di Osservatorio TG
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I Tg di venerdì 3 giugno - Poca, pochissima politica nei tg di prime time, con aperture assai differenziate. Tg 1 e Tg 5 esordiscono con il batterio killer e con la spasmodica ricerca del “colpevole”, svanite le responsabilità del cetriolo spagnolo. Risponde Enrico Mentana, che presenta un servizio scettico sugli allarmi eccessivi e le psicosi delle ultime stagioni, mentre apre invece su calciopoli, come fa anche il Tg 2; Tg 3 apre con le dichiarazioni del Premier sulla mancanza di significato dei referendum, per poi ospitare l’ex ministro Scajola. Lo stesso Tg 3 seguito da Tg La 7, prosegue nella presentazione di servizi sui temi referendari, tornando su quelli dell’acqua pubblica. La vera novità consiste nel fatto che anche Tg 1 e Tg 5 e Tg 2 questa sera “si degnano” di dedicare un servizio alle votazioni del 12 e 13 giugno: frutto, forse, dell’ulteriore odierno comunicato dell’Agcom che minaccia soprattutto le reti Rai di provvedimenti immediati in assenza di reali spazi informativi sull’imminente consultazione. Nel commento ne abbiamo parlato con Vincenzo Vita, parlamentare della commissione di vigilanza Rai e firmatario, insieme a diversi colleghi, dell’ultimo esposto avanzato proprio all’Agcom.
Quasi tutte le testate riportano la notizia dello sblocco apparentemente positivo della vicenda Fincantieri.
In una settimana che si chiude con il quindicesimo servizio su Avetrana, la madre delle notizie di cronaca criminale, spicca per mancanza di senso una ulteriore lunga intervista su Tg 5 a Michele Misseri, in cui il cronista porge il microfono senza alcuna mediazione: per intenderci, a mo’ di dichiarazioni del Premier.
Anche Studio Aperto dedica ulteriore spazio a Michele Misseri, mentre l’altro suo core business, il gossip pruriginoso, stasera ci offre la lista di nozze con tanto di tagliando pagato per il rifacimento tette. Molto più serio il Tg 2 che fin dai titoli indaga sui maschi definiti “vanesi” che rifuggirebbero per la barba dal rasoio, preferendogli le creme.
Alberto Baldazzi
Il Commento di Vincenzo Vita, della Commissione di Vigilanza Rai
(Intervista di Alberto Baldazzi)
Un po’ come sospinta dal domatore con la frusta, sugli sgabelli all’interno della gabbia, sembra che l’Agcom si sia mossa, seppur con ritardo, dopo le sollecitazioni degli ultimi giorni anche di numerosi deputati che hanno fatto un esposto.
"Meglio tardi che mai. Naturalmente ora nell’applaudire l’iniziativa dell’Agcom, anche a nome degli altri colleghi e colleghe firmatari dell’esposto e degli aderenti a molte associazioni come Articolo21, Libertà e Giustizia, Move on, il Popolo viola … ecc., che hanno ugualmente promosso la battaglia referendaria, posso dire che vigileremo sull’informazione, e vigileremo in modo meticoloso perché questa rigida indicazione dell’Agcom sia rispettata da adesso, da questi minuti, dalle trasmissioni dei telegiornali. Martedì si riunisce di nuovo l’Agcom e noi saremo lì a mezzogiorno con un presidio , davanti alla sede di via Isonzo a Roma. Testimonieremo la necessità di esser sempre presenti, in ogni momento, fino al voto. Sui referendum non si scherza: i referendum sono uno dei grandi poteri dati dalla Costituzione ai cittadini , e l’informazione è decisiva perché si possa raggiungere il quorum”.
Vedremo se già stasera già c’è qualche elemento di resipiscenza nelle testate televisive. Fino a ieri abbiamo contato soltanto qualche servizio su Tg La 7 e Tg 3. Ma basterà comunque una settimana per riempire questo gap che si è generato, questo mese e mezzo di mancata informazione?
“No, naturalmente. Non c’è nulla da fare contro questo passato, ahinoi, gravoso, pieno di lacune, errori ed omissioni; c’è comunque un presente da vivere e da utilizzare per fare ciò che è possibile . Tra l’altro penso che ci sia da fare una riflessione serissima. Le capacità d’intervento degli organi di garanzia, nella stagione della rete di internet devono essere testate anche nella velocità e nei tempi. È fondamentale: non possiamo arrivare sempre a ridosso di un voto, all’ultimo momento con l’informazione da riequilibrare. Tra l’altro il caso del referendum è ancora più grave, se possibile,rispetto ad altre forme di consultazione elettorale, perché nel referendum informazione significa il raggiungimento o meno del quorum, necessario perché esso sia valido. Ci rendiamo quindi conto come sia a rischio un pezzo di democrazia.
Dati Auditel di giovedì 2 giugno
Tg1 - ore 13:30 4.737.000 24,61% ore 20:00 4.627.000 23,18%.Tg2 - ore 13:00 3.806.000 20,52% ore 20:30 2.406.000 10,77%.
Tg3 - ore 19:00 2.295.000 15,73%.
Tg5 - ore 13:00 3.915.000 20,86% ore 20:00 4.224.000 21,11%.
Studio Aperto - ore 12:25 3.088.000 19,32% ore 18:30 1.482.000 11,87%.
Tg4 - ore 19:00 934.000 6,29%.
Tg La7 - ore 13:30 1.337.000 6,97% ore 20:00 2.158.000 10,73%.Fonte: www.tvblog.it