di Franco Siddi*
Dieci anni dopo il G8 di Genova, la stampa continua a svolgere un ruolo essenziale per la civiltà democratica: un testimonianza di verità paziente, che non si è mai accontentato delle verità ufficiali o di parte. E si deve anche alla stampa se la verità dei fatti emerge e si fa strada negli anni nonostante tanti tentativi di ostacolarne la ricerca. Anche grazie all'attività della stampa oggi cresce tra i movimenti e l'associazionismo diffuso la ricerca di mettere insieme la critica alla globalizzazione con l'azione per un futuro vivibile anche quando pare denso di nebbie, se non di oscurità provocate da potenti centri di interesse e di potere.
Le violenza e il dolore del G8 di 10 anni fa a Genova hanno avuto una verità giudiziaria. La Fnsi ne è stata parte civile in nome dei principi di legalità e di giustizia. I fatti vanno letti e riletti, soprattutto perché errori e orrori non si ripetano. Gli atti e le cronache di quei giorni sono ancora una testimonianza di verità che appare come esercizio di una funzione civile primaria dell’informazione: la garanzia dei diritti democratici di tutti e di chi non ha potere né voce.
Il passaggio dal crocevia del G8 di Genova per la stampa è una delle tante cruciali tappe del tempo che ancora viviamo e aiuta a comprendere meglio il senso di una fatica democratica che il giornalismo deve compiere sempre: testimoniare i fatti, mai accontentarsi delle verità di comodo, porre domande per ogni legittimo dubbio, considerare il lavoro paziente di ascolto, conoscenza, comprensione della complessità sociale parametri essenziali di questa attività.
Oggi tenere la bandiera dell'autonomia e della libertà dell'informazione, nella tolleranza e nel dialogo, secondo la cultura della sicurezza sociale de della non violenza è un dovere più che mai attuale.
* Segretario Fnsi