di Osservatorio TG
ASCOLTA L'OSSERVATORIO DEI TG DEL 14 GIUGNO 2011
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I Tg del 14 giugno - Per il Tg 1 i referendum, liquidati ieri in solo 6 minuti -, stasera guadagnano un piccolo spazio , lanciati dalle assicurazioni dell’Osservatore Romano secondo il quale il voto degli italiani non avrà riflessi sul governo; Tg 5 qualche domanda se la fa: chi è stato a “disobbedire” agli inviti e alle indicazioni del centro destra? Anche Tg 3 e Tg La 7 si occupano delle scadenze che incombono, mentre Mentana cita il clamoroso risultato, oltre a quelli dei referendum , dello share del suo tg: ieri sera intorno al 13 e mezzo. La testata diretta da Bianca Berlinguer “esalta” in un titolo ed un servizio il ruolo svolto dalla rete nel successo del quorum .
Già per i risultati dei ballottaggi, e tanto più per quelli dei referendum, si è parlato e si parla di una modifica sostanziale di equilibri nella comunicazione, che avrebbe visto il Davide della rete sconfiggere il Golia della Tv. Noi che siamo quotidianamente “costretti” alla visione e all’analisi di magna pars dell’informazione televisiva – quella che “passa” attraverso i Tg – certi di non essere per questo colpiti dalla sindrome di Stoccolma, non ce la sentiamo di accreditare la tesi della “fine” dell’egemonia tv nel processo attraverso il quale gli italiani si informano. Spieghiamo meglio. È addirittura pleonastico ribadire quanto conti la rete come area e spazio sostanzialmente libero per una comunicazione orizzontale che rafforza la propria efficacia servendosi di diversi “additivi” quali foto, file audio e video, link e condivisioni. E’ scontato riconoscere come proprio internet abbia avuto tra i media una sorta di “esclusiva” nell’informare sui referendum e nel creare attenzione e mobilitazione, vista la latitanza quasi assoluta di Tv e radio, sia pubblica che privata. Ciò nonostante, la legge dei numeri è difficilmente aggirabile: i consumatori di internet sono nel nostro Paese solo 27 milioni; gi italiani-generazione digitale, quelli tra i 18 e i 45 anni sono “solo” 23 milioni, contro i 16 milioni tra i 45 e i 65 e i 12 milioni abbondanti di quelli over 65.
I numeri di internet sono, dunque, rilevanti ma assolutamente minoritari rispetto a quelli della tv. Inoltre se il target è il corpo elettorale, è evidente come metà dello stesso non abbia alcun rapporto con la rete, mentre in una percentuale tra il 60 e l’80% gli italiani “si informano” proprio, se non esclusivamente, attraverso la tv: percentuali che, a nostro giudizio , internet sta solo cominciando ad intaccare.
Ma allora come spiegare gli orientamenti dell’opinione pubblica “contrari” ai diktat del’informazione dei Tg “di regime”? Mentre la crisi dei numeri della Tv è ancora relativa, quella di credibilità dell’informazione, sia pubblica che privata, è apicale, e si spiega assai semplicemente con il combinato-disposto del conflitto di interesse e dell’immagine del premier: i Tg sono costretti a continuare a vendere la “merce Berlusconi” che, però , risulta un prodotto oramai invendibile. Il risultato è che il regime mediatico perde ascolti e, probabilmente in misura assai maggiore, quello politico perde consensi. Per citare chi di informazione e Tv se ne intende, Loris Mazzetti ha scritto oggi sul blog de Il Fatto che “la perdita di credibilità dei Tg è la causa del successo della rete”.
Alberto Baldazzi
Dati Auditel di lunedì 13 giugno 2011
Tg1 - ore 13:30 3.868.000 21,30% ore 20:00 4.963.000 22,40%.
Tg2 - ore 13:00 3.809.000 22,36% ore 20:30 2.920.000 12,01%.
Tg3 - ore 19:00 2.804.000 18,84%.
Tg5 - ore 13:00 4.362.000 25,17% ore 20:00 4.725.000 21,31%.
Studio Aperto - ore 12:25 3.399.000 25,52% ore 18:30 1.143.000 9,55%.
Tg4 - ore 19:00 1.008.000 6,74%.
Tg La7 - ore 13:30 1.281.000 7,07% ore 20:00 3.003.000 13,42%.
Fonte: www.tvblog.it