Un bene comune quale e' il servizio pubblico radiotelevisivo non puo' essere tenuto a un guinzaglio che si accorcia sempre più'e che e' nelle mani del potere politico.La spiacevolissima percezione e' quella di un Palazzo che voglia vedere la Rai sempre più' annaspare in conti problematici e in norme afflittive per guasconeggiare contro gli autori e i giornalisti più' liberi. Siamo sempre più' convinti che ci sia una relazione tra la debolezza attuale dell'azienda di viale Mazzini e il controllo che il sistema del conflitto di interessi vuole averne. Coi referendum soffia un vento nuovo. Le vele della liberta' e della difesa del servizio pubblico vanno issate ora o mai più'. Lo spirito referendario che e' simbolo di partecipazione crediamo ci appartenga. Una scheda con un si' e un no la volemmo gia' sul finire dell'anno scorso.Quelle urne che decretarono più' o meno con le stesse straordinarie percentuali della consultazione vera la sfiducia dell'allora Dg Mauro Masi furono un fatto senza precedenti nella storia delle relazioni sindacali in Italia.Lui ci metteva anche del suo,ma anche Lei non puo' che barcamenarsi e finira' ostaggio del Palazzo ,perche' ha bisogno di interventi contro l'evasione del canone e sulla natura giuridica dell'azienda,perche' se la maggioranza consiliare non vota le sue proposte nulla in Rai si muove. Dunque paralisi e dimissioni o Lei come lui. Noi diciamo basta ,ecco perche' al Piccolo Eliseo di Roma martedì' arriveremo con lo slogan "Riprendiamoci la Rai" e un paio di forbici per tagliare una volta per tutte quel guinzaglio. Credo e spero che Articolo21 debba e voglia essere in prima fila.Vi aspetto per una partita comune su un grande bene comune.

* Segretario Usigrai

Paghi il canone con il bollettino e puoi indicare un nome per il Consiglio degli utenti e una preferenza sui programmi. Ecco un modo per separare la Rai dai partiti - di Roberto Zaccaria