezioni amministrative, ma dedicarsi anche al fatto che i referendum sono uno strumento della democrazia stabilito dalla Costituzione, e che quindi anche il boicottaggio informativo, seppur non nuoce ad un candidato piuttosto che ad un altro, nuoce però al diritto degli italiani e delle italiane ad essere informati.  La presa della posizione dell’Agcom è quindi importante, ma noi sollecitiamo  a proseguire in quella direzione guardando anche alla vicenda referendaria”.

In questo triangolo che riguarda Autority, direzioni della Rai, comitati e politica arretrata sulle questioni d’informazione per il referendum si inserisce anche la giornata di oggi, con il voto alla Camera sul decreto Omnibus, che in qualche misura tenta anche di oscurare il referendum sul nucleare. Che collegamenti  ci sono, o è legittimo fare, in questa battaglia che vede tante punte di tensione come tanti momenti di condivisione?

“Io penso che ci prima pensava di avere un potere assoluto e si richiamava ad ogni piè sospinto ad una  cosiddetta “sovranità popolare” che lo legittimava ad ogni atto o dichiarazione oggi stia scoprendo che in questo paese  è cambiato il vento. E dimostra quindi tutta la propria debolezza, esprimendo soprattutto la sua arroganza; arroganza per quanto riguarda le elezioni amministrative ; l’arroganza nel tentativo di boicottaggio dei referendum. Anche perché io penso, sondaggi alla mano, che sia chiaro a tutti che questa volta sui referendum andrà diversamente che sulle passate edizioni e proprio perché in questi anni, insieme ad una sfiducia rispetto alla politica istituzionale si è però innescata, tra gli uomini e le donne di questo paese, una voglia di protagonismo sociale e di decidere sui temi veri che non ha precedenti nell’ultimo decennio. Quindi noi siamo assolutamente fiduciosi che il referendum raggiunga il quorum, e che ovviamente i Sì stravincano. Diciamo da subito alla Corte di Cassazione di non cedere alle sirene di chi cerca di eliminare un referendum sul nucleare attraverso una manovra che dichiarare truffaldina è poco. Una manovra che è stata apertamente rivendicata dal presidente del Consiglio in prima persona, quindi non come un provvedimento normativo volto a modificare le leggi in questo paese, ma come un provvedimento per evitare quello che temono più di tutti, cioè la decisione popolare”.



Dati Auditel di martedì 24  maggio 2011

Tg1 - ore 13:30 4.302.000 24,35% ore 20:00 5.518.000 24,53%.
Tg2 - ore 13:00 3.234.000 20,30% ore 20:30 2.521.000 9,92%.
Tg3 - ore 19:00 1.972.000 13,89%.
Tg5 - ore 13:00 3.842.000 23,62% ore 20:00 4.341.000 19,32%.
Studio Aperto - ore 12:25 2.664.000 20,73% ore 18:30 910.000 8,14%.
Tg4 - ore 19:00 879.000 6,04%.
Tg La7 - ore 13:30 949.000 5,37% ore 20:00 2.485.000 10,93%.

Fonte: www.tvblog.it


Letto 5429 volte
Notizie Correlate
Audio/Video Correlati
Dalla rete di Articolo 21