di Domenico Petrolo
Siamo a piazza Vittorio, nel bel mezzo dell’Esquilino, il quartiere multietnico della capitale. Il sole è alto in cielo, fa caldo ed è una bellissima giornata, l’ideale per sdraiarsi su una spiaggia, farsi qualche bagno rinfrescante e godersi una bella birra fresca. Nonostante ciò mi dirigo speranzoso verso il mio seggio dove faccio il rappresentante di lista per il Partito Democratico, essendo io un fuorisede. Nonostante la mia permanenza a Roma da ormai 12 anni, per affetto e per pigrizia non ho mai spostato la mia residenza dal mio piccolo villaggio calabrese di 1000 anime.
Mentre cammino vedo nelle strade gente con strani foglietti in mano, foglietti che somigliano molto alla mia tessera elettorale. Mi avvicino e con finta discrezione cerco di capire. Si, sono tutti cittadini che si stanno recando alle urne. Mi rincuoro un attimo. Forse al mare ci andremo il prossimo fine settimana, anche un po’ più sereni.
Raggiungo la scuola elementare Di Donato, splendido esempio d’integrazione. Qui, grazie ad un’associazione genitori che è attivissima, si organizzano corsi d’italiano per cinesi, tornei di basket con tutti i bimbi del quartiere, italiani, cinesi, bengalesi e tante altre iniziative. C’è un piacevole andar vieni di gente. Entro nel mio seggio e ordinatamente ritiro le mie schede. Voto e chiedo al presidente del seggio qual è il dato dell’affluenza. Inizia a sfogliare i registri e mi dice che alle ore 11.00 hanno votato circa 60 uomini e 60 donne su circa 970 cittadini aventi diritto. Perché mai poi dividere anche qui uomini e donne non riesco a capirlo, comunque il dato è buono, più del 13% circa. Mi rassereno, forse riusciremo anche noi come Mourinho a fare un “triplette” con amministrative e ballottaggi. Mentre esco incrocio il regista Paolo Sorrentino, che con tutta la sua famigla si appresta a fare il suo dovere di cittadino.
L’aria, come si suol dire, sembra buona anche negli altri seggi. Il Viminale diffonde i dati dell’affluenza. Alle 12 hanno votato circa l’11% degli aventi diritto. Un dato molto buono ed in linea con le affluenze dei referendum che hanno raggiunto il quorum.
Ma è troppo presto per gioire, la partita non è ancora finita come direbbe Vujadin Boskov. A ricordarmelo ci pensa anche il mio amico Ciro che mi chiama segnalandomi che a Napoli gli uffici elettorali del comune c’impiegano, causa problemi con il server, 4 ore per darti un duplicato della tessera elettorale. Troppo anche per i più volenterosi e cosi ci attiviamo subito per capire qual è il problema.
Nel frattempo continuo a sentire i miei amici sparsi per l’Italia per capire come vanno le cose. La giornata elettorale è ancora lunga, e anche se l’inizio è stato buono, c’è ancora tanto da votare per contribuire a liberare questo Paese.