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I Titoli dei Tg di venerdì 1 luglio -L’inchiesta de L’Espresso e la pubblicazione  in questi giorni su Repubblica delle intercettazioni  del 2005 tra altissimi dirigenti Rai, quali la Direttrice Marketing Bergamini, il Direttore Generale Cattaneo, il Direttore del Tg 1 Mimun, Bruno Vespa e tanti altri, dimostra che abbiamo tutti una memoria corta.  In parte, infatti,  questa vicenda era venuta fuori nel 2007. In sintesi, allora come ora, escono fuori  dirigenti della Tv pubblica super pagati che fanno  squadra con le seguenti finalità: accomodare i flussi di informazione dei Tg per renderli più favorevoli al Berlusconi , Presidente del Consiglio nonché proprietario della maggiore azienda concorrente della  Rai; coordinare, dall’interno di Viale Mazzini,  iniziative e programmazioni della Rai in modo da favorire la concorrenza Mediaset. Questa sera, sui Tg di prime time, le uniche intercettazioni presenti sono quelle contro le quali ha parlato Berlusconi nel giorno dell’”investitura plebiscitaria”per Alfano alla segreteria del Pdl, ribadendo la volontà di far avanzare la legge “bavaglio”.  Nei giorni scorsi solo il Tg 3 ne aveva fatte ascoltare alcune. Come  dire: non è buono che la Tv faccia vedere e sentire i comportamenti dei vertici della Rai, ieri come oggi.  Nel commento abbiamo sentito il Presidente di Federconsumatori, Rosario Trefiletti, per capire che margini ci sono perché i cittadini – che pagano il canone - possano far valere i loro diritti contro amministratori e dirigenti infedeli.
Vale solo la pena di segnalare che nei Tg di prima time oltre alle intercettazioni della  “struttura delta” della Rai, mancano completamente riferimenti agli sviluppi della P4, inchiesta oramai entrata nel dimenticatoio.
Gli ulteriori dati sulla disoccupazione giovanile e su quella femminile soprattutto al sud, non ispirano ottimismo e, per questo, sono presenti e sviluppati solo dai Tg classicamente iettatori, ovvero Tg 3 e TG La 7. Strauss-Kahn, liberato oggi a New York -, non sa di essere stato rappresentato da Emilio Fede come esempio eponimo delle vittime della giustizia, prima che il direttore del Tg 4 “virasse” sull’epopea berlusconiana-alfaniana e sull’esigenza di battersi contro le intercettazioni.
Per chi è allergico ai matrimoni – più o meno “del secolo”- l’avvertenza è astenersi dalla visione dei Tg ancora per 48 ore perché,purtroppo, quello tra Alberto e Charlene è per così dire “a rate”, e i Tg Raiset non ne perdono un fotogramma.

                                                    (intervista di Alberto Baldazzi)

Dalla lettura delle intercettazioni, vecchie e nuove, pubblicate in questi giorni dall’Espresso e da Repubblica, che quadro esce fuori per quello che riguarda i massimi dirigenti del servizio pubblico?

“É un quadro francamente vergognoso, è un quadro in cui non basta indignarsi solamente, ma bisogna anche darsi da fare, mettere in campo iniziative. Ma insomma! Alti dirigenti che dovevano appunto dirigere il servizio pubblico, anziché dirigerlo, facevano di tutto per boicottarlo e oltretutto fare dei favori non solo al gruppo concorrente – Mediaset- ma anche al Presidente del Consiglio, be’, non sta né in cielo né in terra. Siamo arrivati al limite della sopportabilità.”

A queste rivelazioni si affiancano poi le decisioni del governo, che in queste ore sta prospettando un nuovo intervento sulle intercettazioni e quindi sui bavagli

“Questa è una cosa veramente intollerabile, lo abbiamo già detto e lo ripetiamo, penso proprio che la società civile, ma anche i partiti dell’opposizione o lo stesso Presidente della Repubblica, credo che di fronte ad una cosa di questa natura ci sarà un’opposizione molto forte o quantomeno, noi la faremo. La faremo non solo con denunce politiche, ma anche pratiche legali. Ce lo dicono gli stessi cittadini, che non sono spaventati dalle intercettazioni, quanto dalla corruzione e dalle cricche che si determinano, da tutto quanto è criminoso in questo paese.”

I cittadini italiani pagano anche il canone per un servizio pubblico che dovrebbe servire il pubblico. C’è anche qualche iniziativa di tipo legale che Feder Consumatori e le altre associazioni intendono portare avanti?

“Assolutamente sì, stiamo analizzando, abbiamo dato mandato alla nostra consulta giuridica nazionale di verificare non solamente se vi sono delle responsabilità penali per quanto riguarda il comportamento di quei dirigenti, questo sarà la procura e l’eventuale giudizio, ma per quanto riguarda il fatto che si è messo in discussione - si è annichilito - il servizio pubblico. C’è stato un danno non solo all’azienda, ma anche ai cittadini che pagano per avere un servizio assolutamente chiaro, trasparente e non condizionato. Stiamo anche verificando di mettere in campo azioni legali di risarcimento per quanto riguarda questo gruppo dirigente, che francamente non è dirigente di nulla se non di quelli che vogliono portare acqua al mulino delle cricche, della corruzione e addirittura capace di peggiorare la situazione concorrenziale nel caso del paese, nel campo delle comunicazioni e della comunicazione in generale.”